Poesia con Axel Sintoni: « Altrove Cardinale »

Per Missione Poesia, presentiamo Axel Sintoni e il sul libro Altrove Cardinale (Edizioni Minerva), ovvero il suo viaggio alla scoperta della vita nel quale ci dimostra come l’Altro nelle sue varie forme che compongono le diverse sezioni del libro (in sintesi: Altro come amata, Altro come Sè, Altro come Dio, Altro come genealogia, Altro come viaggio) non è solo qualcosa di esterno da noi, ma che anche noi stessi siamo abitati da un sé e da un io che, talvolta, non si conoscono affatto eppure devono coabitare insieme, per consentirci di diventare quell’essere pensante che è l’umano.

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Axel Sintoni nasce a Faenza il 14 settembre 1997, città dove attualmente vive. Ha conseguito la laurea in Scienze e Tecniche Psicologiche presso l’Università di Bologna nel 2021. Nello stesso anno alcuni suoi versi ottengono una menzione speciale al Premio Ossi di Seppia e sono pubblicati nell’antologia dedicata al concorso. Nell’estate 2021, risulta vincitore, primo classificato, al concorso Assaggialibri ed è ospite della 2° edizione del Festival di Piombino (già Populonia) 2021. È stato attivo collaboratore dell’Associazione Independent Poetry dal 2020 al 2022, redattore della rubrica Q.B. Primo Piano. Alcuni suoi testi e alcuni suoi interventi sono comparsi in riviste cartacee e online. Al momento sta completando gli studi al corso di laurea magistrale in Psicologia clinico-dinamica presso l’Università di Padova. Studente lavoratore, in passato ha lavorato come cameriere, operaio e giornalista mentre attualmente è occupato come educatore presso i servizi minori. Altrove Cardinale è il suo primo libro di poesia edito, risultato finalista al Premio Camaiore – Francesco Belluomini 2023 e al Premio Gozzano nel 2023.
È membro del direttivo dell’associazione di promozione sociale Axat, che ha lo scopo di incentivare l’aggregazione, contrastare l’isolamento sociale, promuovere l’inclusione sociale, creare ambienti di condivisione e di sviluppo personale e di cittadinanza attiva.

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Conosco Axel Sintoni dal 2021, ovvero da quando vinse il concorso Assaggiainediti, e partecipò al Festival Piombino in Arte. Da subito rimasi molto colpita dalla profondità dei suoi testi e gli proposi la pubblicazione di una sua raccolta nella collana Cleide delle Edizioni Minerva, di cui sono codirettore insieme a Giancarlo Pontiggia.  Mi parve davvero una bella figura emergente della poesia contemporanea, con una poetica che si interseca tra le discipline della psicologia e della filosofia, e con una dedizione prevalente per l’ascolto dell’altro e il rispetto della natura. Tutte qualità che, riportate nei versi, ne innalzano il livello rendendoli esemplari, specie per un’opera d’esordio.

Altrove Cardinale

Altrove Cardinale

L’Altro è tutto ciò che non viviamo ma ci fa vivere, che in un certo senso ci vive, quasi a nostra insaputa… con queste parole Axel Sintoni comincia a rispondere alla prima domanda postagli da Giancarlo Pontiggia, in apertura di Altrove Cardinale, spiegando il significato che riveste per lui il termine l’Altro – al quale sono dedicate le varie sezioni del libro, con la rappresentazione delle forme che può assumere -. E sono parole che hanno un peso specifico, che fanno riflettere e desiderare di andare subito al cuore della questione, che fanno desiderare di leggere le poesie di questa raccolta: perché da lì, dalla lettura, sicuramente si potrà comprenderne a fondo il vero senso.

Sintoni nel suo viaggio alla scoperta della vita – il viaggio è la vita, dice Pontiggia nella IV di copertina – ci dimostra dunque come, in fondo, l’Altro non è solo qualcosa di esterno da noi ma che anche noi stessi siamo abitati da un sé e da un io che, talvolta, non si conoscono affatto ma che devono coabitare insieme per consentirci di diventare quell’essere pensante che è l’umano: “Questo è un lato di me”, si dice/per non risolvere la propria trasformazione./Io – d’altra parte – non voglio più avere lati/nessuna faccia diversa, scissa dal suo nascondiglio/niente spigoli: sono un grande uovo imperfetto.

Per affrontare questo viaggio, a cui si accennava sopra, nel quale sono contemplati gli accadimenti dell’esistenza: naufragi, ritorni, nuovi inizi… è necessario sentire la presenza dell’Altro, riconoscerlo e farsi riconoscere, accettando la possibilità di ogni limite e di ogni differenza che probabilmente è facile incontrare nel percorso che conduce alla trasformazione e al rinnovamento dell’Io, partendo dalle origini e dalla genealogia, passando per gli incontri, per le storie e i ricordi, per gli amori, per la visione di Dio, per la felicità e il dolore che riguardano tutti noi, autore e lettori compresi: […] I ricordi si insinuano nell’aria fra i tessuti/la memoria è una scatola di fallimenti:/ci si ricorda solo/di ciò che non è mai successo;/il legno bruciato da una delusione/il rimosso, la vita eccedente.

Il processo di identificazione e riconoscimento non può prescindere per l’autore anche da una denuncia verso il modo con il quale l’uomo, nel tempo, ha trasformato il rapporto che inizialmente aveva instaurato con la Tecnica e con i prodotti che ne derivano: ciò che ha permesso all’uomo stesso di rendersi diverso dalla dimensione animale nuda e cruda, ciò che lo ha reso creatore e artista rischia di imporsi, oggi, come una sfida al divino, al sovrumano, come una promessa a poter realizzare ogni cosa a qualsiasi prezzo, sostituendo il regno di Dio, creato dalla religione, a quello delle macchine guidato da un’autonomia che sprofonda nell’incoscienza. Per contrastare questo fenomeno serve dunque una riscoperta del valore della Natura per un giusto bilanciamento tra le forze che necessariamente devono convivere. Da qui le similitudini, le metafore, i confronti, la versificazione ricca di termini che richiamano a questa dimensione: In riva al fiume,/mi sento sazio di me:/ma il vuoto d’altro/spreme fuori i ciottoli/di un viaggio muto//[…]Io e questo embrione di mare/setacciamo gli stessi fondali:/la debolezza di un cerchio/è il suo essere completo e/allo stesso tempo/completamente vuoto. […].

Ma, come per Calderon de la Barca la vita è sogno – titolo dell’omonima opera teatrale che profetizza la natura effimera e passeggera della vita – così per Sintoni la poesia è sogno, ovvero essa rappresenta la possibilità d’incontro con gli altri e quindi con sé stessi; è propriamente una ricerca della propria identità, del proprio nome, delle proprie origini che il poeta conduce in un altalenante e reversibile percorso di luci e ombre di cui è fatta la vita stessa, dribblando tra gli strumenti che si intromettono nel cammino: Li vedo gli occhi di fronte alla tv/guardano e sembrano non vedere/nulla, anestetizzati dalle immagini/vicine di luoghi lontani, visitati/dalle telecamere/per il rituale del rumore.[…]//Guardare uno schermo/è sognare i sogni di altri sognatori,/non pensare più/i propri sogni.

Infine, non certo come ultimo elemento di questa poesia, c’è la questione della lingua che per il nostro autore è altrettanto fondamentale in quanto, non solo crea il mondo che rappresenta, ma ne diventa madre di forme e senso riportandoci ancora alle origini, laddove lo sforzo della poesia è quello di trovare un equilibrio tra ciò che è semplice e complesso, ciò che è spontaneo o artificioso, provando a fare chiarezza sui misteri della vita, senza tuttavia risolverli. Se c’è stata una Babele è dunque necessario tornare a prima di essa, ad una lingua comune che permetta a tutti di essere compresa, che garantisca a chiunque quel riconoscimento senza il quale si degenera nella follia di qualunque specie: Ho parlato; ma forse qualcuno/mi ha capito? Parliamo la stessa/lingua?/ Non credo, siamo tutti/analfabeti del cuore dell’Altro[…]

Alcuni testi da Altrove Cardinale

Sacrificio

In riva al fiume
mi sento sazio di me
ma il vuoto d’altro
spreme fuori i ciottoli
di un viaggio muto

qui non esistono parole
con cui misurarsi,
qui il silenzio è un turista dell’interno
e tanto parla.

Io e questo embrione di mare
setacciamo gli stessi fondali:
la debolezza di un cerchio
è il suo essere completo e
allo stesso tempo
completamente vuoto.

L’altro è la sola bocca
con cui mangiare te stesso.

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La stagione dell’intimità
 
Sopravvivere all’inverno si può
solo a patto di trovare un nuovo
calore: stringersi come nebbia
con la stessa voluttà che d’estate
fa allontanare i corpi per il troppo
caldo.

***

Dal luogo delle origini

Cerco la mia origine. Lì c’è il mio
destino, tornare dove si è nati.
Risalgo l’albero e più salgo
più le radici si avvicinano.

La meta non è l’altezza
ma il centro.

La chioma è capovolta. Ogni foglia
rimanda alla radice. In controluce
io sono il profilo di tutte le cortecce
cadute prima, sopra il mio seme.

***

Oltre
 
È vivo il Carro celeste sopra di me:

spinge l’ombra del domani verso altri lidi
di luce. Abbracciata alla Luna l’arca notturna
assorbe l’umidità terrestre del giorno.
(i pochi velivoli umani sono insetti mai grati
lucciole che fingono vita).

L’ultimissimo giardino buio è lo specchio
del mio cielo interno, la fiammella statica
al centro del vaso.

Perso nel deserto dei numeri primi:
le stelle non mi guidano; dicono
solo <<Oltre!>>. Ma non c’è nulla
oltre la mia strada.

***

La posizione umana
 
Ogni animale ha la sua
tipica posizione: gibbosa e flessibile
del gatto, remissiva e adorante del cane
la breve e nomade degli uccelli.

– Ma quale
la posizione umana? –

Mai diritta la vite dell’uomo, il piano
è sempre inclinato.

Cinzia Demi
Bologna, 13 novembre 2023

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Cinzia Demi
Cinzia Demi (Piombino - LI), lavora e vive a Bologna, dove ha conseguito la Laurea Magistrale in Italianistica. E’ operatrice culturale, poeta, scrittrice e saggista. Dirige insieme a Giancarlo Pontiggia la Collana di poesia under 40 Kleide per le Edizioni Minerva (Bologna). Cura per Altritaliani la rubrica “Missione poesia”. Tra le pubblicazioni: Incontriamoci all’Inferno. Parodia di fatti e personaggi della Divina Commedia di Dante Alighieri (Pendragon, 2007); Il tratto che ci unisce (Prova d’Autore, 2009); Incontri e Incantamenti (Raffaelli, 2012); Ero Maddalena e Maria e Gabriele. L’accoglienza delle madri (Puntoacapo , 2013 e 2015); Nel nome del mare (Carteggi Letterari, 2017). Ha curato diverse antologie, tra cui “Ritratti di Poeta” con oltre ottanta articoli di saggistica sulla poesia contemporanea (Puntooacapo, 2019). Suoi testi sono stati tradotti in inglese, rumeno, francese. E’ caporedattore della Rivista Trimestale Menabò (Terra d’Ulivi Edizioni). Tra gli artisti con cui ha lavorato figurano: Raoul Grassilli, Ivano Marescotti, Diego Bragonzi Bignami, Daniele Marchesini. E’ curatrice di eventi culturali, il più noto è “Un thè con la poesia”, ciclo di incontri con autori di poesia contemporanea, presso il Grand Hotel Majestic di Bologna.

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