Ultime novità sul fronte dei rifiuti: supermercati e catene della grande distribuzione cominciano a rifiutare i prodotti agricoli della Campania. Una mazzata economica di proporzioni enormi, non ancora quantificabili. Eppure, su 150mila ettari di terra che produce prodotti pregiati, solo l’1% è da isolare, bonificare, ripulire. Ma non è questa la notizia che arriva all’opinione pubblica.
Più che il ritrovamento di veleni nel terreno e la permanenza ormai decennale di sei milioni (6) di “ecoballe” depositate in alcune zone non più agricole, prevalgono sui media le notizie della protesta, i cortei, i falò, gli incendi appiccati ai rifiuti al grido di “non vogliamo più morire di cancro”. Appunto: se si muore di cancro (ma non ci sono conferme né dati epidemiologici certi) e di altro, è perché i rifiuti incendiati producono diossina e altri veleni; è perché quelli che protestano nonché i loro genitori non hanno mai avuto nulla da ridire, da denunciare, da segnalare, sulle migliaia di camion che passavano nelle strade dei loro paesi, lungo i loro poderi, per andare a buttar i veleni nei loro pozzi e nella loro terra che la camorra trasformava in pattumiera d’Italia.
Ma guai a dirlo! Si viene immediatamente accusati delle più riprovevoli colpe, tacciati d’essere servi del potere e assassini del popolo innocente. Perché, secondo chi protesta, chi li dirige e chi li ispira, il termovalorizzatore porta il cancro, anche se non esiste ancora. Un termovalorizzatore inesistente, pensavamo, difficilmente provoca epidemie. E invece, a quanto pare, basta il pensiero…
È la stessa storia di dieci anni fa: insurrezioni, cortei, scontri con la polizia, proclami solenni di esponenti politici e perfino religiosi, tutti contro il termovalorizzatore di Acerra, a pochi chilometri da Napoli. Una volta completato, l’impianto sta divorando tonnellate di munnezza senza emettere neanche una puzza, è uno dei più moderni d’Europa (ha un gemello nel centro di Stoccolma). Ma a Napoli il sindaco “arancione” ex magistrato dichiara che mai e poi mai ne consentirà uno in città e manda costosamente i rifiuti via nave in Olanda e in Germania senza preoccuparsi del fatto che a olandesi e tedeschi possa venire il cancro. Mentre quelli, con la nostra munnezza fabbricano energia a basso costo e stanno in ottima salute. Come in migliaia di città nel mondo e anche in Italia.
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In tutta Italia sono in corso scavi di tunnel, ma solo in Val di Susa contro il tunnel ferroviario Alta Velocità la protesta è passata alla guerriglia e all’eversione, anche con l’appoggio di intellettuali e da poco con il compiaciuto assenso delle vecchie e nuove Brigate Rosse. Singolare che se la prendano con un tunnel ferroviario e non con i tunnel stradali e autostradali. Allora è proprio vero che la parte più sensibile del corpo umano è ormai proprio lei, l’automobile.
Per favore, riaprite i manicomi.
Eleonora Puntillo