“Mannaggia chi t’ha…Ma questo è il capo del governo o solo il capo di un partito?”
E’ l’esclamazione dura di un pensionato davanti ad un televisore in una villa cittadina: si stanno trasmettendo le immagini dai vari tg della sera dai quali campeggia sempre lui, il premier che parla male degli avversari nel ballottaggio prossimo venturo delle grandi città, a partire dalla sua, Milano. L’imprecazione può apparire eccessiva, dialettale, corposa e volgare, ma il seguito che esclama un cittadino qualsiasi è profondo, quanto mai appropriato nel senso che giudica una bestemmia il ruolo che il primo ministro esercita da buon padrone delle emittenti, pubbliche e private, scendendo davvero in campo per difendere gli interessi “solo” della sua parte politica. Lo avremmo immaginato un capo di governo della tanto vituperata prima repubblica abbassarsi in maniera così rozza e grossolana a difendere la sua fazione politica? Proprio non lo immaginiamo. E’ il segno della disperazione dunque, il crepuscolo che preannuncia ancora una notte. Il buio intorno. Il premier assomiglia sempre più alla maschera che il regista Sorrentino mette all’attore Servillo nel suo cospicuo film “Il Divo”, con le sembianze di Andreotti. Il crepuscolo insomma, mentre a Madrid i giovani Indignados si mobilitano in piazza, nel Magreb si fanno cadere le dittature, da queste parti si urla al vento, si vuol credere sempre più nelle coordinate democratiche: la voce del pensionato ascoltata sa di maldicenza, ma pure di estenuazione verso questo dispotismo soft e persino post-moderno.
Forse il vento cambierà davvero? Malcolm X, leader dei diritti degli afroamericani, aveva scritto nel secolo scorso: “Nessuno vi può dare la libertà, nessuno vi può dare l’uguaglianza e la giustizia. Se siete uomini, prendetevela”.
Armando Lostaglio