Seguiteci ogni giorno a Venezia con i nostri aggiornamenti quotidiani direttamente dal Lido. Ecco un vademecum per incominciare a conoscere cosa ci aspetta dal 27 agosto fino alla chiusura del 6 Settembre. Venezia 71. I film in concorso – La sezione Orizzonti – Le giurie – La Settimana della Critica e le Giornate degli Autori e tanto ancora.
E’ tratto dall’ultima inquadratura del film “I 400 colpi” (Les quatre cents coups, 1959) di François Truffaut, con il primo piano del ragazzo Antoine Doinel (il giovane attore Jean-Pierre Léaud) il protagonista del film, il manifesto ufficiale della 71. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. Il manifesto è stato realizzato per la Biennale per il terzo anno consecutivo dal grafico Simone Massi, vincitore del premio David di Donatello 2012 per il miglior cortometraggio. L’autore ha aggiunto sullo sfondo un elemento fantastico: alcuni pesci volanti, che mitigano la dimensione interrogativa del giovane fuggito dal riformatorio, prima di affrontare il mare della vita.
La 71. Mostra del Cinema di Venezia, diretta per il secondo anno dal critico Alberto Barbera, sotto la presidenza della Biennale di Paolo Baratta, si svolgerà al Lido dal 27 agosto al 6 settembre 2014. Tra poco i riflettori del Lido si accenderanno su una kermesse internazionale che quest’anno punterà molto sulla qualità più che sulla quantità.
Iniziamo con la pre-apertura della Mostra, che il 26 settembre alle 20.15, nella sala Darsena del Palazzo del cinema, completamente rinnovata e ampliata (da 1.300 a 1.409 posti) offrirà al pubblico l’anteprima della pellicola “Maciste alpino”, lungometraggio del 1916 diretto da Luigi Maggi e Luigi Romano Borghetto. In occasione del centenario della Grande Guerra, si è pensato di presentare questo film, considerato dai critici il miglior lavoro di propaganda bellica realizzati nel corso della Prima Guerra Mondiale, in una nuova copia restaurata. L’opera vede protagonista il grande divo del cinema muto Bartolomeo Pagano nel ruolo già di Maciste, il mitico eroe cinematografico di “Cabiria” (il celebre kolossal italiano del 1914 di Giovanni Pastrone) che mette la sua incredibile forza al servizio degli alpini combattendo contro gli austriaci. La pellicola avrà un accompagnamento musicale dal vivo del jazzista Raffaele Casarano con il suo quartetto Locomotive.
Dal 27 settembre la Mostra entrerà subito nel vivo con la sua inaugurazione ufficiale. Il film di apertura sarà “Birdman or (The Unespected Virtue of Ignorance)” del regista Alejandro G. Iñàrritu, in concorso per Venezia 71. La pellicola, d’impronta teatrale, è l’adattamento di un racconto di Raymond Carver e ha un cast di tutto rispetto: Michael Keaton, Zach Galifianakis (“Una notte da Leoni 1-2-3”) Edward Norton, Emma Stone, Naomi Watts. Nella selezione ufficiale vi sono ben tre film italiani in concorso: “Hungry Hearts” di Saverio Costanzo, con protagonisti Alba Rohrwacher, Adam Driver, Roberta Maxwell. Film a “low budget” girato negli Stati Uniti, in inglese. E’ un adattamento del romanzo “Il bambino indaco” (Ed. Einaudi) del padovano Marco Franzoso. E ancora “Anime nere” di Francesco Munzi (già regista di “Saimir”, presentato con ottime critiche nella rassegna Orizzonti del 2004 a sempre a Venezia), tratto dal libro di Gioacchino Criaco (Ed. Rubbettino, 2008) scrittore calabrese di Africo. Storia dura di ‘ndrangheta, di tre fratelli in Aspromonte e delle loro vite segnate dalla violenza. Pellicola girata in dialetto calabrese stretto e per questo sottotitolata. Infine “Il giovane favoloso” di Mario Martone, con l’interpretazione di un bravo Elio Germano, sugli anni della formazione a Recanati del poeta Giacomo Leopardi, e l’uscita dal “natio borgo selvaggio” per conoscere “il mondo”. Tra i film di connotazione biografico-letteraria, citiamo sempre in concorso “Pasolini” diretto dal controverso regista statunitense (ma di origini italiane) Abel Ferrara. Una rilettura in controluce degli ultimi momenti di vita del più importante intellettuale del Novecento italiano, Pier Paolo Pasolini, interpretato dall’attore Willem Dafoe. Nel cast anche Riccardo Scamarcio e Ninetto Davoli.
Da un racconto di Albert Camus (“L’ospite”, contenuto nella raccolta “L’exil et le royaume” de 1957) è tratto invece il film “Loin des hommes” di David Oelhoffen, con Viggo Mortensen e Reda Kateb. Un confronto fra due uomini in un remoto villaggio algerino, durante la guerra civile. Un insegnante fa da scorta a un dissidente accusato di omicidio, instaura con lui un legame sempre più profondo.
Anche dal Giappone proviene un film tratto da un libro. Si tratta della pellicola “Nobi” (Fires on the Plan) di Shinya Tsukamoto, ispirato al romanzo autobiografico “La strana guerra del soldato Tamura” di Shôkei Oka, che racconta la disfatta dell’esercito giapponese nel 1945, con gli ultimi soldati nascosti nella foresta filippina.
Sempre parlando di pellicole in concorso, la Francia ha ben 3 film: Alix DeLaporte con “Le dernier coup de marteau”; Benoìt Jacquot con “3 coeurs” e il già citato Oelhoffen con “Loin des hommes. Per gli Stati Uniti invece sono presenti Ramin Bahrani con “99 homes”, David Gordon Green con “Manglehorn” e il premio Oscar Al Pacino, e Andrew Niccol con “Good Kill” (con protagonista Ethan Hawke). Tra i film in concorso da tener presente vi sono anche il film di Fatih Akin “The Cut” sul genocidio degli armeni da parte dei turchi dell’Impero Ottomano nel 1915. Il film di Xavier Beauvois, “La rançon de la gloire” (già autore di “Uomini di Dio”), sul furto della bara di Chaplin da parte di due balordi; il documentario di Joshua Opennheimer “The look of silence” che dopo il drammatico “The Act of Killing” analizza ancora il tema del genocidio in Indonesia, con le purghe anticomuniste del 1965, affrontandolo da un’altra prospettiva.
La giuria di Venezia 71. è costituita da Alexandre Desplat (Presidente), compositore francese e autore di colonne sonore di successo; l’attrice e regista cinese Joan Chen, il regista e sceneggiatore tedesco Philp Gröning, la regista e sceneggiatrice austriaca Jessica Hausner, la scrittrice statunitense di origine indiana Jhumpa Lahiri, la costumista britannica 9 volte nomination all’Oscar Sandy Powell, l’attore inglese Tim Roth, il regista sceneggiatore e attore palestinese Elia Suleiman e il nostro attore regista e sceneggiatore italiano Carlo Verdone.
La Sezione Orizzonti, quella più sperimentale, dedicata ai nuovi linguaggi artistici, offre un’ampia visione della cinematografia internazionale. Le pellicole italiane sono quelle di Renato Di Maria che dall’omonimo romanzo di Aldo Nove ha tratto il film “La vita oscena”, un film che si preannuncia duro, con immagini forti. Tra gli interpreti Isabella Ferrari e Iaia Forte. Pellicola d’esordio per Michele Alhaique con “Senza nessuna pietà” con Pier Francesco Favino (ingrassato di 20 chili, nel ruolo di un manovale). Terzo e ultimo film italiano “Belluscone ». Una storia siciliana” di Franco Maresco (questa volta senza l’amico e co-autore di “Cinico tv” Daniele Ciprì). Si racconta in maniera ironico-sarcastica il rapporto tra Berlusconi e la mafia. Il regista iraniano Mohsen Makhmalbaf presenta “The President”, ultima sua pellicola diretta durante il suo esilio londinese. E’ la storia di un dittatore di un immaginario paese caucasico che si confonde tra il suo popolo per conoscerlo da vicino. Il regista giordano Naji Abu Nowar con “Theeb” invece racconta il viaggio di un giovane beduino attraverso il deserto durante la Prima Guerra Mondiale; il regista azero Elchin Musaoglu presenta “Nabat”, la storia di una donna che cerca di sopravvivere durante il conflitto del Nagorno Karabakh. Dagli Usa vi sono le pellicole di Ami Canaan Mann (figlia del regista Michael) che presenta a Venezia la sua seconda opera dopo “Le paludi della morte” (in concorso a Venezia nel 2011) dal titolo “Your right mind”. Vi è inoltre “Cymbeline” diretto da Michael Almereyda, nuovo e moderno adattamento dell’opera teatrale di Shakespeare, con un cast importante: da Milla Jovovich, Ethan Hawke, Ed Harris. Infine il film dei fratelli Josh e Ben Safdie, “Heaven knows what”, già autori affermati nel cinema indipendente. C’è invece curiosità per la pellicola diretta dalla coppia Delepine-Kervern dal titolo “Near death experience”, interpretato nientemeno che dallo scrittore e poeta Michel Houellebecq; la storia di un uomo che cerca un posto dove suicidarsi.
Tra le altre pellicole della sezione ricordiamo anche i due thriller “Goodnight mommy” diretto da Veronica Franz, moglie del regista Ulrich Seidl (anche lui presente al Lido con il film fuori concorso “Im Keller – In the Basement”) e “Reality” di Quentin Dupieux. Il dramma sulla crisi economica diretto da Salomè Alexi “Line of credit” e“Court” di Chaitanya Tamhane che esplora i contorti meandri della giustizia indiana. Chiudono le pellicole dello slavo Ognjen Svilicic “These are the rules”, “Bypass” del regista inglese Duane Hopkins, e il nuovo film del regista sudcoreano Hong Sangsoo “Hill of freedom”, una storia di un amore mai dimenticato.
Quest’anno la giuria di Orizzonti è composta dalla regista cinese Ann Hui (Presidente), l’attrice e modella Moran Atias, l’attrice e regista svedese Pernilla August, lo sceneggiatore, regista e produttore televisivo statunitense David Chase, il regista ciadiano Mahamat-Saleh Haroun, il regista Roberto Minervini, la critica cinematografica turca Alin Taşçiyan.
Tra le pellicole italiane presenti alla Settimana della Critica segnaliamo il documentario “Dancing with Maria” del goriziano Ivan Gergolet. In quest’opera, realizzata in coproduzione con Argentina e Slovenia, si racconta la storia di Maria Fux, una danzatrice argentina ultranovantenne che a Buenos Aires tiene ancora corsi di danza-terapia per uomini e donne con deficit motori. Anche Diego Bianchi, più conosciuto come il blogger “Zoro”, presenta un film, fuori concorso: “Arance e martello”. La pellicola è ambientata in un mercato rionale di San Giovanni a Roma. La storia racconta, con ironia, la decisione della giunta comunale di chiudere i banchetti di un mercato rionale e la mobilitazione dei proprietari che cercano l’appoggio della sede locale del Partito Democratico.
Tra le opere della Settimana citiamo “Melbourne” della regista Nima Javidi e interpretato, tra gli altri dal protagonista di “Una separazione”, Peyman Maadi. Storia di una coppia in partenza per la città australiana, ma un imprevisto complicherà le cose. E ancora “Nicije dete” (No one’s child) del serbo Vuk Ršumovic; è la storia di un “figlio di nessuno” trovato per caso nei boschi della Bonsia; il film franco-belga “Terre battue” (40-Love) di Stéphane Demoustier, interpretato da Oliver Gourmet e Valeria Bruni Tedeschi. Nel ruolo di una coppia di genitori di un ragazzino dotato per il tennis. Da segnalare anche il noir cinese “Binguan” di Xin Yukun.
Per le Giornate degli Autori invece il piatto forte italiano è composto da due registi: Ivano De Matteo, che presenta “I nostri ragazzi”, con Alessandro Gassman, Giovanna Mezzogiorno, Luigi Lo Cascio e Barbara Bobulaova. Una storia di famiglie con figli difficili, ispirato dal romanzo “La cena” di Herman Koch (Neri Pozza). E ancora“Patria” di Felice Farina, con Francesco Pannofino, Roberto Citran, Carlo Gabardini su trent’anni di vita italiana raccontati da tre operai che protestano su un pilone. Tra gli altri 10 film in concorso citiamo la prima internazionale del thriller di Kim Ki-duk “One on one”. Dopo l’efferato stupro e assassinio di una studentessa, un gruppo di uomini misteriosi cercherà di fare giustizia. Attesa anche per il docufilm di Alex De La Iglesia “Messi”, dedicato al campione del calcio argentino. E il film corale, fuori concorso “9×10 Novanta”, diretto da nove registi, tra i quali Alice Rohrwacher, Claudio Giovannesi, Giovanni Piperno, Costanza Quatriglio, che hanno girato un film di dieci minuti utilizzando le immagini dell’Archivio Luce, che quest’anno compie 90 anni.
Da quest’anno sia la rassegna Sic che quella delle giornate degli Autori, non saranno più presentate nella Sala Darsena, ma all’interno della Sala Perla e Sala Perla 2 che, sebbene siano più accoglienti, hanno un numero inferiore di posti, e ciò rischierà di penalizzare una parte del pubblico.
Andrea Curcione