Su “Missione Poesia” il lavoro di Nicola Vitale che, con Chilometri da casa (Lo Specchio Mondadori), ci propone un poema dove si affacciano le grandi icone di Hopper e di Leopardi, dove si trasfigura il pensiero per un’esistenza nella quale gesti e sentimenti, dimostrino l’umano, ricerchino un senso spesso vanificato dall’attesa, siano capaci di far meditare sull’esistenza.
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Nicola Vitale, pittore e poeta, nasce a Milano nel 1956. Ha esposto dipinti in mostre personali e collettive, in spazi pubblici e gallerie private in Italia, Svizzera, Islanda e Stati Uniti. Lo hanno presentato, tra gli altri, i critici Pierre Restany, Rossana Bossaglia, Elena Pontiggia. Si ricordano le mostre antologiche a Palazzo Recalcati (Milano, 1993), alla New York University (New York City, 1994) e a Palazzo Sormani (Milano, 2010).
Ha pubblicato: La città interna, Primo quaderno italiano poesia contemporanea (Guerini e Associati, 1991); Progresso nelle nostre voci (Mondadori, 1998 finalista Premio Gozzano), La forma innocente (Stampa, 2001), Condomino delle sorprese (Mondadori, 2008 Premio Rhegium Julii 2009, Premio Laurentum 2009, finalista Premio Metauro 2009, unico segnalato, oltre il vincitore, Premio Lionello Fiumi 2009). È presente nell’antologia a cura di M. Cucchi e S. Giovanardi Poeti italiani del Secondo Novecento (Mondatori, 2004), il romanzo Il dodicesimo mese (2016) e vari saggi, tra i quali Figura solare(2011), Arte come rimedio (2013), La « solarità » nella pittura, da Hopper alle nuove generazioni (2016), Arte classica, moderna e contemporanea (2017), Chilometri da casa (Mondadori 2017).
Diversi suoi articoli e saggi di critica ed estetica sono usciti su riviste italiane e straniere. Ha tenuto conferenze sull’arte visiva in spazi pubblici e centri culturali. Dal 1991 è docente del corso di pittura organizzato da UNICREDIT.
Ho conosciuto Nicola Vitale personalmente qualche tempo fa e di lui mi ha colpito la capacità di abbinare e praticare l’arte pittorica con l’arte poetica e, al tempo stesso, la saggistica. Da subito, questa dimensione multipla delle discipline artistiche, mi è sembrata davvero interessante e mi ha fatto desiderare di conoscere meglio l’opera dell’autore. Con questo lavoro, Chilometri da casa, che presenteremo alla rassegna Un thè con la poesia a Bologna nel mese di dicembre 2019, l’ultimo delle pubblicazioni edite per Mondadori da Vitale, sembra sintetizzare con grande espressività l’intersezione delle arti sopra citate dove la pittura diventa poesia e la poesia dipinge immagini pittoriche.
Chilometri da casa
Nicola Vitale è autore filosofico e di pensiero sia che dipinga, sia che scriva di saggistica o in poesia. Del resto è lui stesso ad affermare nell’intervista realizzata da Maurizio Cucchi, curatore della collana Mondadori, di aver sempre cercato di interpretare razionalmente quello che esprime nelle arti, andando a consolidare il proprio pensiero attraverso esperienze concrete e approdando a una visione dove l’arte stessa permetta di percepire il mondo nella sua profondità, per dare consapevolezza a quelle esperienze. Attraverso la scrittura di saggi poi si completa l’espressività dell’artista riflettendosi anche, con diversi echi, nella poesia.
In quest’ultimo libro, uscito nel 2017, Vitale sembra porre a sé stesso e al lettore alcune interrogazioni essenziali che percorrono tutta la trama dell’opera, e che conducono alla ricerca delle motivazioni che spesso costringono agli allontanamenti da casa – dove la casa è metafora della via, del sogno, del desiderio forse anche della speranza di un percorso – e del dubbio che spinge a credere se ci sarà un ritorno e, soprattutto, se sarà necessario farlo, se saremo in grado di farlo.
Quanto si è distanti da casa? A volte, non lo sappiamo neanche. A volte il cammino è talmente ripido e scosceso, tortuoso e pericoloso che diventa un fardello davvero troppo pesante per l’uomo-poeta che si scontra con il deserto assolato della mancanza di consonanze, di conforto, di compassione… senza intravedere una via di fuga o di salvezza. Neanche la bellezza è in grado di confortare l’animo, di rasserenarlo, di indirizzarlo verso un porto sicuro: la bellezza non ci rasserena/ma ci riporta a un unico scopo/quando non credevamo/di dover scegliere tra questo e quello. Nessuno è in grado di prevedere se il viaggio sarà lieve, se le deviazioni saranno percorribili, se non si verrà attanagliati dalla nostalgia e si penserà solo al ritorno: la parola nostalgia/sostantivo femminile/con illimitate possibilità di essere altro; nessuno è in grado di sapere se sia davvero utile e necessario fare quel viaggio perché: non sempre partire produce un beneficio/conduce ad una meta; nessuno è in grado di stabilire cosa fare quando la via appare smarrita o quando la scelta non è stata fatta in tempo e ha fatto smarrire anche la stessa progettualità: io capovolto e speculare/in preda a una natura insidiosa vorrei /i punti /poi faccio progetti di vecchiaia./Non ne veniamo a capo.
La poesia, come sempre, non dà risposte può solo testimoniare il cammino, documentare le soste, evidenziare ciò che accade nel quotidiano e nell’animo del poeta che avanza, quale eterno Ulisse alla ricerca della via più sicura per il ritorno, che è la via della conoscenza, senza dubbio, della scambievolezza, della condivisione di un unico grande spazio, di un’unica grande casa dove si fermano i viandanti di ogni tempo e che, proprio grazie alla poesia, si incontrano, si conoscono, colmano le distanza e le lacune, cominciano a parlare una stessa lingua – non è più una Babele -, ad avere una stessa visione che riconduca alla casa originaria.
Nel poema che Vitale ci propone, perché alla fine di questo si tratta, si affacciano le grandi icone di Hopper e di Leopardi, si trasfigura il pensiero per un’esistenza dove gesti e sentimenti, dimostrino l’umano, ricerchino un senso spesso vanificato dall’attesa, siano capaci di far meditare sull’esistenza. Con una forma originale, in alternanza tra prosa e poesia, con una grande attenzione alla musicalità del verso e alla linearità della parola Vitale lancia così il proprio messaggio consistente nella voglia di ricominciare e nella necessità di una rinascita che si consumi anche a chilometri da casa.
Alcuni testi da: Chilometri da casa
Sembra di volare, poi cadi
e la frana dei pensieri pesa sullo sforzo di rialzarsi.
Ma cosa credevi di vedere
oltre la cortina dei falsi sorrisi?
Possibilità di fuga ridotte a numeri indecenti
che la folla dei matematici
giura essere probabilità irrisolte.
Vogliamo planare sul mondo
e dall’alto vedere altre cose
che chissà perché somigliano alle nostre
ma non lo sono.
Non una scienza appropriata
non un giro di sforzi sui nostri monitor
possono svegliarci.
Là fuori sentiamo già svanire le immagini
e per questo le incrementiamo
ci facciamo coraggio tra moltitudini di amici
(che non lo sono).
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Gli equilibri tra noi sono difese
dal proprio reciproco nulla.
Alcuni cercano l’investitura:
titoli misurati in vari modi,
poteri da far tremare.
Gli altri soffrono il distacco
si preoccupano di nuovo farli sparire
nel condominio del nulla.
Male parole si sprecano
combutte appassionate assomigliano
a crociate della necessità.
Il bel paese dei rematori contro
retrocede, poi affonda.
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Essere o non essere
questo è il falso problema.
Non è la punizione del fuoco
che preme alle scoperte
fa temere luce inopportuna sulle cose.
Ma è l’assurdità delle premesse rassicuranti
offerte a una vita che non le merita.
Amleto oggi avrebbe presentito altro
non la paura di un improbabile inferno…
avrebbe venduto le sue quote
per una casa sul mare.
E lì all’allontanarsi della linea di fondo
altre considerazioni presentano
l’impossibilità delle domande.
Non attriti sul mondo
programmi di liberazione
ma l’incoscienza della connivenza tra le parti…
Anche noi non abbiamo pulite le mani.
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Ecco la fiera di paese che scende
lungo i gironi della festa
dove la folla ha imboccato un’altra orbita
che illude di essere fuori dal gorgo.
Compriamo tutti un ricordino
ci farà bene al fiato che si accorcia.
Ma cosa ricordare tra le dubbie promesse
in questo frangente illuminato
dalle metafore delle costellazioni?
Meglio tenersi a giro di voce
tra imbonitori e giocolieri
tagliaborse e tagliagole.
Teniamoci per mano, attenti ai passi falsi
agli scivoloni nel buio.
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Dal Supermarket anche oggi
Margheritine Bianco Forno
Dio vi benedica sostanze candide
non se ne può fare a meno
per ringiovanire la giornata.
Kilocalorie appropriate, zuccheri addomesticati
per un sangue in fuga
da una nottata da dimenticare.
Oggi è un altro giorno,
via col vento sui pensieri di festa
assaporiamo queste gradite proposte
senza lamentarci degli andamenti del mercato
delle insufficienze dei figli
e dei padri,
delle ferite alla coscienza
che ancora dorme sul crinale dell’alba.
Bologna, 17 novembre 2019
Cinzia Demi