Due interessanti libri usciti entrambi nel 2017, « Giorgio Asproni, Nel nome della rivoluzione – Un protagonista sardo nel Risorgimento italiano » della ‘Poliedro’ di Nuoro e « Giorgio Asproni, Vita di un ribelle » di Arianna Onidi, pubblicato dalla ‘Palabanda Edizioni’ di Cagliari, danno nuova luce e il giusto risalto alla vita e all’opera di Giorgio Asproni, importante personaggio storico del Risorgimento italiano, originario della Sardegna. Attraverso la ricostruzione dell’esistenza e della vita pubblica di Asproni si arricchisce il bagaglio di conoscenze del Risorgimento italiano.
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Sulla scorta, forse, del centocinquantesimo anniversario dell’Unità d’Italia, o dell’entusiasmo per la candidatura della città di Nuoro a Capitale italiana della Cultura per l’anno 2020, titolo la cui aggiudicazione, peraltro, la capitale della Barbagia è stata ad un passo dall’aggiudicarsi, oppure, ancora, della decisione della Giunta regionale di dedicare al politico e religioso sardo una edizione di “Sa die de sa Sardigna” (“La giornata della Sardegna”), la figura eminente del politico, giornalista e religioso Giorgio Asproni da Bitti (villaggio in provincia di Nuoro; più precisamente Asproni nacque a Gorofai, frazione del citato paese barbaricino) sembra aver acquistato negli ultimi tempi un rinnovato interesse. Certo questa attenzione inconsueta per la insigne figura di pensatore coerente e profondo quale è quella di Giorgio Asproni non è certo da considerarsi come la « riesumazione » di un personaggio dimenticato o trascurato.
Asproni, parlamentare del Regno di Sardegna prima e in seguito del Regno d’Italia, ha sempre riscosso grande considerazione tanto nei luoghi che l’hanno visto nascere e frequentare i primi corsi scolastici, quanto a Nuoro dove tra l’altro ricoprì l’incarico di responsabile dei lavori di costruzione della Cattedrale dedicata a S. Maria della Neve.
Ricerche recenti (se ne parlerà tra un attimo) sembrano gettare nuova luce su un personaggio di primissimo piano della storia sarda e del Risorgimento italiano, una figura, si intende precisare, non subordinata rispetto a quella dei principali protagonisti degli eventi storici che portarono all’unificazione d’Italia. Due interessanti volumi usciti entrambi nel 2017 ripercorrono l’esistenza e la vita pubblica di Asproni, arricchendo il bagaglio di conoscenze che si hanno del canonico bittese: si tratta dei volumi AA.VV., « Giorgio Asproni, Nel nome della rivoluzione – Un protagonista sardo nel Risorgimento italiano » (Poliedro, Nuoro, 2017) e Arianna Onidi, « Giorgio Asproni, Vita di un ribelle » (Palabanda Edizioni, Cagliari, 2017).
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In « Giorgio Asproni, Nel nome della rivoluzione – Un protagonista sardo nel Risorgimento italiano« , l’opera tende a mettere in risalto la figura da comprimario del bittese e di protagonista di vicende storiche cruciali per le sorti della patria. Il primo dei due libri citati è sforzo di ricerca collettivo nel vero senso della parola. La sua realizzazione, infatti, non sarebbe stata possibile senza l’impegno, da una parte, nel corso degli anni, del Gruppo di studio e Ricerca formato da molti studenti del Liceo Classico Asproni per le celebrazioni relative ai 150 dell’Unità d’Italia e per il bicentenario della nascita di Asproni, dall’altra del Comitato scientifico costituito da storici di prestigio come Orrù, Brigaglia, Turtas, Accardo e altri, nonché delle numerose istituzioni coinvolte (tra di esse Regione sarda, Prefettura, Provincia e Comune di Nuoro, la Camera dei Deputati e il Museo Nazionale del Risorgimento di Torino, e cosi via).
I contenuti del volume sono fondati, tra l’altro, su una serie di documenti editi e inediti pressoché sconosciuti e di notevole valore storico. Dalle carte di Asproni, in particolare, emergono i nomi di Cavour, Garibaldi, Mazzini, Cattaneo, Crispi, Gioberti, De Pretis, Brofferio, Ferrari, Bertani e Bakunin. L’importanza di una pubblicazione come questa appare implicitamente desumibile dalla domanda posta da Manlio Brigaglia in sede di prefazione: un giovane lettore « potrebbe chiedere se è vera e cosi importante come ho detto la presenza di Asproni nell’albo d’oro […] della storia dei costruttori dell’unità nazionale e perché lo si sente nominare cosi poco nei libri che la raccontano ».
La risposta fornita da Brigaglia non lascia dubbi e pesa, pesa come un macigno per gli apparati dell’Istruzione del nostro Paese e per i responsabili della politica regionale: « Una prima spiegazione », scrive Brigaglia, risiede nell’ « ignoranza della storia del nostro Paese, che è generalizzata in tutto il Paese. Della storia passata e perfino della più vicina […] » Aggiunge l’autorevole storico che esiste « un’altra ignoranza colpevole. Ed è quella della storia della regione e insieme della città (o più ancora, del piccolo centro) dove si abita […] ».
Proprio tenendo a mente le considerazioni di Brigaglia, peraltro, possiamo facilmente notare come l’utilità di questo libro emerga non appena lo si apra e lo si sfogli: il capitolo introduttivo, oltre che delineare i dati biografici salienti di Asproni, prende le mosse dal tentativo dei francesi di occupare « manu militari » la nostra isola e dall’insurrezione che ne seguì. Nel seguito del volume, invece, fino alla morte del politico barbaricino, le instancabili azioni e battaglie di Asproni a favore dell’Unità del nostro paese e dell’opzione repubblicana (scelta che però l’Italia accoglierà solo nel 1948), delle classi operaie, della difesa degli interessi della sua terra natale (Asproni ne propugnò convintamente l’autonomismo politico) e quindi, risolutamente, anche contro il presunto accordo stipulato tra Cavour e Napoleone III per la cessione della nostra isola alla Francia in funzione della liberazione del Veneto. Il volume è arricchito da un nutrito apparato fotografico.
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Il secondo dei volumi citati di Arianna Onidi, « Giorgio Asproni, Vita di un ribelle« , è dovuto alla felice intuizione di una docente di Lettere che ha dedicato la bella e interessante storia della vita di Giorgio Asproni ai lettori più giovani. Una prosa accattivante (Onidi, tra l’altro, ha scelto di far immaginariamente parlare l’uomo politico sardo in prima persona) e scorrevolissima, in effetti, ne denunciano l’assoluta accessibilità anche per i ragazzi che ancora non abbiano completato fasi di formazione superiori o universitarie.
Il racconto fantastico di Asproni non si limita a riferire solo le minuzie biografiche che lo riguardano e che è possibile leggere in forma sintetica dappertutto, viceversa entra nel più profondo del contesto storico ambientale in cui visse il politico e religioso durante gli anni giovanili. L’indole ribelle e la passione politica di Asproni sembrano risaltare da alcune annotazioni che si riferiscono al periodo che egli passò a Nuoro da sacerdote:
« In Curia, infatti, non ero ben visto. I vescovi mi definivano democratico e repubblicano, un pericolo, per dei conservatori come loro; al contrario i preti di campagna, quelli che ogni giorno si confrontavano con i reali problemi dei contadini e dei pastori, mi volevano bene ed erano interessati alle nuove idee liberali che, anche grazie al mio impegno, arrivavano in Sardegna ».
Nel prosieguo dell’esposizione, Asproni racconta delle sue attività di uomo pubblico (quella politica e quella, intensissima e instancabile, di giornalista) e dà conto delle tematiche che lo videro impegnato politicamente: dall’istruzione (il deputato barbaricino si batté ardentemente per una scuola, soprattutto quella elementare, obbligatoria e gratuita per tutti) ai problemi delle isole come la Sardegna (fu il promotore di un progetto che egli chiamò la “Lega delle isole”, che si fondava sulla consapevolezza che le isole hanno delle peculiarità proprie che le differenziano dalla terraferma) alle questioni più specificatamente sarde come quelle relative ai trasporti ferroviari, al brigantaggio, allo spopolamento dell’isola, al fisco, e cosi via.
La lettura dei due volumi presentati è certamente utile a chiunque sia interessato alla storia del Risorgimento italiano e a quella della Sardegna; entrambi approfondiscono in modo originale la vicenda politica ed esistenziale di un uomo il cui pensiero appare attuale e degno di essere divulgato ancora oggi.
Giovanni Graziano Manca
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AA.VV., « Giorgio Asproni, Nel nome della rivoluzione – Un protagonista sardo nel Risorgimento italiano », Poliedro, Nuoro 2017 (pp.144, 26 euro).
Prefazione di Manlio Brigaglia. A cura di Giuseppe Puligheddu.
Un’opera che ricostruisce le vicende politiche e personali di Giorgio Asproni (Bitti 1808-Roma 1876), politico, giornalista, parlamentare, “viaggiatore della libertà”. Amico di Garibaldi, Mazzini, Crispi, Cattaneo, Ferrari e Rattazzi e inflessibile oppositore di Cavour, Asproni trova la sua vocazione politica negli ideali della celebre “Sarda rivoluzione” del 28 Aprile 1794 – celebrata oggi come Sa die de sa Sardigna – grazie all’amicizia con uno dei protagonisti di quei fatti, il can. Salvatore Frassu, segretario di Giò Maria Angioy. La ricostruzione storica si sviluppa accanto a una incisiva colonna iconografica degli eventi e dei personaggi grazie alla preziosa collaborazione di importanti istituzioni museali e archivistiche.
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Arianna Onidi, « Giorgio Asproni, Vita di un ribelle » , Palabanda Edizioni (Collana Azzurra per ragazzi), Cagliari, 2014.
Sono stati pubblicati molti libri autorevoli su Giorgio Asproni: questo è il primo rivolto ai più giovani. Arianna Onidi sceglie di far parlare il personaggio Asproni in prima persona; sullo sfondo dei ricordi c’è la Sardegna rurale della prima metà dell’Ottocento, sconvolta dall’Editto delle Chiudende. Vissuto in un contesto storico tormentato e pieno di speranze, Asproni scelse la carriera ecclesiastica per poter studiare, ma era la politica il suo grande amore. Per 27 anni rappresentò, dai banchi della Sinistra, la Sardegna nel Parlamento Subalpino. In questa veste affrontò i più importanti problemi che affliggevano l’isola: dal sistema scolastico all’agricoltura; dai trasporti al banditismo. Fu tra i primi e più convinti sostenitori dell’autonomia sarda.