L’uomo, Cristo, sale il Golgota sbeffeggiato e deriso.
La sua solitudine è simile a quella d’ospedale, di corsia, di casa, di chi è solo, ad aspettare.
Il nostro è un tempo sospeso.
Gelida assenza d’un divenire che dà smarrimento.
La “speranza” può aiutare a non sentirsi persi, a non cedere nella deriva.
Venerdì di passione
Abbiamo abolito le esequie,
non si abbassano più le serrande
al passaggio del feretro lento
verso il campo del perdono.
Rimosso, il lutto nero
del velo sul capo delle madri,
resta un silenzio sordo, attesa
di chissà cosa e quando.
Si muore, non muoio,
a chi tocca, è lontana
la presenza ignota, rinvia
per il giorno a venire?
La morte falcia anche
l’ultimo saluto, l’inchino,
l’addio nel libro delle firme;
e il segno di croce, in misericordia.
Gabriele De Masi, dall’Irpinia
N.d.r.: La foto del logo è tratta dall’articolo di Flavio Brunetti “Venerdì Santo a Campobasso. La processione del nero e del blu” pubblicato su Altritaliani e della sua mostra “Terra tradita”.