Al cinema in Francia, Miss Marx, un film scritto e diretto da Susanna Nicchiarelli

Esce finalmente a Parigi e in alcune città francesi il 4 maggio il film Miss Marx portato in concorso alla 77. Mostra di Venezia (vedi Allocine.fr), un biopic su Eleanor, la figlia più piccola di Karl Marx, per la regia di Susanna Nicchiarelli.

al cinema in Francia

È colta e brillante Eleanor, la “Miss Marx” riletta da Susanna Nicchiarelli. È la figlia minore del filosofo economista di Treviri, Karl, che con Freud ed Einstein (tutti di origine ebraica) hanno mutato, nei diversi ambiti, il corso dell’era moderna. La giovane Eleanor, che amorevolmente chiamano Tussy, si batte per promuovere e divulgare le idee e la pratica del socialismo nel Regno Unito. Collabora assiduamente con il padre, l’autore del Capitale. Continua a coltivare l’amicizia familiare con Friedrich Engels, intellettuale e benefattore. Partecipa e fomenta le lotte operaie, battendosi per il suffragio e i diritti delle donne, e soprattutto per l’abolizione del lavoro minorile. È poetica e struggente la scena del bambino che la conduce nei putridi sobborghi londinesi di olezzo dickensiano. Sono gli sfruttati e gli ultimi coloro che più di tutti fanno breccia nel suo cuore.

La giovane regista Susanna Nicchiarelli (di scuola morettiana) ci conduce nei meandri di questa personalità semplice e complessa ad un tempo. La passione politica non disgiunta da una presa di coscienza individuale che talvolta confligge anche in relazione ad una educazione fin troppo rigida, di un padre intellettualmente capace di modificare coi suoi scritti il divenire della Storia; ma evidentemente poco avvezzo ai doveri di un ruolo che esige forse maggiori attenzioni.

Il film si apre proprio con il funerale del padre, quasi una sorta di affrancamento dall’essere figlia, pur ereditiera di tanti ideali ed utopie. Toccante la scena della deposizione delle ceneri sul fiume cantando L’Internazionale in lingua francese.

Nel 1883, Eleanor (ben interpretata da Romola Garai) conosce Edward Aveling (è Patrick Kennedy, entrambi di formazione inglese); la sua intensa esistenza verrà dissestata da un amore tragico e passionale. È un uomo culturalmente esaltato quanto egoista, indifferente al danaro, cui la giovane Marx reagisce contrapponendo la forza di un femminismo in nuce, pur levigato da un profondo senso di femminilità. Quando l’uomo andrà via da lei, Eleanor indosserà un abito da sposa, e si toglierà la vita, con acido prussico. Lascia un biglietto: ‘La mia ultima parola per te è la stessa che ho pronunciato in questi lunghi, tristi anni: amore’. Anche una sorella maggiore, Laura Marx, si toglierà la vita. Alla sua tragica fine, a soli 43 anni, le si addice un verso di Bronwell Bronte: “Aprile è il mese più crudele, genera lillà da terra morta, confonde memoria e desiderio”.

La nitida sceneggiatura della Nicchiarelli rivaluta – fra memoria e desiderio – una esistenza al femminile tormentata quanto innocente; sembra che, pur nei costumi ottocenteschi (ben disegnati da Massimo Cantini Perrini) possa celarsi la vita tormentata di Nico, la cantante Christa Paffgen cui dedicò il suo precedente film (premiato a Venezia in Orizzonti, tre anni or sono). Vite nella burrasca degli eventi, inquietudine contemporanea al di là delle epoche: è infatti la musica rock-punk a sottolinearne le vicissitudini e le diverse traversie. Anche qui viene sottolineata da una colonna sonora di un gruppo rock: i torinesi Gatto Ciliegia contro il Grande Freddo. Espediente moderno per un film di tematiche storiche: lo adottò nel 2006 Sofia Coppola con il suo “Marie Antoinette”. Miss Marx si lascia andare in un finale trascinante da sballo rock; in precedenti sequenze guarda in macchina per esporre allo spettatore le proprie posizioni sociopolitiche.
Donne più avanti rispetto alla propria epoca, nella riproposizione di una identità al femminile che reclama sempre una parità di genere di là da venire.
Susanna Nicchiarelli sa osare con destrezza e lungimiranza.

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di Armando Lostaglio

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Armando Lostaglio
ARMANDO LOSTAGLIO iscritto all'Ordine dei Giornalisti di Basilicata; fondatore del CineClub Vittorio De Sica - Cinit di Rionero in Vulture nel 1994 con oltre 150 iscritti; promotore di altri cinecircoli Cinit, e di mostre di cinema per scuole, carceri, centri anziani; autore di testi di cinema: Sequenze (La Nuova del Sud, 2006); Schermi Riflessi (EditricErmes, 2011); autore dei docufilm: Albe dentro l'imbrunire (2012); Il genio contro - Guy Debord e il cinema nell'avangardia (2013); La strada meno battura - a cavallo sulla Via Herculia (2014); Il cinema e il Blues (2016); Il cinema e il brigantaggio (2017). Collaboratore di riviste e giornali: La Nuova del Sud, e web Altritaliani (Parigi), Cabiria, Francavillainforma; Tg7 Basilicata.

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