Non ci sarà, come invece era previsto, il Presidente della Repubblica italiana Sergio Mattarella alla cerimonia di apertura della 76 Mostra del Cinema del Lido, questo per i noti impegni istituzionali per la formazione del nuovo governo. Mattarella aveva presenziato la Mostra al Lido nel 2015 e nel 2017.
La Mostra di quest’anno cambia look e lancia un nuovo “visual” abbinato a una nuova sigla firmata dall’illustratore e fumettista bresciano Lorenzo Mattotti. L’artista aveva già firmato l’immagine ufficiale del Festival di Cannes del 2000, e quest’anno ha portato sulla Croisette, nella sezione “Un certain regard” il suo primo lungometraggio d’animazione, “La famosa invasione degli orsi in Sicilia” tratto dal romanzo omonimo di Dino Buzzati. L’uscita della pellicola in Italia è prevista per il prossimo ottobre. Mattotti ha anche realizzato la locandina della 75. Mostra del Cinema di Venezia (2018) dove campeggiava una figura femminile che guarda, misteriosa, attraverso un obiettivo che assume le sembianze della Terra. In questa sua nuova colorata creazione per Venezia 76 si vede un battello in movimento con una coppia abbracciata sul ponte mentre un operatore cinematografico riprende la scena da una piattaforma mobile calata dall’alto. Questa immagine è tratta dalla sigla ufficiale della Mostra che non è stata ancora svelata ma che promette di essere eccezionale.
Al Lido le sezioni nelle quali si visioneranno lungometraggi e corti provenienti da tutti i continenti sono: Venezia 76 (21 pellicole in concorso), Fuori Concorso (17), Orizzonti (19), Venezia Classici (20 film restaurati), Sconfini (4), Biennale College-Cinema (3), Venice Virtual Reality (36 opere selezionate di cui 26 in concorso), Proiezioni Speciali (2) e un Evento Speciale. Complessivamente le opere presentate saranno 3621.
Nella sezione autonoma e parallela della Settimana della Critica organizzata dal Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani (SNCCI) ci saranno invece 7 opere prime in concorso e 2 eventi speciali, una pellicola di apertura e ed una in chiusura.
Invece nell’altra sezione dedicata alle Giornate degli Autori promosse dalle associazioni dei registi e degli autori cinematografici italiani Anac e 100 autori vi saranno 12 pellicole in concorso, 5 pellicole in “Notti Veneziane” e 3 pellicole del “Premio Lux”.
Anche quest’anno le giurie della rassegna ufficiale saranno cinque. Per Venezia 76, la giuria internazionale è così composta: Presidente l’importante regista argentina Lucrecia Martel. Il suo quarto film “Zama”, è stato presentato in anteprima mondiale alla 74. Mostra di Venezia del 2017. Lo storico e critico canadese Piers Handling, la regista australiana Jennifer Kent, l’attrice britannica Stacy Martin, il direttore della fotografia messicano Rodrigo Prieto, la regista giapponese Tsukamoto Shinya, il regista italiano Paolo Virzì.
La Giuria internazionale di Orizzonti: Presidente la regista italiana Susanna Nicchiarelli, il direttore artistico inglese Mark Adams, il regista francese Rachid Bouchareb, la regista canadese Mary Harron e la direttrice artistica italiana Eva Sangiorgi.
La Giuria internazionale che assegnerà il Premio Venezia Opera Prima “Luigi De Laurentiis” – Leone del Futuro, è composta da: Presidente il regista Emir Kusturica (Serbia), la regista Antonietta De Lillo (Italia), l’attrice Hend Sabry (Tunisia), il produttore Michael J. Werner (Usa), il regista Terence Nance (Usa).
La Giuria di Venice Virtual Reality che invece assegnerà i premi per le migliori esperienze di realtà immersiva virtuale è composta da: Presidente la compositrice, artista, regista Laurie Andrerson (Usa), il fotografo Francesco Carrozzini (Italia), la designer Alisha Naples (Italia)
Sarà una Giuria composta da 22 migliori studenti dei corsi di cinema delle università italiane, dei DAMS e della veneziana Ca’ Foscari, coordinati da una presidente, la regista italiana Costanza Quatriglio, ad assegnare il Premio Venezia Classici per il Miglior film e il migliore documentario restaurato.
La Mostra del Cinema avrà una pre-apertura il 27 agosto sera con la proiezione in Sala Darsena della versione restaurata del film classico del cinema muto “Estasi” scritto e diretto da Gustav Machaty, con protagonista l’attrice non ancora ventenne Hedy Kiesler divenuta poi famosa come Hedy Lamarr. Il film venne presentato alla Mostra del Cinema di Venezia nel 1934 e fece scandalo per il primo seno nudo della Lamarr e per un malizioso abbraccio che faceva intuire un atto sessuale. Il film verrà presentato in anteprima mondiale in una copia restaurata in formato digitale 4k realizzata dalla Cineteca di Praga in collaborazione con il laboratorio L’immagine Ritrovata di Bologna.
A condurre le serate di apertura e di chiusura della Mostra del Cinema (28 agosto-7 settembre) sarà l’attrice Alessandra Mastronardi. Originaria di Napoli, classe 1986, cresciuta a Roma, la Mastronardi ha debuttato come attrice nel 1997. Ha lavorato in diverse fiction sia italiane che straniere. La sua popolarità la deve alla serie tv “I Cesaroni” nella quale lavorerà fino al 2011. In seguito ha partecipato anche nel film di Woody Allen “To Rome with Love”, e poi è stata scelta nel cast di “Master of None” una serie Netflix americana che la porterà al successo e alla candidatura ai prestigiosi Emmy Awards (2017) e ai Golden Globes (2018). Ultime sue interpretazioni sono state nella serie di Raiuno “L’allieva” e “I Medici”.
Il 20 gennaio del 2020 saranno cento anni dalla nascita di Federico Fellini. La Mostra del Cinema intende celebrare questo prossimo anniversario dedicando al Maestro l’introduzione delle pellicole della selezione ufficiale in sala con “Federico Fellini in frames”. Un progetto speciale realizzato dall’Istituto Luce Cinecittà che ha attinto dal suo immenso archivio storico di immagini per presentare una serie di racconti in pillole dei successi del regista. Brevi sequenze di cronache cinematografiche, prime di gala, premiazioni (anche alla Mostra di Venezia), backstage, Fellini al lavoro o in sala di montaggio. Un’opera meritoria che riscuoterà sicuramente applausi in sala.
Quest’anno sarà l’attrice inglese Julie Andrews (nome d’arte di Julia Elizabeth Wells) a ricevere il premio alla carriera della Biennale di Venezia. Julie Andrews, classe 1935 è considerata una leggenda vivente. Stella del cinema e del teatro di Broadway, regista teatrale, cantante, scrittrice, interprete di film come “Mary Poppins” (1964), “Tutti insieme appassionatamente” (1965), “Il sipario strappato”(1966), vincitrice di numerosi premi, fra cui un Oscar, cinque Golden Globe, due Emmy, tre Grammy, due BAFTA, un People’s Choice Award, uno Screen Actors Guild, un David di Donatello, un Leone d’oro, tre nomination al Tony (una rifiutata) e insignita dell’onorificenza di dama di commenda dell’Ordine dell’Impero Britannico, del Premio Kennedy e della Lincoln Medal. La Andrews ha una sua stella sull’Hollywood Walk of Fame sull’Hollywood Boulevard. Il direttore della Mostra del Cinema Alberto Barbera ha così motivato la scelta di assegnare a lei il Leone d’Oro: “E’il riconoscimento doveroso di una carriera straordinaria che ha saputo ammirevolmente conciliare il successo popolare e le ambizioni artistiche senza mai scendere a facili compromessi”.
Altro Leone d’Oro alla carriera sarà consegnato al regista, sceneggiatore e produttore cinematografico spagnolo Pedro Almodóvar. Originario del cuore della Mancha (Calzada de Calatrava, 25 settembre 1949) Almodóvar Premio Oscar per il miglior film straniero con “Tutto su mia madre” (1999), dalla fine del 1980 ad oggi è il regista più popolare del cinema spagnolo, rinomato anche a livello internazionale. Dall’esordio con la commedia “Pepi, Luci, Boom e le altre ragazze del mucchio” (1980) a “Donne sull’orlo di una crisi di nervi” (1988) presentato in concorso alla Mostra del Cinema di Venezia (dove ha vinto il premio per la miglior sceneggiatura) per arrivare a “Parla con lei” (2002), “Julieta” (2016) fino al recente “Dolor y Gloria” (2019), Almodóvar – come ha ben motivato il presidente Barbera – “non è solo il più grande e influente regista spagnolo dopo Buñuel, ma l’autore che è stato capace di offrire della Spagna post-franchista il ritratto più articolato, controverso e provocatorio. I temi della trasgressione, del desiderio e dell’identità sono il terreno d’elezione dei suoi lavori, intrisi di corrosivo umorismo e ammantati di uno splendore visivo (…). Senza dimenticare che Almodóvar eccelle soprattutto nel dipingere ritratti femminili incredibilmente originali, in virtù della rara empatia che gli consente di rappresentarne la forza, la ricchezza emotiva e le inevitabili debolezze con un’autenticità rara e toccante”.
Il premio della Biennale “Campari Passion for film” istituito l’anno scorso alla 75. Mostra, che si propone di valorizzare lo straordinario contributo offerto ai collaboratori tecnici più stretti dei registi quest’anno andrà al direttore della fotografia Luca Bigazzi. Professionista in questo suo mestiere, Bigazzi (Milano, 9 dicembre 1958) detiene il record di vittorie del David di Donatello come miglior direttore della fotografia con 7 statuette ed è anche il primo direttore della fotografia italiano a essere stato candidato al Primetime Emmy Awards nella categoria Miglior fotografia per una miniserie o film per la serie televisiva “The Young Pope” di Paolo Sorrentino. E’del 1983 il suo esordio come “Maestro delle luci” con il regista Silvio Soldini, dapprima in “Paesaggio con figure”, in seguito nel 1999 con “Pane e tulipani”. Bigazzi ha lavorato con registi come Gianni Amelio, Francesca Archibugi, Paolo Virzì e Daniele Luchetti.
Ultimo importante riconoscimento alla carriera è il premio Jaeger-LeCoultre Glory to the Filmmaker dedicato a una personalità che abbia segnato in modo particolarmente originale il cinema contemporaneo. Quest’anno il premio è stato attribuito al regista francese di origine greca Costa-Gavras (pseudonimo di Konstantinos Gavras). Nato nel 1933 a Loutra-Iraias (Grecia), a 22 anni decide di andare a studiare economia a Parigi. Si iscrive alla Sorbona prima di essere ammesso all’Istituto nazionale del cinema (IDHEC). Dopo il diploma lavora come assistente alla regia con grandi registi francesi quali René Clair, René Clement, Henri Verneuil, Jacques Demy, Marcel Ophüls, Jean Giono e Jean Becker. Nel 1965 dirige il suo primo lungometraggio, “Vagone letto per assassini”. I suoi film successivi ottengono un vasto successo: “Z – L’orgia del potere” vince due Oscar nel 1969, due premi a Cannes e dozzine di altri premi. Con i suoi film politici, Costa-Gavras ha continuato il proprio lavoro tra Francia e Stati Uniti dirigendo 20 film, fra cui “Il 13º uomo”, “L’affare della sezione speciale”, “Missing” (Palma d’oro e Premio per il miglior attore a Jack Lemmon nel 1982), “Hanna K, Betrayed” – “Tradita, La confessione”, “Chiaro di donna”, “Consiglio di famiglia”, “La piccola apocalisse”,” Mad City – Assalto alla notizia”, “Music Box – Prova d’accusa”, “Amen”, “Il cacciatore di teste”, “Verso l’eden”, “Le capital”.
La consegna del premio a Costa-Gavras avrà luogo sabato 31 agosto 2019 prima della proiezione in prima mondiale Fuori Concorso del nuovo film da lui scritto e diretto, “Adults in the Room” (Francia, Grecia, 124’) pellicola tratta dal libro omonimo dell’ex primo ministro greco Yanis Varoufakis, che è il resoconto drammatico di ciò che avvenne durante la cerchia degli incontri dell’Eurogruppo, che imporranno alla Grecia, in piena crisi economica, una drastica austerità. Una trappola claustrofobica senza via d’uscita, che esercita pressioni sui protagonisti e che alla fine li divide. Una tragedia greca nel senso antico. I personaggi non sono buoni o diabolici, ma guidati dalle conseguenze della loro stessa concezione di ciò che è bene fare. Un dramma dei nostri tempi.
Andrea Curcione