Quali sono le verità e le zone d’ombra che si celano intorno al massacro degli operai italiani nelle saline francesi ad Aigues-Mortes nel 1893? E come perpetuarne il ricordo? Le risposte le troverete sull’ultima edizione del libro «Aigues-Mortes, il massacro degli Italiani» – in francese «Mort aux Italiens!» – di Enzo Barnabà del quale potrete leggere di seguito un’intervista concessa ad Altritaliani sul tema, la genesi e sull’evoluzione delle sue ricerche.
Come è nata l’idea di narrare il massacro di Aigues-Mortes?
Nell’ormai lontano 1975, al volante della mia Cinquecento sfiorai la Camargue per recarmi a Nîmes dove ero stato nominato assistente di italiano. A un tratto, il mio sguardo venne attratto da un cartello che, indicando Aigues-Mortes, fece volare la mia memoria verso l’aula di terza media nel momento in cui il professore di lettere stava raccontando che ad “Aigues-Mortes, ai tempi di Francesco Crispi, i francesi assassinarono gli emigrati italiani”.
Volli saperne di più (quanti morti, in quale contesto, ecc.), ma dopo alcune ricerche rimasi “a bocca asciutta” scoprendo che in Francia la rimozione dei fatti era praticamente totale e che in Italia il massacro è più citato che realmente conosciuto. Per saperne di più non mi restava che consultare l’Archivio dipartimentale dove, dopo un paio di giorni di ricerche, ebbi la fortuna di imbattermi in un dossier Aigues-Mortes contenente un centinaio di documenti di primaria importanza che mi consentì di ricostruire minuto per minuto quanto avvenne in quei terribili giorni. Ma presto mi accorsi che tutto ciò non bastava: bisognava verificare ed approfondire. Occorre consultare altri archivi in Francia e in Italia: le fonti si trovano nei due paesi e chi si limita a uno solo di essi farà, per forza di cose, un lavoro incompleto ed impreciso.
Nel 1993, in occasione del centesimo anniversario, sono stato quindi in grado di pubblicare a Marsiglia e a Torino il primo libro sull’argomento che abbia visto la luce sia in Francia che in Italia. Ugualmente alle mie altre pubblicazioni, ho avuto (ed ho tutt’ora) il forte desiderio di condividere con i lettori quello di cui sono venuto a conoscenza.
Ci potrebbe ricordare i fatti e raccontare alcuni aneddoti presenti nella sua opera?
Il 17 agosto 1893 nelle saline di Aigues-Mortes i lavoratori francesi, e parte della popolazione, al grido «Mort aux Italiens!» diedero la caccia agli italiani emigrati. Il massacro che ne derivò fu allucinante: 10 morti e un centinaio di feriti. La miscela esplosiva possiede tre componenti: organizzazione del lavoro, xenofobia e politica estera. Compito dello storico è quello di scavare e di soppesare la portata di ognuno di questi elementi. Si pensi al ruolo decisivo del lavoro a cottimo, a quello dei rivenditori del lavoro altrui (i bayle come vengono chiamati i caporali nel Midi), alla creazione degli Chasseurs Alpins in funzione antitaliana, al nazionalismo che anima la campagna elettorale per le elezioni politiche che si svolgeranno appena tre giorni dopo l’eccidio…
Un aneddoto: Christian Liger dopo aver letto il mio libro e, come ebbe modo di dirmi, ispirandosi alle mie vicende personali, nel 1999 scrisse il romanzo La nuit de Faraman, la storia di un ricercatore italiano che si reca ad Aigues-Mortes e fa conoscere ai giovani del paese il massacro compiuto dai loro antenati, del quale non avevano mai sentito parlare. Tutto abbastanza vero, peccato però che il protagonista del romanzo assomigli a me quanto io assomiglio a Marcello Mastroianni (molto poco).
Quale crede che sia l’importanza attuale di riportare alla memoria il tragico episodio?
Il passato -è ovvio- ci aiuta a capire il presente. La storia dell’immigrazione italiana in Francia non è stata quel “long fleuve tranquille” di cui spesso si parla. Questo ed altri episodi, seppur meno gravi, ci dimostrano quanto questa idea non sia vera. Ci troviamo di fronte a un fenomeno complesso che va valutato sgombrando il campo da quei pregiudizi (positivi o negativi che siano) che possono appannare la percezione che ognuna delle due “sorelle latine” ha dell’altra.
Qual è stata per lei la portata ideologica di quest’opera?
Sappiamo bene che la storia non si ripete tale e quale (Guicciardini si serviva della metafora delle onde marine che sembrano identiche ma che in realtà non lo sono); le analogie con l’attualità sono tuttavia evidenti: il ricompattarsi attorno alla dimensione etnica, la creazione dell’antagonismo noi/loro (con il “noi” che si colloca dalla parte delle vittime), l’emarginazione sociale e l’ignoranza quali “terreno di coltura” della violenza, la ricerca del capro espiatorio, la xenofobia che soffia sul fuoco del pregiudizio e della paura. Commentando il massacro Cesare Lombroso sul Figaro parlò delle «punture di spillo continuamente ripetute da ciechi politici che finiscono per generare odi che, pur essendo stati creati artificialmente, non sono meno potenti degli altri». Ciò credo che basti e avanzi per convincere che dalla storia si possa sempre imparare qualcosa.
È necessario, oltre che doveroso, ricordare le vittime. Nei paesi di provenienza dei morti sono state poste targhe: Centallo (CN), Frassino (CN), Tigliole (AT) e Pinerolo (TO). Altre vanno poste a Torino, San Miniato (PI), Altare (SV), Alzano Lombardo (BG) e Cerrina Monferrato (AL), oltre che ad Aigues-Mortes dove tuttavia non vi è niente che preservi il ricordo del massacro. Nella città, oltre ad apporre una lapide con i nomi delle vittime, sarebbe opportuno menzionare i “Giusti”, quegli abitanti, cioè, che con il loro coraggio, fecero in modo che il bilancio non fosse ancora più pesante.
Quale messaggio intende trasmettere ai lettori italiani e francesi?
Nel 2010, a Grimaldi, dove la Riviera italiana si unisce a quella francese, è stata celebrata una Giornata franco italiana di riconciliazione della memoria che ha avuto il patrocinio del Presidente della Repubblica italiana, un avvenimento allo stesso tempo scientifico e politico. Dal momento che tra i due paesi non esiste oggi alcun contenzioso di rilievo, è possibile continuare a lavorare con serenità e serietà su questo argomento. Nel proseguire le ricerche iniziate nel 1975 che hanno prodotto, sia in Italia che in Francia, costanti riedizioni del mio libro, mi sono però imbattuto in alcuni fatti che non vanno in questa direzione.
Ne cito due: il dossier Aigues-Mortes, del quale ho parlato all’inizio, è scomparso dall’Archivio di Nîmes (si tratta forse di un tentativo di occultare la memoria?), in secondo luogo qualche storico, anche se titolato, non si fa scrupolo di navigare con nonchalance tra le fonti; ad esempio, nell’ultima edizione del mio saggio, mi sono visto costretto a rilevare il caso di un documento citato ma mai esistito.
Intervista a cura di Giulia Del Grande
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AIGUES-MORTES, IL MASSACRO DEGLI ITALIANI
Autore: Enzo Barnabà
Prefazione di Stefania Parmeggiani. Introduzione di Giuseppe Carlo Marino
Postfazione di Gian Antonio Stella. Con un testo di Alessandro Natta.
Prezzo: Euro 14.00
Disponibile anche in versione ebook epub
Infinito Edizioni (2015)
Link dell’editore per acquistare il libro
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MORT AUX ITALIENS !
1893, le massacre d’Aigues-Mortes
Enzo Barnabà
Nouvelle édition revue et enrichie
Editalie Editions
Lien de l’éditeur pour acheter le livre
250 pages
18 € + 3€ frais de port (France)
La tuerie d’Aigues-Mortes, qui coûta la vie à 10 ouvriers italiens lynchés par une foule en furie, le 17 août 1893, constitue un exemple emblématique de ce que peut devenir la folie humaine, exacerbée par la xénophobie. Elle nous rappelle combien la vigilance face à de tels débordements est nécessaire, à toutes les époques et dans toutes les sociétés. Récit d’un épisode qui, du particulier, s’adresse à l’universel.
Verità e zone d’ombra sul Massacro di Aigues-Mortes. Intervista a Enzo Barnabà.
Se non vado errato, anche nell’edizione francese ci sono una Prefazione e una Postfazione che arricchiscono (come era nell’edizione italiana citata) questo libro – per certi versi indispensabile…
Cordiali saluti,
M.