Qualche tempo fa uno studio del Censis sosteneva che, malgrado il governo PD avesse salvato l’Italia dal fallimento, provveduto a riforme essenziali che avevano consentito una crescita del paese a livello delle migliori economie europee, sopravanzando finanche la Francia e l’Inghilterra (ormai in piena crisi dopo la scelta del Brexit), gli italiani manifestavano un loro rancore, una rabbia cupa e apparentemente inspiegabile verso i pur virtuosi piddini.
Puntualmente il 4 marzo questa previsione si è avverata con il precipitare ai minimi storici dei democratici e il netto successo dei cosiddetti populisti: la Lega (ormai dominus della destra) e M5S divenuto, con il suo scoppiettante 32%, il primo partito italiano.
Molti commentatori politici hanno sentenziato che alla base di questo rancore e dei suoi effetti sulla politica italiana, vi erano sentimenti e fatti contraddittori: Da una parte la crescita delle diseguaglianze, il desiderio di cambiamento (ancora?) e l’assenza di futuro per i giovani che, lo si è ripetuto fino alla noia, per la prima volta dal dopoguerra non potevano contare più su una aspettative di vita qualitativamente superiore a quella dei loro genitori.
Dall’altro lato, c’era la paura della globalizzazione, un desiderio di protezione del proprio lavoro, a rischio in un mercato globale, la paura verso gli immigrati che stavano occupando massicciamente il suolo italiano, mentre l’Europa da madre diventava matrigna, disinteressandosi sempre più di questi arrivi, lasciati solo alla misericordia del Bel Paese. Sinceramente, pur volendo riconoscere a queste forse banalizzazioni un fondo di verità, c’è da farsi qualche domanda di fondo. Ad aiutarci, in modo esemplare, è un post sui social di un signore che per dovere di privacy chiameremo “Sig. Piffero”.
Il predetto, appunto con rabbia e rancore, scrive, ma grida, contro i governi passati targati PD, chiedendo loro di vergognarsi, perché lui ha lavorato 50 anni per avere 480 euro di pensione. Immediatamente i like alla sua esternazione si sono sprecati e nei commenti si avvertiva l’imbarazzo degli ormai pochi attivisti del PD.
Nessuno si pone però una domanda che appare ovvia ed andrebbe egualmente gridata: Come ha fatto il Sig. Piffero a lavorare 50 anni ed avere solo 480 euro di pensione? Se fosse stato dipendente (pubblico o privato) il sistema pensionistico sarebbe stato automatico ed il contributivo è entrato in vigore solo da pochi anni e quindi è tecnicamente impossibile che percepisca cosi poco. Se era autonomo o libero professionista, allora vuol dire che non ha versato i dovuti contributi, cio’ significa che ha fatto la cicala più che la formica e allora ben gli sta. Se lavorava in nero, era fuori dalle regole e potremmo anzi aggiungere che è stato anche un evasore fiscale. Si tratta di un ragionamento semplice, scontato. Ma nessuno lo fa, perché la logica è che la politica è sporca mentre i cittadini sono puliti ed invece, io oso pensare che la politica sia proprio lo specchio dei cittadini.
Il sig. Piffero è il caso medio sociologico che spiega perché hanno vinto i populisti. Il paese (ottava potenza economica del mondo) non è il Biafra. Ma la percezione è quella. Sembra che siamo in mezzo ad una carestia spaventosa, offesi da un’epidemia di peste bubbonica, mentre scellerati derubano le case e sparano per strada e bande di negri arrapati violentano le nostre povere donne di salute ormai cagionevole. In realtà non è vero nulla, ma ci credono.
La realtà dice, ad esempio, che i reati in Italia sono enormemente diminuiti, addirittura ricordava lo scrittore e magistrato De Cataldo in un suo recente libro che negli ultimi venti anni gli omicidi sono diminuiti dal 3,25 per ogni 100.000 abitanti al solo 0,80%. Eppure, aizzati proprio dai leghisti, oggi pare che si voglia dare più spazio alla giustizia privata e cambiare le leggi favorendo l’uso delle armi. La disoccupazione è tornata ai livelli precrisi, il paese è in ripresa con una crescita che, ricordate a futura memoria, ha raggiunto i livelli del 2,1% (quasi Germania). C’è il livello più alto di esportazione italiana degli ultimi venti anni, ma tutto questo per certi “rancorosi” italiani non conta. In Italia il fatto di avere 5 milioni di poveri è veduto come un autentico scandalo, e lo è, ma sarebbe bene anche ricordare che altrove, come gli USA o la stessa Francia o in gran parte dei paesi ad economia avanzata, in percentuale la povertà è ben più robusta. Esiste una quota fisiologica di povertà in ogni paese, il che non vuole dire che non occorra intervenire, ma far credere che siamo ridotti alla Somalia è un po’ troppo.
Non viene il dubbio che esiste gente che si lamenta come il Sig. Piffero, semplicemente perché è poco responsabile? e che chiede allo Stato di dargli quello (lavoro, benessere, soldi, ecc.) che non si è stati capaci di avere anche per propria negligenza, scarso impegno, ozio?
Il mio sospetto è che dietro a tutta la demagogia contro la politica cattiva e corrotta, esista una parte della popolazione che vuole nascondere i propri fallimenti personali, il proprio desiderio di essere allattato dalla mammella Stato (leggasi reddito di cittadinanza), senza fare un bene amato…nulla.
Veleno