Inaugurato pochi giorni fa, nel Palazzo Reale di Napoli, il Museo Caruso. Una novità da scoprire per chi andrà a visitare questa meravigliosa città piena di storia. Musica e ritratto di uno dei più grandi tenori di tutti i tempi.
La sua città, nella ricorrenza dei 150 anni dalla nascita, lo ricorda nella Sala Dorica del monumentale palazzo di Piazza del Plebiscito. Per gli appassionati e melomani, gotta occasione per visitare il Teatro San Carlo, da dove si racconta la leggenda che il tenore, fu fischiato al termine dell’interpretazione de “L’elisir d’amore”. Bufala smentita dai giornali dell’epoca.
A poca distanza dal tempio della musica, puntatina all’esposizione permanente del ritratto di un mito.
Cantore degli emigranti, nei luoghi in cui si riunivano frotte di italiani, si esibiva sulle note delle sue canzoni, per far respirare aria di casa ai figli “assai lontano”. Ammirato da re e regine, star del Metropolitan di New York, dove è stato presente per oltre ottocento volte; nel 1920 si ammalò di pleurite e volle tornare nella sua città, dove morì il 2 agosto del 1921 a soli 48 anni.
Al taglio del nastro del Museo, il ministro della cultura Gennaro Sangiuliano: “Enrico Caruso è un esempio – ha detto – eccelso del genio italico, capace di innovare nel solco della tradizione comprendendo in pieno come valorizzare il proprio talento nel segno della modernità. Egli fu infatti il primo cantante della storia della musica mondiale a capire e a utilizzare le immense potenzialità dell’industria discografica”.
Signori e Signore – recita la locandina – Il Museo Caruso. Il primo museo nazionale dedicato a Enrico Caruso. Non una semplice esposizione di cimeli ma una vera e propria stanza delle meraviglie.
Il fulcro della nuova installazione a Napoli, il Fondo Pituello, già in parte destinato al Comune di Lastra a Signa, dove ha sede il Museo Caruso di Villa Bellosguardo (residenza italiana di Caruso): costumi, dischi, grammofoni d’epoca, spartiti originali con segni autografi dell’artista e molto altro. La collaborazione avviata con il Comune di Lastra a Signa e la sindaca Angela Bagni ha consentito di avere per l’inaugurazione del Museo a Napoli anche dei pezzi straordinari, come il costume di Canio (dai Pagliacci di Ruggero Leoncavallo) appartenuto al tenore o gli acquerelli colorati, un unicum nella produzione artistica figurativa di Caruso, a cui si aggiunge la preziosissima donazione delle celebri caricature dedicate ai grandi della musica, da Toscanini a Verdi. Il progetto culturale è stato curato da Laura Valente.
“L’eredità artistica del tenore napoletano Enrico Caruso è immensa. La sua storia, dal quartiere di San Carlo all’Arena (un rione popolare, dove il padre aveva bottega di artigiano nr) alla ribalta internazionale nel nome del bel canto italiano, è l’esempio lampante di una vita straordinaria. Napoli, sua città natale, ma anche luogo dei primi passi artistici, restituisce ad uno dei suoi figli più celebri il giusto riconoscimento.
“Il modo migliore per celebrare Caruso è rendere immortale il suo incredibile talento”, ha dichiarato il Sindaco di Napoli Gaetano Manfredi, intervenuto all’inaugurazione.
Il Museo propone un percorso complessivo su Caruso, primo grande personaggio mediatico moderno, e sul suo fondamentale contributo alla costituzione di una più ampia rete di artisti italiani che hanno scritto pagine fondamentali nella storia dello sviluppo dell’industria dello spettacolo, oltre che delle discipline artistiche in cui si sono cimentati. Il primo aspetto permette di fare un omaggio doveroso e che colma una grave lacuna. L’altro tema è un’affermazione orgogliosa della cultura italiana e partenopea. Caruso e Napoli si sono toccati poche volte se si pensa al palcoscenico eppure Caruso esprime tutta la potente incisività di un ‘marchio’ che lega l’Italia all’eccellenza di artisti mai eguagliati e che nel suo caso sublimano il concetto del “più grande cantante mai esistito”.
La cerimonia di inaugurazione si è conclusa nel Teatro di Corte con interventi degli intervenuti e i saluti del direttore di Palazzo Reale, Mario Epifani e della giornalista Diana Kuhne, portavoce degli eventi dello storico edificio.
L’icona del tenorissimo impressa dappertutto dai francobolli ai sigari cubani, vini, alici dell’Alaska. Il suo nome diventato immortale.
Mario Carillo
IN ASCOLTO: Santa Lucia cantata da Caruso su YouTube e O sole mio
QUALCHE FOTO DEL MUSEO CARUSO, fonte pagina Facebook del Palazzo reale di Napoli: