Un progetto ambizioso e complesso quello del Parco Storico “Giovanna Ruffo, III Principessa di Scilla”, che serve a sensibilizzare la popolazione del luogo e ad attrarre visitatori, un libro virtuale aperto, scritto con documenti storici, manifestazioni, relazioni, seminari, mostre e quanto altro serve per alimentare la memoria e servire a collegare presente, passato e futuro.
Sorto da appena un anno per iniziativa della FIDAPA, Associazione benemerita ONLUS, partner della IFBPW (International Federation Bussines Professional Women), di cui è Presidente Eugenia Bono, coadiuvata dalla responsabile Prof. Irene Tripodi, è dedicato alla cura ed alla valorizzazione del territorio scillese, nella cui sede è stata individuata una figura storica di spicco, la principessa Giovanna Ruffo, vissuta tra il 1500 ed il 1600, appartenente alla famiglia calabrese omonima, originaria di Sinopoli, una delle maggiori della feudalità meridionale, da cui deriva pure Paola, l’attuale regina madre del Belgio.
In tempi di crisi vale come messaggio al femminile per creare occasioni di studi, indagini e approfondimenti e stimolare la crescita del territorio, dando così un contributo alla valorizzazione, della sua storia e cultura. Si tratta dunque d’un parco virtuale (cui ne corrispondono altri in Italia ed all’estero), collocato però in uno dei borghi più belli d’Italia, proiettato – di fronte a Messina – sul mare del mito delle Sirene e di Scilla, trasformata in mostro, come narra la leggenda raccontata fin dall’età di Omero e poi ripercorsa da Ovidio nelle Metamorfosi e da tanti altri poeti successivi.
La principessa cui è intitolato il Parco non appartiene ad una favola, ma ad una realtà concreta, vissuta in un periodo remoto sì, ma difficile, tanto che ella dovette adoperarsi per salvare il patrimonio lasciatogli dal padre Vincenzo e attrarre a sé la benevolenza dei suoi feudatari, cui dedicò tutte le sue energie, istituendo monumenti, chiese, conventi, oratori, ospedali e persino un ricovero per le ragazze orfane e bisognose, inventando nuove forme di commercio per accelerare la crescita delle risorse, creando, per rendere più ameno il luogo, fontane e canali d’irrigazione. Costituisce un modello dunque da proporre ancora oggi, dato che c’è bisogno di energie eccezionali per uscire dalla crisi.
La famiglia Ruffo, divisa in diversi rami, sparsi a Napoli, Roma, in Sicilia ed all’estero, a parte l’infelice tentativo del Cardinale Fabrizio, nel 1799, di riconquistare il trono ai Borboni del regno di Napoli, ebbe illustri rappresentanti che coprirono importanti cariche e furono utili alla loro patria ed alla causa della fede cristiana. Si ricorda tra tanti Fra’ Fabrizio Ruffo (1619-1692), l’antenato del Cardinale Sanfedista, che fu Capitano Generale dell’Armata Gerosolimitana, Priore di Bagnara e gran Priore di Capua, combattente valorosissimo che affondò nel 1661 sette galere turche e consegnò a Malta altre quattro dopo una dura battaglia.
Per tornare all’attualità del Parco di Scilla, l’augurio che si formula dai proponenti è che possa costituire una via della memoria non fine a sé, ma concretamente attiva a realizzare proposte efficaci per tutto il litorale e creare momenti di studio e di riflessione che vadano al di là dell’oblio e stimolino un’effettiva promozione umana e civile, politica ed economica.
Ci chiediamo: come può un parco realizzare quest’ambizioso itinerario?
Le vie sono tante e tutte percorribili. Intanto occorre formare una rete d’intesa tra Enti, Istituzioni, Associazioni, Scuole e Volontariato che rappresenti una presa di coscienza della cittadinanza a valorizzare, conservare, sviluppare il patrimonio culturale e la propria identità. Poi potrebbero esserci indicazioni di itinerari didattico-formativi originali che mettano in risalto luoghi e figure collaterali del passato e della realtà attuale ed infine spettacoli, mostre, relazioni, seminari, concerti per stimolare una vasta partecipazione della popolazione ed incrementare il Turismo.
A coordinare l’iter, che si presenta interessante ed oltremodo complesso, è stato chiamato il Prof.Giuseppe Caridi, Ordinario di Storia Moderna presso l’Ateneo di Messina. Numerosi i soci, divisi in Dipartimenti, secondo le proprie competenze. Hanno assicurato il loro sostegno: l’Archivio di Stato, le Università Mediterranea, di Messina, della Calabria, l’Accademia di Belle Arti, la Deputazione di Storia Patria.
Con questa iniziativa sono allo studio quindi forme inconsuete di partecipazione sempre però attente a consolidare la conoscenza e l’amicizia tra i cittadini, a promuovere il loro legame con l’ambiente naturale, a incrementare il loro patrimonio culturale ed artistico, a familiarizzare con i visitatori e a diffondere la loro identità.
Gaetanina Sicari Ruffo