“Conoscere il centro antico di Napoli non è facile, a causa dell’enorme ricchezza di opere d’arte, di vecchi documenti, di storia e testimonianze di vita popolare presente ovunque, nei vicoli e nelle piazze, fra tanta gente a costituire un ambiente culturale ed urbano di enorme interesse e valore” – scriveva qualche anno fa, in una rara guida tascabile, Roberto Di Stefano, storico dell’architettura italiana e professore emerito dell’Università di Napoli.
Per un solo giorno è stato sottratto all’oblìo un altro tesoro parte di questo immenso patrimonio ed è stato subito un accorrere di cultori, studenti, anziani che sin dalle prime luci dell’alba, lungo i marciapiedi di Via Duomo, di fronte al Tesoro di San Gennaro, si sono radunati per visitare la Biblioteca Oratoriana dei Girolamini, la seconda più antica d’Italia che risale al 1586, chiusa al pubblico nei primi del’900.
Per chi ieri non c’era, le immagini, la folla, la bellezza di una riapertura eccezionale. E la speranza di un monumento che torni alla città.
Il 10 ottobre, in una mattinata uggiosa, in occasione della “Domenica di carta”, il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, al fine di promuovere anche i ‘monumenti di carta’ (biblioteche ed archivi di Stato), ha consentito ad oltre quattromila cittadini, di poter entrare, in un luogo rimasto top secret per molti anni e, negli ultimi tre, sotto sequestro giudiziario, in seguito al clamoroso furto di un imprecisato numero di volumi da parte di un curatore disonesto, Massimo De Caro.
Il De Caro è poi stato arrestato e condannato a sette anni di carcere ed all’interdizione perpetua dai pubblici uffici, mentre Sandro Marsano, preposto della Congregazione dell’Oratorio e responsabile dei Girolomini, è stato condannato a pena minore. La riapertura è stata consentita eccezionalmente, da parte dell’Autorità Giudiziaria.
Un patrimonio librario defraudato: Nei primi anni Sessanta si vociferava di strani trasferimenti di libri da parte di alcuni preti. Dopo, furono addirittura ospitati, nelle sale, alcuni senza tetto.
Risale al 2012 la scoperta dei furti. Libri antichi, rari, venduti all’estero e in Italia. Scomparsi testi di matematici, filosofi, addirittura di Galileo Galilei. Svuotati alcuni scaffali lignei e decorati, spariti non si sa quanti libri : rimasta viva solo la speranza di recuperare il bottino sparso in tutto il mondo.
Meritevole l’iniziativa del Ministero di dedicare una giornata alla conoscenza dei luoghi storici – le citate biblioteche ed archivi – e della memoria ed il patrimonio in essi contenuto. Alla riuscita della visita hanno collaborato i volontari del FAI. All’ora di chiusura, proteste da parte degli ultimi in coda e la promessa di una prossima riapertura.
“E’ stata costituita una task force – racconta Mauro Giancaspro, ex direttore Biblioteca Nazionale e attuale custode giudiziario dei Girolamini – per far fronte alle devastazioni. La sala Giambattista Vico è certamente la più bella al mondo e raccoglie volumi, religiosi e laici, di matematica, scienze, astronomia, filosofia oltre a classici latini e greci”.
“Abbiamo trovato gran parte dei volumi infestati e abbiamo dovuto restaurare le scaffalature lignee” – ha dichiarato Rossana Rummo, Direttore Generale delle Biblioteche.
Tra le opere più pregevoli dell’importante complesso conventuale dei Girolamini, oltre la Biblioteca, la chiesa, il convento ed i suoi due chiostri, la Pinacoteca.
L’antico itinerario prevedeva la visita alla Chiesa con decorazioni in oro, marmi e madreperla, la cosiddetta Domus aurea, alla Casa dei Padri dell’Oratorio ed ai due chiostri, architettura di Dionisio Lazzari da qui alla biblioteca, il cui progetto fu redatto da Arcangelo Guglielmelli, mentre direttore dei lavori fu il figlio Marcello, ingegnere ordinario della Congregazione oratoriana.
La decorazione dell’interno della Biblioteca, uno dei più spettacolari del Settecento napoletano, si deve alla collaborazione di uno stuolo di valenti artisti quali lo scultore Francesco Pagano, allievi di Domenico Vaccaro ed i pittori Cristoforo Russo e Francesco Malerba. La biblioteca poi fu ampliata con l’aggiunta di altri quattro saloni. Il patrimonio librario era di circa 160mila volumi ed opuscoli, tra i quali 137 composizioni ed opere musicali, 5.000 cinquecentine, 120 incunaboli, ”legature Carnevari”, 10mila edizioni rare e di pregio, 485 periodici, trattati di filosofia, teologia cristiana, musica sacra e letteratura europea. Diversi fondi hanno arricchito, nel tempo, il patrimonio librario.
Ivi han attinto ed aumentato il loro sapere: Giovambattista Vico, Salvatore Di Giacomo, Benedetto Croce, Roberto De Simone, Riccardo Muti.
Particolarmente degna di nota, infine, la Pinacoteca, decorata nelle sue varie sale, da dipinti di Andrea da Salerno, Giovan Filippo Criscuolo, Federico Zuccari, Girolamo Imparato, Luigi Rodriguez, Andrea Vaccaro, Guido Reni, Sebastiano Conca.
Un ulteriore nuovo interesse può essere offerto dal Convento dei Girolomini,
dalla sacrestia con capolavori di Guido Reni e Pietro da Cortona, da quelli pieni di Naturalismo di Battistello Caraccio e Josepe de Ribera, del Barocco di Luca Giordano e, last but not least, la scoperta e la sistemazione di cunicoli che attraversano il sottosuolo, ricchi di numerosi elementi di epoca romana.
Mario Carillo
Aggiornamento del 10 marzo 2016. Dopo l’incredibile successo conseguito lo scorso autunno, in occasione dell’attesissima apertura straordinaria di ottobre, la biblioteca dei Girolaminisi appresta a riaprire i battenti al pubblico in occasione delle Giornate di Primavera del Fai,il prossimo 19 e 20 marzo. Intervenuta alla conferenza stampa di presentazione delle Giornate Fai di Primavera, il direttore generale per le biblioteche e gli archivi, Rosanna Rummo, conferma l’intenzione delle istituzioni: “Il Ministero sta lavorando per aprire stabilmente la biblioteca al pubblico una volta al mese, un modo per offrire una apertura graduale almeno per la visita della biblioteca, anche se non è ancora possibile la consultazione dei volumi.”