Fino al 6 gennaio 2019 a Venezia, alla Casa dei Tre Oci alla Giudecca – ormai diventata la casa della Fotografia per eccellenza – una mostra che rende omaggio al grande fotografo francese Willy Ronis (Parigi 1910-2009).
La retrospettiva, la più completa mai realizzata in Italia, con le sue 120 immagini vintage, tra cui una decina inedite dedicate a Venezia, ripercorre l’intera carriera di uno dei maestri francesi, appartenente alla corrente umanista, insieme ad altri grandi fotografi come ad esempio Brassaï, Raymond Depardon, Gilles Caron, Henri Cartier-Bresson, Robert Doisneau. La mostra, curata da Matthieu Rivallin, è coprodotta dal Jeu de Paume di Parigi e dalla Médiathèque de l’architecture et du patrimoine, Ministero della Cultura – France, con la partecipazione della Fondazione Venezia e l’organizzazione di Civita Tre Venezie.
La corrente umanista, pur non essendo codificata da un manifesto programmatico, puntava il suo interesse verso la condizione umana e la quotidianità più semplice e più umile, tale da rappresentare un significato esistenziale universale.
Ronis, attraverso le sue immagini, sviluppa una serie di micro-racconti costruiti partendo dai personaggi e dalle situazioni tratte dalla strada e dalla vita di tutti i giorni. Ronis è il cosiddetto antesignano della cosiddetta “street photography” nella quale, armato di pazienza, ma dotato di una forte idea su quale fotografia di uno scorcio di Parigi intendeva scattare, era capace di stare una notte intera o una giornata ad attendere la luce naturale che offrisse il giusto riflesso ai suoi scatti.
Dal 1937 fino a quasi la fine della sua esistenza, Ronis, mosso sempre dalla curiosità e dagli effetti della luce su oggetti e persone, si è dedicato a girare la Francia, ma in particolare i quartieri di Parigi, come Belleville-Menilmontant, che lo ispiravano particolarmente per i muri delle strade, le insegne dei negozi, le figure e i volti dei passanti (soprattutto negli scatti tra gli anni ’50-’60) e dei ragazzini.
Ma Ronis si è occupato anche di reportage, da dopo la Liberazione, quando verrà incaricato per riviste come “Regard”, “Life” o “Point de vue” di scattare delle fotografie ai soldati ex prigionieri al ritorno in patria dalla guerra; anche poi si ritagliava del tempo per delle immagini personali come le tre donne che pregano in una chiesa a Espis o i tre bambini incappucciati su una strada della Lorena.
Ronis, che con le sue immagini toccava da vicino il polso della società, era un artista impegnato. Infatti nel 1945 si era iscritto al Partito Comunista, e con la sua macchina fotografica aveva fatto dei servizi fotografici durante gli scioperi delle officine della SNECMA di Parigi o le grandi manifestazioni dei minatori a Lens e a Saint-Étienne nel l948 e le sue immagini erano state acquisite da importanti riviste come “Regards” e “Life”. Inoltre resterà coinvolto – da convinto marxista – anche dai momenti intimi e dai volti degli operai e dalle loro famiglie, dal proletariato che con il duro lavoro era un pilastro della società.
A Ronis nel corso degli anni verranno commissionati anche dei lavori da parte di aziende e fabbriche come la Régie Renault o da industrie tessili del Basso Reno dove cercherà di cogliere gli operai nel lavoro quotidiano.
La mostra include inoltre le fotografie scattate da Ronis in giro per il mondo; dai Paesi Bassi, che visitò ne l954, e dove rimase affascinato dai costumi tradizionali delle donne, alla Germania dell’Est nel 1960 e poi oltreoceano, tra le mille luci di New York degli anni Ottanta.
Una sezione della retrospettiva è anche dedicata a Venezia. Dopo una prima visita alla città nel corso di una crociera nel 1938, Ronis sarà nella città lagunare nel 1957 per ritirare la Medaglia d’oro alla Mostra Internazionale Biennale di Fotografia. Vi ritornerà ancora una volta nel 1959 e sfrutterà questo soggiorno per realizzare alcune immagini in alcuni scorci dei sestieri. Giocando con la luce veneziana, coglierà personaggi solitari, come un uomo con il panama che osserva un manifesto vicino ad un negozio di calzolaio, la silhouette di una bambina che si staglia su un pontile al crepuscolo alla Giudecca, o due giovani donne sedute vicino a un ponte alle Fondamente Nove.
Ed ancora, in un’altra sala si possono ammirare “gli istanti di vita normale” della famiglia Ronis. A Parigi e a Gordes, nella Vaucluse, dove ha acquistato una casa nel 1948. I suoi primi soggetti saranno sua moglie Marie-Anne e suo figlio Vincent. E ancora ritratti di nudi femminili, a Parigi, Roma, Djerba o Gordes, poco esposti nelle sue mostre per una sorta di pudore, ma che furono oggetto di un album tardivo, uscito nel 2008 quando il fotografo aveva 98 anni.
In questa mostra c’è quindi tutta l’essenza di Willy Ronis, che con il suo occhio attraverso la sua fotocamera Rolleiflex ha ritratto un mondo, sia nei momenti difficili, che nei “casi felici” dell’esistenza. Un mondo che apparteneva a lui, ma che ha voluto condividere con noi tutti perché, infondo, un po’ ci appartiene.
Andrea Curcione
WILLY RONIS
FOTOGRAFIE 1934-1998
Casa dei Tre Oci
Giudecca, fermata Zitelle
Dal 06.09.2018 al 06.01.2019
Orari
Tutti i giorni 10-19; chiuso martedì
www.treoci.org