Giorgio Bassani: «un poeta, essenzialmente un poeta»

Pubblicato in lingua francese dalle edizioni dell’Istituto Italiano di Cultura di Parigi, Les Cahiers de l’Hôtel de Galliffet, il volume Giorgio Bassani poète. Textes réunis et introduits par Valerio Cappozzo (Parigi, 2024)  [vedi in fondo alla pagina], rappresenta il proseguimento dello studio sistematico della poesia di Giorgio Bassani, già avviato dal curatore nel 2020 con il volume Dal particolare alluniversale. I libri di poesia di Giorgio Bassani *(Giorgio Pozzi Editore, Ravenna, 2020).

In particolare, Giorgio Bassani poète raccoglie gli atti del convegno internazionale omonimo organizzato da Paolo Grossi per la Fondazione Giorgio Bassani, in collaborazione con la regione Emilia Romagna e la città di Ferrara, che si è svolto il 15 ottobre 2021 nella sede dell’Istituto Italiano di Cultura a Parigi, in occasione della pubblicazione della prima edizione critica delle Poesie complete, a cura di Anna Dolfi* e con un’introduzione di Paola Bassani (Feltrinelli, Milano, 2021).

Se è vero che, come Bassani stesso ha dichiarato durante un’intervista ad Anna Dolfi, egli è soprattutto «un poeta, essenzialmente un poeta», l’insieme dei saggi contenuti nel volume esplicita il significato di questo assunto, argomentato da un’altra nota citazione bassaniana, che qui si riporta in francese in ragione del contesto di pubblicazione: «Je ne change jamais de plume. Je n’ai pas une plume pour la prose, une plume pour la poésie, une plume pour les essais critiques, une plume pour les lettres. C’est toujours moi.» (intervista a Bassani di Stelio Cro)

La stretta relazione tra i diversi generi praticati da Bassani emerge chiaramente dal contributo di Marco A. Bazzocchi, Gli occhi di Mosè: sguardi di Bassani tra poesia e prosa, che individua nel tempo non cronologico dominato dalla memoria e nello spazio di frontiera le possibilità di fusione espressiva tra prosa e poesia che rendono impossibile distinguere il poeta dal prosatore.

Le ragioni del rinnovato interesse nei confronti di Bassani da parte del pubblico francese, se mai fosse andato sopito, sono certamente motivate anche dall’inedita traduzione dell’esordio bassaniano alla prosa (Une ville de plaine *, Les Cahiers de L’Hôtel de Galliffet, 2024, traduzione dall’italiano da Vincent d’Orlando), nonché dalle nuove ricerche relative alla biblioteca bassaniana e al periodo giovanile di formazione dello scrittore, in alcuni aspetti esplorato dal saggio di Angela Siciliano, I libri di poesia nella biblioteca del giovane Bassani. Siciliano analizza i luoghi in cui i libri posseduti da Bassani diventano un vero e proprio «spazio di scrittura»: le firme di possesso, le postille di stile e quelle intertestuali, gli abbozzi sui fogli di guardia.

Dans le miroir transalpin

In tale nuova prospettiva d’interesse, si è tenuta anche la giornata di studi dedicata ai rapporti tra Bassani e la Francia, Dans le miroir transalpin, che è stata ospitata dall’Université Sorbonne Nouvelle il 27 novembre 2024.

Bassani aveva una predilezione per la letteratura e la lingua francese, testimoniata anche dalla sua esperienza di traduttore tanto di romanzi quanto di poesia francese. Alcuni suoi saggi di traduzione risalenti alla fase giovanile, prime sperimentazioni poetiche dell’autore, sono infatti stati recentemente pubblicati nel volume Poèmes* (Cahiers de l’Hôtel de Galliffet, 2021, traduzione dall’italiano da Muriel Gallot).

Per questo è assai rilevante che Giorgio Bassani poète si rivolga a un pubblico tanto italofono quanto francofono, grazie all’introduzione in francese a firma di Cappozzo e la presenza di contributi in italiano di alcuni dei maggiori interpreti dell’opera bassaniana, che con tale pubblicazione rivendicano la posizione nel panorama internazionale di Bassani e della critica stessa. A tal proposito si inserisce l’intervento di Peter Robinson, Giorgio Bassani: In rima in inglese. La testimonianza di Robinson in quanto traduttore verso l’inglese delle poesie di Bassani è un prezioso riconoscimento dell’influenza dell’autore sulle opere creative dei traduttori, in particolare per quanto riguarda il lessico e le atmosfere.

Oltre all’internazionalità, un aspetto imprescindibile dell’esperienza bassaniana è la relazione con gli altri scrittori del suo tempo, per i quali egli fu sempre riferimento e baluardo per autonomia e solidità di pensiero. Alcuni di questi rapporti sono già stati esplorati, ma alcune sfumature e l’importanza di certi scambi sono ancora poco noti. Così come l’influenza reciproca tra Bassani e Pasolini, anche quest’ultimo nella fase giovanile dunque fondamentale della sua formazione poetica. Valerio Cappozzo, nel suo contributo «Amare il mondo vedendolo come è»: Pier Paolo Pasolini e la poesia di Giorgio Bassani, restituisce al lettore la mappa di un rapporto speciale tra i due autori i cui punti cardinali sono rappresentati da dediche e contributi critici sulle rispettive opere, oltreché da svariate collaborazioni cinematografiche ed editoriali.

Valter Leonardo Puccetti, in Bassani dicitore e notaio dell’assenza, si concentra invece sull’aspetto performativo delle letture bassaniane, definendo la sua recitazione «selenica», in cui ogni parola è epigrafe e lo stile epitaffico, a richiamare l’associazione con la figura di Orfeo, ulteriormente approfondita da Martina Piperno nel suo Catabasi, testimonianza e responsabilità della poesia in Epitaffio e In gran segreto.

In effetti, la poesia bassaniana non è fine a se stessa, ma in essa ogni aspetto estetico ha una specifica finalità politica e sociale. A riprova di ciò, Piperno argomenta come, da novello Orfeo, Bassani scenda nell’inferno mortifero della memoria soprattutto per trovare una via d’uscita verso la vita.

Questa come le altre tematiche sono sempre contestualizzate all’interno di coordinate spazio-temporali ben precise di cui ci rendono conto rispettivamente Anna Dolfi in Dislocazione degli spazi e immagine dellio poeta e Jean Nimis in Lopera in versi di Giorgio Bassani: gravitazione poetica e brecce nel tempo. Se Dolfi descrive la struttura di quel labirinto in cui vaga l’io del poeta perdendosi nel ricordo fantasmatico di luoghi abitati che riacquistano consistenza nella scrittura, Nimis sottolinea come l’oscillazione tra passato e presente, scandita dalla tragicità degli eventi storici, costituisca la base del valore testimoniale della poesia bassaniana.

Il volume Giorgio Bassani poète si chiude con una nota ad alto tasso di emotività che rende giustizia a uno scrittore così amato, grazie all’intervista di Roberta Antognini e Peter Robinson, confluita nel contributo Per parlare di Bassani. In conversazione con Anna Dolfi. Il formato dell’intervista segue le «In risposta» di Bassani, e dunque le domande non compaiono esplicitamente affinché si evincano dalla voce di Anna Dolfi che restituisce la sua esperienza di studiosa privilegiata per aver vissuto a stretto contatto con l’autore.

L’accessibilità e la godibilità delle opere in poesia e in prosa di Bassani sono al centro di tutti saggi critici presenti in questo prezioso volume, la cui cifra distintiva sta nel restituire immagini sempre più luminose degli angoli inesplorati della poetica bassaniana. Inoltre, come in questo caso, l’analisi storico-letteraria è l’occhiale d’oro grazie al quale mettere a fuoco l’umanità di un autore che sempre più si dimostra una figura imprescindibile per la comprensione del suo e del nostro tempo, nonché chiave di lettura retroattiva di fenomeni storici di impatto tanto sulla sua produzione letteraria quanto sulla società italiana e internazionale.

Serena Vinci

*Copertine dei libri citati nell’articolo:

Description complète en français du livre introduisant l’article:

Giorgio Bassani poète
Textes réunis et introduits par Valerio Cappozzo (éd.)
Actes du Colloque du 15 octobre 2021
Cahiers de l’Hôtel de Galliffet
ISBN : 978-2-919205-42-4
pages 216
Date de publication : 22 mai 2024
Prix 18 €
Description: Les poèmes de Giorgio Bassani (1916-2000) n’accompagnent pas seulement ses romans. Ils en offrent la vérité, ou, comme il aimait à le dire lui-même : toute la vérité.
En 1961, il écrivait à Michel Mohrt : « Je suis un écrivain lyrique ». Et il ne cessera de le répéter tout au long de sa carrière. C’est pourquoi, de même qu’il avait tenu en 1980 à offrir la version définitive du Roman de Ferrare en rassemblant dans une œuvre unique ses grands livres de prose (Dans les murs ; Les Lunettes d’or ; Le Jardin des Finzi-Contini Derrière la porte ; Le Héron ; L’Odeur du foin), il reprenait deux ans plus tard en un seul volume l’ensemble d’une production poétique dont la composition avait comme enchâssé le Roman de Ferrare : sous le titre d’In rima e senza (Avec et sans rimes), il réunissait Storie dei poveri amanti (1945), Te lucis ante (1947), Un’altra libertà (1951), Epitaffio (1974) et In gran segreto (1978).
À l’occasion de la publication en Italie de l’édition complète de ses poèmes et, en France, d’une nouvelle édition, revue et augmentée, d’une large sélection de textes poétiques en traduction française, un colloque consacré à « Giorgio Bassani poète » s’est tenu à Paris le 15 octobre 2021.
Les interventions réunies dans ce volume des actes offrent des itinéraires de lecture dans un univers poétique marqué par une surprenante variété de registres : des tonalités plus lyriques des premiers recueils jusqu’aux vers en forme d’épitaphes des années 70, où l’invective la plus mordante alterne avec les notes, parfois amères, d’un mémorialisme désenchanté, teinté d’autodérision.

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Serena Vinci
Serena Vinci è italianista presso l'Università di Modena e Reggio Emilia. I suoi interessi di ricerca vertono sulla letteratura italiana in prospettiva transculturale e sugli studi di genere. Si è occupata in particolare della ricezione di Bassani, Gadda e Ortese in Francia. È autrice di un saggio, "Ragazze selvagge. Funzione narrativa ed evolutiva della selvatichezza" (Divergenze, 2024), e di un romanzo, "Il sangue che ti scorre accanto" (Les Flâneurs, 2023).

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