Venezia 70 : Il fascino del Festival!

Un po’ di notizie su com’è la Mostra. Per chi lo frequenta e da anni il fascino del festival è immutabile. L’occasione di incontro dei cinefili provenienti dai diversi angoli del mondo, le file e le chiacchiere prima delle proiezioni. La voglia di raccontare e raccontarsi. Un clima felliniano che stupisce, stordisce, commuove ed emoziona, con i suoi incontri con i beniamini del pubblico e malgrado la crisi le mitiche feste e quel glamour inevitabile. Ogni anno si materializza un sogno.

Per quanti, non sono mai venuti alla Mostra del Cinema cercherò di raccontare un po’ che aria tira, in quest’isola particolare che è il Lido di Venezia in questi giorni.

Tutto ruota attorno all’area della Sala Grande, quella dei premi finali tanto per intenderci, la Darsena, che prima si chiamava Arena e poi il PalaGalileo e la sala del Casinò, imponente struttura costruita negli anni del fascismo. C i sono poi altre sale più ridotte, la Pasinetti e quella Volpi dedicata al fondatore della Mostra che però quest’anno è stata demolita(si trovava vicino alla Sala Grande ed era una piccola bomboniera).

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Detto degli edifici, “l’altra aria” la portano gli accreditati, ( 5- 6 mila ) sempre numerosi e provenienti da tutto il mondo, desiderosi di raccontare i film in concorso e non, che sono tantissimi(350) distribuiti in dieci giorni di festival.I più agguerriti sono i giovani che sembrano tutti usciti dalle più importanti scuole di pensiero cinematografico e parlano con competenza sorprendente che sembra quasi irreale (sono sicuro che avrebbero fatto impallidire persino Tullio Kezich, Lello Bersani, Carlo Mazzarella ed altri, e pure Paolo Mereghetti che è presente qui alla mostra).

Li senti parlare durante le file che portano agli accessi in sala e sono tutti convinti di poter sfondare nello « strabiliante e fantasmagorico » mondo della celluloide. Non mancano neppure preti e suore sempre presenti qui al festival pronti a suggerire film nelle note dei loro settimanali cattolici.
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E poi ci sono loro, gli attori sempre desiderosi di farsi ammirare anche quando nessuno li ha mai visti, nè conosciutii.Il tappeto rosso della passerella è infatti il luogo più « democratico » della mostra dove tutti, indistintamente, possono avere il loro momento di « gloria » che li faccia sperare in future scritture o apparizioni. La mostra di quest’anno risente ancora della inevitabile crisi che da troppi anni permane sul nostro paese.

Poche le feste, quasi tutte riservate ai pochi invitati dove però resta ancora l’obbligo dell’abito scuro (per le signore invece le scollature sono ancora apprezzate). Completamente assenti gadget ed altre regalie, ambite come segno di partecipazione. Chi non manca ovviamente sono i cameramen, fotografi, hostess, autisti, macchine lussuose (quest’anno l’incarico di trasportare i big
alla passerella è toccato alla Maserati).
E’ tutto per oggi. A domani.

Da Venezia

Massimo Rosin

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