Icona della cultura mediterranea all’estero, la grande attrice Irene Papas è morta all’età di 96 anni a Chiliomodi, vicino a Corinto, dove era nata. Il volto di Penelope meglio non poteva essere rappresentato che da lei, greca dal volto intenso e occhi nerissimi come i suoi capelli, mediterranea nei tratti e nel mito. Ne rimarrà pertanto l’icona collettiva grazie all’Odissea diretta per la Televisione da Sandro Bolchi nel 1968, con l’Ulisse Bekim Femyu.
Tanti i ruoli mitologici di Irene: da Elettra ad Antigone ad Ecuba e Medea, tanto teatro e pure il cinema, cinquant’anni di eccellente carriera, diretta da importanti registi: indimenticabile in coppia con il suo eccelso compagno di scena Antony Quinn, in Zorba il greco e l’appassionata danza del sirtaki, diretti da Michael Cacoyannis e tratto dall’omonimo romanzo di Nikos Kazantzakis. Ed ancora con Costa Gavras in Z. L’orgia del potere, un inno di rabbia contro il regime fascista dei colonnelli degli anni ’70. Impegno civile e classici da far rivivere.
Rimane nell’immaginario collettivo dei lucani il ruolo di Giulia la Santarcangelese del film Cristo si è fermato a Eboli diretto da Francesco Rosi (1979) al fianco di Gian Maria Volonté, tratto dal romanzo di Carlo Levi. La coppia sarà pure diretta da Elio Petri in A ciascuno il suo (1967) tratto da Sciascia.
Lo scrittore Emilio Salierno parla di Irene in Basilicata in un suo saggio, “Il 36esimo confinato”, tradotto pure in inglese. L’attrice scopre la Basilicata ad Aliano, nel 1978, durante le riprese del film di Rosi. Il paese del confino di Carlo Levi non s’era ancora liberato dalla dolente fama di simbolo della povertà e dell’abbandono. La Papas interpreta la donna che accudiva Don Carlo nella casa del Rione Collina, andava a piedi nudi e gli insegnava filtri e incantesimi d’amore: “Stella, da lontano te vuardo e da vicino te saluto / ’N faccia te vado e ‘n vocca te sputo / Stella, non face che ha da murì / Face che ha da turnà / E con me ha da restà.”
Nel ruolo di Giulia, Irene somigliava davvero alle donne arcaiche di un Sud che il tempo scolora, ma non del tutto, grazie alla statura di interpreti come lei, stimata nel mondo ed amata da Marlon Brando.
Armando Lostaglio