Scritto da Enzo Barnabà e illustrato da Viviana Trentin, racconta dieci storie di frontiera al confine tra l’Italia e la Francia, tra Ventimiglia e Mentone. Migranti di oggi e migranti di ieri, uomini e donne che, in tempi diversi, cercano di raggiungere la Francia, spesso a rischio della vita. Dello stesso autore abbiamo pubblicato in passato un’intervista sul suo libro Aigues-Mortes. Il massacro degli italiani.
“Un panorama che mi mozza il fiato e mi carica positivamente, ogni giorno che Dio manda in terra”. Ecco Grimaldi, frazione di Ventimiglia incastonata tra le Alpi al confine Italia-Francia, dove la vista è idilliaca e dove le luci di Mentone si vedono scintillare a poche centinaia di metri da Ventimiglia.
Un panorama mozzafiato per Enzo Barnabà, scrittore di saggi storici e romanzi, che lì vive da oltre trent’anni. Ma Grimaldi non è soltanto visione paradisiaca, è diventato anche luogo di transito per quelle migliaia di migranti che tentano di superare clandestinamente il confine tra Italia e Francia.
Succedeva nel passato, quando i migranti clandestini eravamo noi italiani, succede adesso, dove la frontiera è terra di possibilità per i profughi africani. Quei profughi che Barnabà incontra quotidianamente per strada, con cui parla e si intrattiene per lunghe ore. E sui cui ha scritto questo suo nuovo libro con titolo evocativo: “Il passo della morte” (Edizioni Infinito, pagine 120). Il passo della morte è quel del sentiero che parte da Grimaldi e che permette di entrare in Francia passando dalle montagne, dove i migranti si arrampicano sognando Parigi, a volte cadono e muoiono, come successo a tanti italiani in passato.
Nel libro Barnabà racconta questo sentiero, racconta chi l’ha percorso nel passato, come quel panettiere toscano che morì cascando dal dirupo, e chi lo percorre oggi, racconta gli incontri coi tanti migranti che sfilano come fantasmi sotto casa sua. Lui si ferma a parlare con loro, entra in sintonia, entra dentro le loro storie.
“Incrocio i migranti in continuazione, sul sentiero di casa, alla Caritas, al presidio dei No Borders o sull’Aurelia tra Grimaldi e Ventimiglia; in questo tratto di strada ne passano ogni giorno decine e decine: gruppi che, respinti dalla Francia, si recano a piedi in città e altri che, invece, marciano in direzione opposta, verso la frontiera nella speranza di oltrepassarla”.
Il sentiero prende vita nei racconti di Barnaba: “Prendiamo il sentiero che sale verso Mortola Superiore e, dopo qualche centinaio di metri, ci imbattiamo in quel gruppo di case diroccate, una specie di appendice di Grimaldi, malridotta dalle vicende belliche e definitivamente abbandonata dagli ultimi ostinati abitanti negli anni Cinquanta”. Su queste strade lo scrittore si imbatte nelle scritte lasciate dai migranti, molte dei quali in arabo: “Mi chiamo Ibrahim, sono partito dal Cairo e voglio andare in Francia per poi recarmi in Canada”. E poi: “Il cielo è di tutti, no alle frontiere”. E ancora: “Affidiamoci a Dio”. Segni di speranza per un futuro migliore. Segni di speranza per superare il confine senza morire, e senza essere fermati dalla polizia francese.
Un bel libro, quello di Barnabà, corredato dai disegni di Viviana Trentin, un tuffo nella storia e nel presente della frontiera italo-francese, tra storie, aneddoti, curiosità e morti che gridano ingiustizia.
Jacopo Storni, giornalista e scrittore
FONTE : Redattoresociale.it del 14 febbraio 2019
Il Passo della Morte
Storie e immagini di passaggio lungo la frontiera tra Italia e Francia
di: Barnabà Enzo e Trentin Viviana
Prefazione di Gianluca Paciucci
Introduzione di Annamaria Rivera
Postfazione di Donatella Alfonso
Infinito Edizioni (2018)
11,90€ – Esiste anche in versione E-book