Nell’ambito del progetto “Patrimoni per una cultura di Pace” lanciato dall’UNESCO nel decennio internazionale della “Cultura di Pace e della non violenza, 2000 – 2010”, la Federazione Italiana dei Club e Centri UNESCO, nella persona della sua presidente Marialuisa Stringa, delegata per l’Italia a rappresentare il programma UNESCO “Heritage for a Culture of Peace” ha accolto la richiesta del Club UNESCO Caserta, di nominare il Real Sito di Carditello “monumento simbolo di pace”. L’indicazione del capolavoro dell’architettura borbonica è avvenuta a seguito di incontri, seminari e sondaggi, con le associazioni del territorio e le collettività locali, ed è stata sostenuta da una petizione popolare di circa 300 firme.
Carditello
I « monumenti e siti testimoni di pace » rientrano esclusivamente nel programma per la cultura di pace, e si differenziano, pertanto, dai « Siti Patrimonio Mondiale » protetti dall’UNESCO nel rispetto della World Heritage Convention (1972). Il valore artistico ed estetico risulta pertanto secondario per tale riconoscimento. E’ primario invece il concetto secondo cui il luogo o il sito indicato devono avere rappresentato – e devono continuare a rappresentarlo tuttora – un simbolo di pace, sentito come tale dai cittadini ai quali il bene indicato « appartiene » simbolicamente. Il valore del programma è stato riconfermato dal Consiglio Mondiale della Federazione delle Associazioni, Club e Centri UNESCO, riunito a Ekaterinenburg in Russia nell’agosto 2008, che lo ha indicato fra le priorità per l’azione dei Club UNESCO di tutto il mondo.
Carditello è uno dei siti reali borbonici della Provincia di Caserta di cui fanno parte anche la Reggia di Caserta ed il Complesso di San Leucio. Il sito fu voluto del Re di Napoli Carlo di Borbone che aveva deciso di impiantare un allevamento di cavalli nel feudo appartenente al Conte d’Acerra. Il Re Carlo avviò nel 1734 un progetto a vasta scala territoriale che comprendeva la bonifica dell’area, la realizzazione di una nuova capitale del Regno (Caserta) e di nuove residenze reali, fra cui Carditello. Fu solo durante il regno del figlio Ferdinando che l’architetto Francesco Collecini, il più brillante fra gli allievi di Luigi Vanvitelli, ebbe l’incarico, nel 1787, di progettare gli edifici che avessero la duplice funzione di « rifugio » reale per la caccia e di azienda agricola. Durante il regno di Ferdinando (1810-1859) fu dato un maggiore impulso alla coltivazione agricola e Carditello divenne una dinamica azienda, ben organizzata nella produzione e commercializzazione dei prodotti agricoli e caseari. Nelle intenzioni di Ferdinando, Carditello doveva simboleggiare la sua adesione alla politica agricola tradizionale del territorio, mentre il vicino Complesso di San Leucio doveva rappresentare la spinta verso il nuovo modello di sviluppo industriale, nato dalle idee dell’illuminismo, che avrebbe portato benessere alla popolazione locale.
Facciata
L’illuminato management del sito portò a quello che oggi sarebbe definito uno “sviluppo sostenibile” del territorio con un alleviamento delle condizioni di povertà delle popolazioni locali, una diminuzione dei conflitti sociali ed un’approfondita conoscenza delle lavorazioni tradizionali, “beni intangibili” da tutelare. Per tali motivi il Real Sito di Carditello ha rappresentato per la storia degli abitanti della Provincia di Caserta non solo un monumento di pregio, ma soprattutto, un emblema di stabilità civile e di pace. Oggi queste caratteristiche si sono perse e la nomina del sito a “Monumento Simbolo di Pace” può consentire alla collettività locale di ritrovare le sue importanti radici simboliche e storiche.
Il Real Sito di Carditello è uno “straordinario” luogo di memorie storico – architettoniche, storico – artistiche, ma anche emblematico simbolo, come molti capolavori di architettura storica, della mala sorte del Meridione d’Italia. L’attuale stato di abbandono, gli intonaci scrostati dal tempo, gli affreschi deturpati e il mal uso non sono riusciti a cancellare la bellezza delle sua architettura, ma sono necessarie immediate opere di restauro per poter far risplendere questo gioiello del “genio creativo umano”.
Affreschi di Carditello
In tale logica, il Club UNESCO Caserta, al fine di recuperare il sito e di renderlo fattivamente “Monumento Messaggero di Pace”, ha proposto di realizzare all’interno del monumento di Carditello una “Centro Internazionale di ricerche e formazione di Storia della Pace”. Il centro di ricerche consentirebbe di rendere nuovamente vivo il monumento, che ha bisogno di una ri-funzionalizzazione compatibile con la sua matrice storica. La realizzazione del progetto trascenderebbe il significato stesso a cui si ispira, di equilibrio sociale e tolleranza, per materializzarsi in una fabbrica di conoscenze e di ideali. Esso assumerebbe un particolare valore in un territorio dove spesso i conflitti sociali dovuti alla mancanza di lavoro ed all’immigrazione clandestina, così come la carenza di una gestione attenta ed organizzata del territorio, dovuta alle emergenze ambientali e criminali, sono stati troppo spesso evidenziati ed ingigantiti dagli organi di informazione nazionali ed internazionali.
Carditello – esterno
I giornali e le televisioni non parlano però delle tante “eccellenze” del territorio: dal sito Patrimonio Mondiale costituito dalla Reggia di Caserta, dall’Acquedotto Carolino e dal Complesso di San Leucio, a Casetavecchia, borgo medioevale fondato nell’VIII secolo, stretto intorno alla cattedrale e caratterizzato da diversi stili ed influenze, che affascina ed emoziona per le splendide case in tufo, i cortili, le logge, i portali. Ancora, l’Anfiteatro Campano di Santa Maria Capua Vetere, secondo per dimensioni solo al Colosseo. Quando fu eretto fra il I ed il II secolo si sviluppava su quattro piani. Nei sotterranei visitabili si possono ammirare terracotte, sculture, vasi ed anfore. Di particolare rilievo è anche la città di Capua, che offre eccezionali esempi di arte medioevale ed è famosa per il suo Museo Archeologico che conserva capolavori artigianali dell’arte sannita, etrusca, latina e greca. Nella vicina città di Aversa, fondata dai Normanni, è locata una stupenda cattedrale romanica dell’XI secolo. Sono inoltre da ricordare nella stessa provincia, solo per citare alcuni esempi, la Basilica di Sant’Angelo in Formis, che è uno dei più importanti monumenti medioevali in Italia, Calvi Risorta, Sessa Aurunca, Sant’Agata dei Goti ed il Litorale Domitio, con i suoi 40 chilometri di spiagge e di macchia mediterranea protetta, l’oasi dei variconi, gli scavi di Litaernum, ed i tanti servizi di attrazione turistica.
Littorale Domitio
Oasi dei Variconi
Nel progetto che ho elaborato in qualità di uno dei cinque vincitori al mondo per un Master in Gestione del Patrimonio dell’Umanità (UNESCO Vocations Patrimoine fellowship 2007-09), propongo di realizzare un network fra i cinque siti UNESCO della Regione Campania (Napoli, Caserta, Pompei, Costiere Amalfitana e del Cilento). Inoltre, si propone di costituire, per ogni sito Patrimonio Mondiale, un “distretto culturale”, incentrato sul sito UNESCO che includesse anche località di pregio architettonico, monumenti e siti naturalistici minori, ma non per questo meno belli e significativi. La realizzazione del network fra i siti UNESCO e dei cinque “distretti culturali” potrebbe comportare un riequilibrio fra i flussi turistici regionali, un incremento dei visitatori ed il conseguente sviluppo economico legato alle attività turistiche anche in centri minori, nel rispetto dei principi della tutela ambientale e dello sviluppo sostenibile.
Il Real Sito di Carditello, all’interno del “distretto culturale casertano”, che fra l’altro comprende le località sopra descritte, assumerebbe un significato strategico, non solo come elemento di pregio architettonico, ma anche e soprattutto per il proprio valore simbolico, in un territorio che ha bisogno di ritrovare orgoglio, radici, cultura ed umanità.
Alessandro Ciambrone
Lettera di attestazione di tale riconoscimento dalla Federazione Italiana Club e Centro UNESCO