4 novembre 1921 – 4 novembre 2021.
Sono passati 100 anni da quando il “Milite ignoto” compì il suo lungo viaggio da Aquileia a Roma (via Udine, Treviso, Venezia, Padova, Rovigo, Ferrara, Bologna, Pistoia, Prato, Firenze, Arezzo, Chiusi, Orvieto). 100 anni fa di preciso ebbe poi luogo durante una solenne cerimonia la sua tumulazione nel sacello dell’Altare della Patria. Vogliamo ricordarLo anche noi in occasione di questo centenario, e, con lui, tutti i caduti senza nome della Grande Guerra.
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La storia in breve. Cent’anni fa, il 4 Novembre, riprendendo dall’esempio francese (la Tombe du Soldat inconnu à l’Arc de Triomphe à Paris), per ricordare i tanti morti della Grande guerra rimasti senza una degna sepoltura e spesso senza un nome, giunse nel sacrario di Roma (l’Altare della Patria), partito da Aquileia, il feretro del milite ignoto, morto sui campi del Carso. La prima guerra mondiale fu il lugubre teatro dove si spensero le speranze e la vita di centinaia di migliaia di giovani, i loro anni più belli furono consumati tra trincee fangose e malsane e in assalti spesso inutili quanto vani del cui ricordo sono piene pagine di letteratura e poesia, foto d’epoca e quadri, nonché chilometri di pellicole ed opere cinematografiche che hanno immortalato quella tragedia. Tanti lutti, in tante case con mariti, figli, parenti, amici e conoscenti che non hanno mai più avuto un ritorno.
Il 28 ottobre del 1921 toccò a Maria Bergamas, che aveva perso il figlio in battaglia e che non ne aveva riavuto il corpo, scegliere nella Basilica di Aquileia tra i feretri di undici soldati non identificati uno che sarebbe stato deposto nell’Altare della Patria a Roma come ricordo e simbolo di tutti i Soldati che avevano sofferto e sacrificato la loro vita in quella tragica guerra in difesa del suolo italico.
Da Aquileia a Roma su un treno brunito e a lutto, tra ali di folle commosse, i resti del milite ignoto furono portate a Roma, al grande Altare della Patria, il figlio di tutti, senza un nome, ma da questo momento nel cuore e nel ricordo di un’intera Nazione.
Così, con questi semplici versi, ricordiamo il sacrificio doloroso che, oggi, sono il grazie ai tanti figli che hanno permesso la nascita della nuova Italia, con Trento e Trieste, la nostra Patria Italia!
Altritaliani