Dal primo Dicembre, la Fondazione di Venezia apre al pubblico l’avveniristico Museo M9, a Mestre, in prossimità di Venezia. Sarà dedicato al Novecento, ma estenderà i suoi limiti fino a comprendere l’annessione del Veneto al Regno d’Italia ed andrà oltre il XX secolo. Una «casa degli italiani» che racconterà in otto sezioni «come eravamo, come siamo».
Il Novecento non sarà più chiamato “il secolo breve”, ma sarà abbastanza lungo fino a comprendere la caduta delle Torri gemelle a New York.
Questo accade in concomitanza con la nuova realtà del Museo che è a tre piani, costruito dallo studio berlinese Sauerbruch Hutton, anni fa, ora riqualificato insieme a tutta l’area che lo circonda di diecimila metri quadrati con un progetto di centodieci milioni di euro investiti dalla Fondazione Venezia, derivata dalla Cassa di Risparmio di Venezia.
All’ex Convento di Santa Maria delle Grazie, trasformato dopo l’età napoleonica in caserma, si affiancano quattro edifici che ospitano la parte commerciale destinata ad integrarsi con il resto della costruzione conferendole autonomia e cioè negozi, caffè, aziende, vari ingressi, micropiazze, per dare l’idea d’una città dentro un’altra città, in forma labirintica, non per creare spaesamento, ma per offrire mille opportunità come nella fantasia di Italo Calvino, uno dei più fervidi autori dello stesso secolo. Ricordate il suo Le città invisibili ? La scommessa ora è di farle diventare visibili.
L’architettura gareggia con l’arte della scrittura ed arriva a sfidarla. Ben meritava il Novecento questo impianto di diversificazione per consegnare ai visitatori la multiforme varietà dei suoi aspetti che non s’affidano più ai consueti contenuti di tutti gli altri musei: statue, quadri, manufatti e quant’altro di significativo ci sia da valorizzare, ma solo fotografie e digitale che poi sono la sua essenziale pecularietà.
Al piano terra un Auditorium di 200 posti, dotati di visori VR sarà intitolato a Cesare De Michelis, l’italianista ed editore veneziano scomparso il 10 agosto, presidente del Comitato scientifico.
Al primo piano tutte le trasformazioni della vita quotidiana degli Italiani: la casa, l’alimentazione, gli stili di vita.
Al secondo: la società, la politica, la cultura, l’economia.
Al terzo: mostre contemporanee, tra cui sarà inaugurata il 23 dicembre: L’Italia dei fotografi. 24 storie d’autore a cura di Denis Curti, direttore della Casa dei Tre Oci a Venezia e realizzata da Civita Tre Venezie.
Numerose sono le sezioni di questo Museo originale. Si va dalla Demografia (Consumi, Costumi e stili di vita) alla Scienza, Tecnologia, Economia, Lavoro, Paesaggi e Insediamenti urbani, lo Stato, le Istituzioni, l’Informazione e l’Educazione. I materiali provengono da 150 Archivi e da 60 installlazioni multimediali e interattive. Al secondo piano c‘è un rifugio antiaereo della II Guerra Mondiale. Tutto per rivivere le emozioni di quei momenti : il buio, le sirene, i rumori delle bombe che cadono, mentre si sentono le testimonianze di quanti hanno vissuto tali esperienze.
Sono raccolti con cura i discorsi dei politici più in vista, gli anni di piombo e della contestazione. C’è una straordinaria quantità di materiale multimediale a disposizione che può accontentare tutte le aspettative d’un pubblico esigente : movimenti, cortei, slogans, comunità, illustrano le particolarità del territorio insieme ai fenomeni più in vista non solo demografici, ma storici, economici, culturali, politici.
Questo è il primo grande Museo multimediale italiano, modello per altri che nasceranno dopo e che ha il compito di conferire qualità e prestigio alle città metropolitane.
Gae Sicari Ruffo