Il thriller The Burnt Orange Heresy diretto dal regista italiano Giuseppe Capotondi con Claes Bang, Elizabeth Debicki, Donald Sutherland e l’atteso Mick Jagger, sarà il film di chiusura, Fuori Concorso, della 76a Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, sempre diretta da Alberto Barbera ed organizzata dalla Biennale di Venezia ancor presieduta da Paolo Baratta.
La pellicola sarà proiettata in prima mondiale sabato 7 settembre, nella Sala Grande del Palazzo del Cinema al Lido di Venezia: a seguire la cerimonia di premiazione.
Il mondo dell’arte e quello della malavita italiani si incrociano nell’elegante thriller neo-noir, opera seconda di Capotondi che finora si è dedicato ad altre forme cinematografiche ed audiovisive quali centinaia di spots pubblicitari, video musicali e serie televisive di certo successo come Suburra.
È ambientato nell’Italia di oggi ed è tratto dal romanzo Il Quadro eretico di Charles Willeford, poi sceneggiato da Scott B. Smith. Si avvale di un eccellente cast internazionale.
Breve sinossi: Il carismatico critico d’arte James Figueras (Claes Bang) seduce l’affascinante turista Berenice Hollis (Elizabeth Debicki). I due nuovi innamorati raggiungono la lussuosa proprietà sul Lago di Como del potente collezionista d’arte Cassidy (Mick Jagger, il mitico ‘super’ Rolling Stone, reduce, come è noto, da problemi di salute, interprete di un film a più di dieci anni da The Bank Job di Roger Donaldson).
Questi rivela di essere il mecenate dello schivo Jerome Debney (il sempre grande ed indimenticato Donald Sutherland che ogni tanto torna a far capatine nel cine-business), una sorta di ‘iniziato’ del mondo dell’arte, ed avanza ai due una strana proposta: rubare a qualsiasi costo uno dei capolavori dello stesso Debney dallo studio dell’artista.
Ma appena la coppia inizia a conoscere ‘la vittima designata’, capisce che nulla di quel personaggio e della loro missione è, per davvero, ciò che sembra.
di Maria Cristina Nascosi Sandri
Giuseppe Capotondi – Nota biografica
Dopo gli studi di filosofia all’Università Statale di Milano, Giuseppe Capotondi ha iniziato a dirigere video musicali e pubblicità televisive dall’età di 23 anni, e ha continuato senza sosta da allora. Ha diretto più di 250 video e spot fino a oggi, vincendo diversi premi internazionali inclusi il D&AD e il Leone della pubblicità a Cannes. Nel 2009 il primo lungometraggio di finzione di Capotondi, La doppia ora, è stato presentato in concorso alla 66. Mostra di Venezia, ottenendo recensioni entusiaste e facendo vincere la Coppa Volpi per la migliore attrice alla sua protagonista Kseniya Rappoport. In seguito Capotondi ha diretto due documentari e diversi episodi televisivi quali Berlin Station per Epix, Suburra per Netflix ed Endeavour per ITV. The Burnt Orange Heresy è il suo secondo lungometraggio.