Arriva in laguna “Joe” un film che riecheggia i classici del cinema, diretto da David Gordon Green un regista che realizza molti film, un conoscitore profondo della macchina da presa. Tra i protagonisti un “ritrovato” Nicolas Cage. Una critica al mondo moderna e alla sua perdita di valori.
Joe è un imprenditore forestale. Cerca di rigare dentro, perché è stato dentro e non ci vuole ricascare. Si presenta da lui Gary, un quindicenne in cerca di lavoro. Joe gli da una possibilità e vede che il ragazzo è molto volenteroso ed energico. E lo prende a ben volere. Non tarderà a scoprire che però Gary ha una situazione familiare molto difficile ….
Ispirato al romanzo omonimo di Larry Brown. Affidato alla regia solida e professionale di David Gordon Green (Snow Angels [2006, Strafumati [2008] , Your Highness [2011], Lo Spaventapassere [2011], Prince Avalanche [2013], Suspiria [2013]). Un filmaker infaticabile, che in questo 2013 esce addirittura con suoi 3 film e ne ha uno già in uscita per il 2014. Questo “Joe” è un film di stampo classico. La storia di un uomo che ha un suo codice d’onore, le sue regole. Ed è sempre coerente nell’applicarle. Una persona giusta e generosa. Ma che ha difficoltà a controllarsi quando ritiene che gli si stia facendo un torto.
È anche una storia di redenzione. Joe si sostituisce al padre di Gary, cercando di redimersi in uno slancio estremo di genitorialità. Un film che afferma la necessità della presenza dei padri, per la stabilità della famiglia e delle società in generale. Per dare l’esempio e l’educazione ai figli. Ed arginare il degrado della società moderna che sta perdendo i valori di etica e di moralità.
Tutto condivisibile. Peccato che però, negli USA, ed in particolare negli stati del sud, sembra volerci dire il film, problemi che si potrebbero risolvere con una semplice denuncia alla polizia (peraltro molto presente nel film stesso), debbano necessariamente trovare un intervento di giustizia privata, sino alle estreme conseguenze e con prezzi da pagare altissimi. Il film è ben confezionato e molto ben interpretato.
E’ arrivata l’ora di sfatare il mito secondo il quale Nicola Cage lavora solo perché è il nipote di Francis Ford Coppola e che ha sempre una sola ed unica espressione facciale. Forse qualcuno glielo ha detto. Perché in questo film di espressioni ne sfodera un gran numero. Irresistibili quelle che insegna al protetto figlioccio. E quando gli regala l’accendino, per far colpo sulle donnine di facili costumi. Dopo 35 anni sulla breccia cinematografica, ha imparato il mestiere.
Curiosità : Gary Poulter, che interpreta in modo straordinario il padre di Gary, un personaggio negativo a tutto tondo, canaglia, laido, alcolizzato e cattivissimo, in effetti non era un attore professionista. Era un ingegnere, con una storia difficile, che ha dato un grande contributo al film nell’acquistare credibilità e spessore. Purtroppo non ha mai potuto vedere il film finito in quanto è venuto a mancare pochi mesi dopo la fine delle riprese. Peccato. Il cinema perde una preziosa risorsa che aveva appena acquistato.
Frasi del film:
“se vuoi lavorare con Joe, ricordati di non mentirgli mai. E di non rivolgere mai lo sguardo in basso quando gli parli, a Joe piace guardare la gente dritto negli occhi!”. (uno degli operai di Joe a Tye Sheridan).
“ha un sacco di cicatrici.
Si, ma tutti gli altri…, tutti gli altri sono morti!”. (Tye Sheridan e Nicolas Cage, a proposito del cane di quest’ultimo ei di tutti i cani con cui si era battuto).
“Senti questo click? Serve per attrarre le zoccole! Pensano subito che ha molti soldi!”. (Nicolas Cage a Tye Sheridan a proposito del rumore classico all’apertura di un accendino di lusso).
Da Venezia
Catello Masullo