“Fedeltà del gelso” di Roberto Concu (Animamundi Edizioni, 2020) è una raccolta poetica gentile, una risposta saggia alla vita, è il poeta che osserva il fluire del tempo, è la voce nascosta tra i rami del gelso. Poeta di nascita, Roberto Concu coltiva il silenzio poetico da sempre, una rivelazione mistica che lo coglie da bambino e mai più lo lascerà, il silenzio così affine alla terra in cui vive, la Sardegna. Ce ne parla Rita Bompadre.
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“Fedeltà del gelso” di Roberto Concu (Animamundi Edizioni, 2020)
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“Fedeltà del gelso” di Roberto Concu è una raccolta poetica gentile, una risposta saggia alla vita, nella costante corrispondenza alla fiducia e all’origine delle parole, il bagaglio sentimentale trasportato dalle stagioni e da ogni benevola esperienza. I versi ricompongono nello spazio metafisico i richiami profondi ed istintivi della terra, nella fantastica distrazione che è l’eredità di un incanto e il premuroso legame con la realtà, l’eterna sospensione che dilata la nobile consistenza del tempo ed occupa l’educata e naturale familiarità ai luoghi e alle persone, con l’immediatezza dei sentimenti e la spontanea armonia con la natura.
Il poeta intrattiene miracolose sensazioni, assolute ed improvvise circostanze poetiche che ispirano la trasposizione simbolica del gelso, osservato in tutti i suoi mutamenti e trasferisce le similitudini originarie arricchendo significati alla vita.
Roberto Concu si descrive fedelmente nell’accoglienza riservata ai suoi versi, teneri, candidi e immaginifici, dove gli accadimenti umani si identificano con la sorprendente e determinante urgenza della vita, nell’impeto entusiastico di creare un componimento poetico dell’anima che trae la sua forza dalle suggestioni dei pensieri e delle immagini.
Il libro intreccia l’autentica manifestazione della verità poetica, il sentimento delle cose, il senso di stupore e meraviglia nei toni semplici e rapidi dello spirito libero, un intimismo espressivo e crepuscolare, l’attimo presente oltre le stagioni che aprono l’anno naturale, i luoghi del cuore esposti allo scorrere inesorabile del tempo, in una cortina di ombre e luce, di gioia e di tristezza.
Una letteraria e nostalgica bellezza degli spazi, il compimento di un’alleanza emotiva, il valore estetico dell’illuminazione che non consuma e non inganna la memoria di ogni vissuto. L’autore assapora la grazia degli incantesimi e la naturale abitudine della realtà quotidiana, rifugiandosi negli interni del silenzio, ritrovando la confidenza diffusa delle atmosfere e dedicando il tempo ai sogni, proteggendoli e coltivandoli al di là dell’indifferenza dei tempi.
Spirito romantico, nel caldo e ammantato colore della speranza, lo spirito poetico giunge ad una meta riservata, privata, lontana dai clamori del mondo, adagiando l’atemporaneità dei valori affettivi, proiettando nel cuore di un destino che pulsa e batte gli attimi della vita, scandita dal torpore e dalla compiacente indolenza assopita di chi sa vivere altrove, altre vie, altri destini. L’energia espressiva ed ospitale delle parole accompagna la delicatezza dell’appartenenza, con la generosità della contemplazione per i frutti che la poesia dona, cinge il legame con l’evocazione dei sentimenti, stringendo l’alleanza con la bellezza di ogni destinazione umana.
Rita Bompadre – Centro di Lettura “Arturo Piatti”
SINOSSI – Roberto Concu racconta che nel giardino di fronte alla sua casa, il vicino coltiva un albero di gelso. (…) I rami crescono vigosorsi, giorno dopo giorno, stagione dopo stagione. Nel tempo, Concu e la compagna Laura hanno iniziato ad accorgersi della sua presenza, a osservarne le variazioni e i movimenti (…) Quel rito distratto è diventato una consuetudine attenta e costante. Il gelso ha cosi iniziato a far parte della vita quotidiana. Prodigo di sì il gelso torna, seguendo la scansione dei mesi, a offrire sé stesso (…). Per questo Concu parla di una fedeltà del gelso: l’albero non si risparmia. Ma il gelso di Roberto Concu fa da specchio anche alla fedeltà del poeta stesso, che, quasi con devozione, osserva, nello scorrere dei giorni, le metamorfosi del gelso, collocandolo nel più vasto fluire di un tempo che sempre di nuovo ritorna, e di una lingua che si esprime nel silenzio di una nuova voce nascosta (Dall’introduzione di Gabriella Caramore).
BIOGRAFIA – Roberto Concu ha pubblicato le raccolta di poesie Esercizi di salvezza (Ed. Il maestrale, 2000) e Tutto ciò che so (Terra d’ulivi Edizioni, 2015), e il romanzo Verità per verità (Ed. Il maestrale, 2005). Nuorese di nascita, vive e lavora a Cagliari. Collabora con il giornale online Cronache Letterarie. Fa parte del Direttivo del Circolo dei lettori e Presidio del libro di Elmas col quale, dal 2015, propone l’incontro mensile di poesia « La forma dell’attesa ». Questi incontri sono aperti a tutti coloro che hanno il desiderio di condividere la propria esperienza poetica. Lo spirito di queste serate è riscoprire l’importanza dell’ascolto e della condivisione senza nessun giudizio poetico.
« Nel mio percorso di vita ho incontrato prima la meditazione trascendentale poi lo zen. Non ho avuto bisogno di andare in Giappone per scoprire questa via di ricerca interiore perché il silenzio è talmente affine alla terra in cui vivo, alle mie esperienze e al mio modo di essere. Non dico del silenzio quale assenza di rumore, al contrario. La via dello zen riporta mani e piedi, mente e cuore dentro la realtà di ogni giorno per cercare di viverla pienamente per ciò che è. Non a caso in esergo a questa raccolta di poesie ho riportato i versi di Dogen Zenji, uno dei maestri zen più rilevanti anche per la cultura nipponica. Lo zen aiuta a togliere gli orpelli, ciò che aggiungiamo alla realtà per vedere le cose così come sono. Un ritorno all’essenzialità proprio come la poesia. Infatti, molti maestri zen hanno scelto la poesia come forma espressiva ».
Selezione di testi scelti da Rita Bompadre:
Mattino.
Nella sacralità del silenzio
odo il canto
della figlia del giardiniere
un’onda di mistero
mi commuove.
O dolce, ridente Saffo
Nuovo gennaio.
Spoglio il gelso –
monaco fedele al voto –
la verità oltre la parola
esige il medesimo linguaggio
spoglio
Foglie parole
ammucchiate
agli angoli del cortile
Come transita in fretta
la luce nell’ombra
Parola è il volto
presenza che si auto-nega
sino a non mostrarsi più
e spingerci
laddove il dolore
è conoscenza
la voce un passo
tra possibile e impossibile
Mostrare il volto
le cose
il loro –
osceno
L’inizio della pioggia
accorda il giorno
con la pelle tesa delle foglie
Rifuggono i merli e i
passeri venuti a beccare
le briciole sul balcone
Matura la luce
allo stesso ritmo secolare
della pioggia
tutto è pace e desiderio
prima che il mondo si risvegli
Un nuovo alfabeto
oltre l’egoismo
l’oscuramento
la corruzione –
Aleph e Ghimel –
fedeltà e primavera
una nuova voce
con cui
manomettere
il nome d’ogni cosa
riconoscere
la sacralità del silenzio
davanti al muro del Mistero