Rimpianto oggi più che mai, grazie a quella manciata di film che realizzò da regista (Il colosso di Rodi, 1961, Per un pugno di dollari, 1964, Per qualche dollaro in più, 1965, Il buono, il brutto, il cattivo, 1966, C’era una volta il West, 1968, Giù la testa, 1971 e C’era una volta in America, 1984), a Sergio Leone è certamente riuscita l’impresa di entrare per sempre nella storia della settima arte di tutti i tempi e di influenzare uomini di cinema che a loro volta rappresentano dei capisaldi imprescindibili del mondo della celluloide. Leone rappresentò il west come nessun altro.
I suoi film, quelli che diedero la stura ad un fenomeno economico, culturale e di intrattenimento senza precedenti nella storia della cinematografia italiana e internazionale come quello degli “spaghetti western”, si dipanano tra realtà e fantasia, tra invenzioni sceniche e narrative e vicende verosimili che riflettono quell’affascinante frammento della storia degli Stati uniti d’America che riguarda i territori dell’Ovest degli USA nel periodo della loro occupazione da parte degli americani o immigrati bianchi, grossomodo lungo tutto il XIX secolo. I film di Leone, da Il colosso di Rodi a C’era una volta in America, riflettono una visione del mondo lucida e pessimistica, anche sotto un punto di vista strettamente politico, del loro autore. Ricorrono, quest’anno, i trent’anni dalla morte di questo straordinario cineasta (Leone muore di infarto a Roma nel 1989, ad appena sessant’anni).
Il Saggiatore propone in Italia le conversazioni con Noël Simsolo, regista francese, storico del cinema e amico personale di Leone. Assai opportuna questa pubblicazione nel nostro paese, dove ancora il libro non era stato pubblicato: essa, appare di grande interesse fin dalle sue prime pagine, costituendo una sorta di ultimo testamento fatto di sole parole che illuminano ogni angolo della complessa personalità umana e artistica di Leone. “C’era una volta il cinema – I miei film, la mia vita” (Il saggiatore, 232 pp. 24 euro) è stato realizzato in un lasso di tempo piuttosto ampio: alla base di questo libro ci sono quindici anni di amicizia, sostiene Simsolo, di dialogo continuo, di festival cinematografici, di passeggiate, di animate discussioni e di folli risate, di convivenza, di conversazioni telefoniche con Sergio Leone. Il regista romano, peraltro, sembra essersi prestato al gioco con sincerità e metodo; il libro è stato strutturato per capitoli e attraverso di essi si dipana una storia, quella che racconta con dovizia di curiosi particolari la vicenda esistenziale, umana e artistica del cineasta romano.
Come ogni storia che si rispetti essa prende le mosse dalle origini: la vita culturale nella novecentesca Napoli (città dove si era stabilito suo padre, cineasta e attore), il fascismo. Prosegue con la narrazione dell’infanzia di Sergio, gli studi, la scoperta del cinema. Preziosi, come è facile immaginare, i capitoli dedicati ai singoli capolavori cinematografici che hanno visto il nostro impegnato alla regia. Del suo primo film, “Il Colosso di Rodi”, Leone sorprendentemente rivela: “Non è male. Soprattutto l’aspetto kitsch dei costumi che aiutava a farne una parodia del genere. Un’abbondanza di cattivo gusto tale da caricare alla perfezione la falsità del prodotto: un film di stucco e cartapesta.”
E di “C’era una volta in America”, il più maturo, probabilmente il più impegnativo dei film di Sergio Leone: “È il più americano dei film italiani. Prima di tutto, perché io sono romano e un po’ napoletano. Ho fatto un bilancio della mia vita e di tutta la mia esperienza con quel film. In fin dei conti, è una biografia su due livelli: la mia vita personale e la mia vita da spettatore di cinema americano.” “C’era una volta in America” chiude, in un certo senso, il cerchio dell’esperienza artistica di Sergio Leone che dal canto suo confessa che, dopo averlo realizzato, trova difficile pensare a nuovi progetti. Un libro illuminante, quello di cui si è parlato, per tutti coloro che hanno amato e amano la cinematografia di Sergio Leone, per tutti gli appassionati di cinema italiano, per i cultori della settima arte tout court.
“Sergio Leone. C’era una volta il cinema – I miei film, la mia vita”, a cura di Noël Simsolo – Il Saggiatore, Milano 2019.
« C’era una volta il cinema » – frutto di quindici anni di dialogo ininterrotto con Noël Simsolo tra Parigi, Cannes e Roma – è il testo cui Leone ha affidato il racconto della propria vita e di tutti i film che ha girato. I fotogrammi dei suoi ricordi portano impressi il cappello di Clint Eastwood e la barba mal rasata di Gian Maria Volonté, le melodie di Ennio Morricone, lo sguardo di Claudia Cardinale e il sorriso offuscato di Robert De Niro, gli incontri con Pier Paolo Pasolini, Klaus Kinski e Orson Welles. Leggere questo memoir-intervista è come ritrovare in una vecchia cassetta una voce che si credeva smarrita.