Un bel libro, per divertirsi, scritto da Roberto Casalini, una novità Bompiani in libreria da gennaio 2021. Dalla nascita del cinema sonoro, sono migliaia le battute del grande Cinema che hanno fatto epoca, risuonate per la prima volta in una magica sala buia ma diventate proverbiali ed entrate a far parte dei modi di dire di tutti i giorni. Ne parla Armando Lostaglio.
***
“Il cinema racchiude in sé altre arti; così come ha caratteristiche proprie della letteratura, ugualmente ha connotati del teatro, un aspetto filosofico e attributi improntati alla pittura, alla scultura, alla musica.” È la definizione che dava del Cinema un grande maestro, il giapponese Akira Kurosawa (1910-1998).
E proprio dell’aspetto letterario questo libro (fresco di stampa e anche in versione ebook) ne esalta le virtualità: Suonala ancora, Sam – Le più belle battute del grande Cinema. L’autore è Roberto Casalini, che con la moglie Paola ha pubblicato la nuova edizione a 20 anni di distanza dalla precedente. Circa 650 pagine, impreziosite mediante un lavoro certosino, che raccolgono oltre 7500 battute, le più esilaranti e anche più rappresentative ed efficaci tratte da oltre 1500 film. Numeri considerevoli. Ordinate per temi ed argomenti, l’opera può essere trattata come si fa con i dizionari, per film di genere ed effetti etici. Dalla comparsa del cinema sonoro, dunque, lo spettatore ascolta e rimane testimone vitale di ogni sequenza: pertanto, gli autori si sono cimentati in un gioco di assoluta valenza letteraria, recuperando le migliaia di battute che spesso rappresentano ormai un proprio lessico quotidiano.
Oggi, rileggendo (o riascoltando) ad esempio la battuta di Vittorio Gassman ne “Il sorpasso” di Dino Risi, ci sovviene il momento drammatico che stiamo vivendo, più attuale che mai: “Porca miseria, quando vedo la città così vuota, con le strade vuote, i negozi chiusi, io mi avvilisco”. O, ancora, la battuta di Nanni Moretti nel suo “Aprile” rivolto a D’Alema: “Dì qualcosa di sinistra”, è lungimirante ad oltranza.
Filosofia e teologia declinate a modo suo, da Woody Allen, in “Manhattan”: « Be’, ma noi siamo persone, solo esseri umani, sai: tu ti credi Dio! » – “Io, io a qualche modello dovrò pure ispirarmi!”
L’amore per il cinema: Francois Truffaut nel suo “Effetto notte” fa dire a Nathalie Baye: “Io per un film potrei piantare un uomo, ma per un uomo non pianterei mai un film.”
Kate Winslet, straordinaria in “Carnage” di Roman Polanski, sostiene: “Un uomo che non emana vibrazioni da bel tenebroso è come se fosse privo di consistenza”. Uomini di fascino come l’agente 007, il primo e più amato James Bond- Sean Connery, nel suo “Mission Goldfinger” tratto da Ian Fleming (e scopriamo inoltre che Erno Goldfinger era un architetto inglese di origine ungherese che ricostruì Londra dopo la Seconda Guerra mondiale).
“Persona” di Ingmar Bergman ci dice che: “Conta ciò che ci sforziamo di essere, non ciò che otteniamo”.
Infine, l’omaggio al film che dà titolo al libro (da “Casablanca” di Michael Curtiz), ma la battuta è ancora una volta di Woody Allen nel suo “Provaci ancora, Sam”:
“- Noi sappiamo che il tuo posto è con Dick. Sei parte del suo lavoro, gli dai la forza di andare avanti. Se quell’aereo decolla e tu non sarai con lui, te ne pentirai. Magari non oggi, e forse neanche domani, ma presto, e per il resto della tua vita.
– Oh Sam, che belle parole!
– Sono di Casablanca. Ho aspettato tutta la vita per usarle.”
Di Armando Lostaglio