Siamo in Armorica, nel 50 a.c. Un villaggio di capanne, sulla riva di un fiume. I bidoni della raccolta differenziata e i cavalli posteggiati in doppia fila testimoniano di una democrazia millenaria.
Un ometto con uno strano cappello fuma Ur-Gauloises. Dal fondo del villaggio avanza a grandi passi un gigante a petto nudo, con enormi braghe in tessuto pregiato fucsia.
-Merda – esclama con rabbia- sono pazzi questi italiani. Adesso vado a dargli una bella lezione.
-Calma calma Obelix- dice Asterix- ma dove sono i tuoi pantaloni a righe bianche e azzurre?
-Adesso preferisco questi, sono un modello di Gucci – dice Obelix, accarezzandosi vezzosamente la treccia- sai noi francesi abbiamo comprato tutte le firme di lusso italiane, Gucci, Bulgari, Fendi, eccetera.
-Ti preferivo prima. Ma perché sei così furibondo?
-Questi italiani ce l’hanno con noi. E non parlo dei romani di Cesare. Chi sono questi nuovi?
-Non li conosco molto bene – dice Asterix- so che uno dei loro capi si chiama Dimayox , cambia idea ogni dieci minuti e parla in continuazione. Mi ha chiesto scusa per il suo cattivo francese, poi è passato all’italiano ed è stato anche peggio. Non ci ho capito niente.
-E poi?
-Poi c’è il presidente del consiglio che si chiama Contepeucix, da piccolo è caduto in una pentola di pozione magica dell’oblio, perciò quando parla nessuno lo sta a sentire.
-E quello coi baffi?
-È Salvinix, il ministro di Internet, è permalosissimo e non sopporta le critiche, sta sempre connesso per rispondere a chiunque non è d’accordo con lui. E poi gli piace vestirsi da centurione o da vichingo o da Crs, e soprattutto ce l’ha con i migranti.
-Se è per quello anche noi.
-Si ma noi siamo più furbi, gli italiani li fermano in mezzo al mare, noi in mezzo alla neve così nessuno se ne accorge.
-Ma grazie ai migranti noi abbiamo vinto i campionati mondiali di pallatonda ….
-E gli italiani invece sono stati eliminati e gli rode ancora.
-E poi chi c’è?
-C’è ancora Berluscodonosor.
-Quello che venne con la delegazione egizia degli imbalsamatori? Ma non può essere…
-Può essere, è in ottima forma e aspetta una nuova occasione.
-E la sinistra italica?
-La sinistra sta preparando la riscossa e presenterà presto una fortissima lista unitaria.
-Presto… cioè quando?
-Più o meno tra duemilasettantacinque anni.
-E hanno qualcuna tipo la nostra Marinalepenix?
-No, è un governo quasi tutto maschile. Ma basta domande, ti dico che non devi odiare gli italiani. Siamo sempre in competizione ma spesso le nostre culture si sono incontrate e stimate.
-No, voglio riempirli di botte – ruggì Obelix- adesso vado a cavallo fino a Lione, poi attraverso quel buco nella montagna fino a Taurinum…
-Non puoi …dalla loro parte è chiuso, ti schianteresti sulla roccia.
-E quando sarà aperto?
-Neanche il druido Panoramix lo sa…….
Restarono in silenzio. Stava calando la sera, nel campo si diffondeva un delizioso odore di zuppa. I normanni bevevano calvados. In lontananza si sentiva cantare le feuilles mortes.
-Loro non ce l’hanno un cantante come Yves Montand- ghignò Obelix.
-Si chiamava Ivo Livi ed era un emigrato italiano, come i genitori di uno dei tuoi creatori, il bisavolo Albert Uderzo. Dai Obelix. Calmati. Siamo due paesi che hanno gli stessi problemi. Noi abbiamo i gilet gialli e il franco Cfa, loro un’economia che barcolla. Loro hanno la mafia, noi ne parliamo meno ma l’abbiamo anche noi. Le grandi banche e le agenzie di rating ci controllano nello stesso modo.
-Ma per mille cinghiali, io…
-Basta lamentarsi… e poi siamo due dei paesi più belli del mondo. Noi abbiamo Parigi e Marsiglia, loro Roma e Venezia. Loro il mar di Sardegna, noi la Camargue. Noi Orsay, loro gli Uffizi. Noi Monet, loro Piero della Francesca.
-Noi la Gioconda.
-No quella gliel’abbiamo fregata.
-Va bene. Allora noi abbiamo lo champagne, il roquefort, la madeleine.
-Loro il barolo e il gorgonzola, e la nutella.
-Si è vero abbiamo tante cose meravigliose- disse Obelix con un sospiro. I castelli della Loira, il Tour de France, Marion Seclin.
-Appunto. Caro Obelix i nostri confinanti paesi hanno un sacco di problemi seri da risolvere. E invece siamo sempre in campagna elettorale, ogni pretesto è buono per farci dispetti e sputtanarci. E ci spariamo addosso quintali di luoghi comuni. Anche una democrazia millenaria alla fine invecchia. Guarda Macronix: quando ha vinto somigliava a un giovane Jedi, adesso sembra Yoda.
-Va bene rinuncio alla vendetta, amico mio… Bisogna andare sempre d’accordo con gli italiani…
-Non sempre, litigheremo ancora e ci sfotteremo, ma ci vuole rispetto per la loro e la nostra grande Storia. Vedi, ad esempio noi nel 1789… Ma basta immaginare il futuro, va a mangiare il tuo sanglierburger. E cambiati quei pantaloni, non ti stanno bene.
-Posso mettermi uno short in pelle Fendi?
-No, rimettiti i vecchi bragoni. E togli il cappottino dorato al cagnolino Idefix.
-Va bene, borbottò Obelix – ma adesso vado, ho da fare…
-Dove vai?
-In questo difficile momento economico vado a incentivare lo scambio di merci tra i mercati europei.
-Cioè?
-Cerco un legionario romano e lo prendo a cazzotti finché non mi dà tutti i suoi soldi.
-Sei incorreggibile- sospirò Asterix.
E guardò Obelix che si allontanava, nella luce del tramonto della Gallia, che secondo i francesi è molto più bello di quello italiano.
© Stefano Benni
(N.d.r. Dopo la pubblicazione alcuni giorni fa di questo articolo nella traduzione francese di Marguerite Pozzoli, molto letto e apprezzato dai nostri lettori francesi e italiani in Francia, siamo felici di pubblicarne anche la versione originale. Ringraziamo lo scrittore Stefano Benni per il regalo che ha voluto farci. Un bel momento di pertinente impertinenza, in questi tempi che mancano di leggerezza e di giuste distanze!).
Mi permetto di osservare che i Francesi non ci hanno fregato la Gioconda. Appartiene loro da quando Leonardo la donò a Francesco I durante il suo soggiorno in Francia, paese in cui morì.