Vale la pena segnalare una bellissima e importante mostra italiana in corso fino al 16 giugno 2019 ai Musei San Domenico di Forlì in Romagna: OTTOCENTO – L’arte dell’Italia tra Hayez e Segantini, una ponderosa silloge artistica che esalta la grande arte italiana dell’Ottocento nel periodo tra l’ultima fase del Romanticismo e le sperimentazioni artistiche del nuovo secolo, tra l’Unità d’Italia e la Grande Guerra.
Emozionante il percorso espositivo, ‘ fatto’ di 150 opere e 94 artisti: è uno splendido e davvero toccante iter che narra di un periodo compreso tra i 60 anni dall’Unità d’Italia fino alla Prima Guerra Mondiale, la cosiddetta Grande Guerra, quella che mise fine ( e diede inizio) ad una nuova era, nel bene e nel male, è proprio il caso di dirlo.
Anni pieni di ribellioni, ma anche di entusiasmi, anni in cui una Nazione unita sotto un’unica bandiera cercava ( e trovava ) nell’arte uno strumento privilegiato per raccontare quella ‘nuova’ ’Italia a quei 22 milioni di Italiani che fino a poco prima non lo erano, non conoscevano neppure il significato del termine. Uno strumento che poteva raccontare quale fosse il loro passato, la civiltà da cui provenivano, e il futuro a cui stavano andando incontro, finalmente.
Nell’iter è presente la cronaca per immagini del processo di modernizzazione, dell’industrializzazione del Paese e di tanti stili diversi, che vanno dal Romanticismo storico al Realismo al Simbolismo; si apre e si chiude con due ‘capisaldi’, il primo è Francesco Hayez, il primo e l’ultimo degli artisti romantici, per arrivare alle soglie del Primo Conflitto Mondiale con le opere bellissime e commoventi di Segantini.
Tra Hayez e Segantini in parete, con parte della loro produzione più rappresentativa pittori come Induno, Faruffini, Maccari, Fontanesi, Grosso, Costa, Fattori, Signorini, Cabianca, Ciseri, Corcos, Michetti, Lojacono, Mancini, Favretto, Longoni, Morbelli, Nomellini, Tito, Sartorio, Boldini e De Nittis ( due fra gli Italiens de Paris), Pellizza da Volpedo, Boccioni, Balla e scultori come Vela, Cecioni, Monteverde, Gemito, Canonica, Bistolfi e Medardo Rosso, Previati, una vera kermesse per gli occhi, davvero da sindrome di Stendhal.
Un pluralismo di stili, in armonia tra loro, che hanno permesso di creare un’arte nazionale in grado di restare al passo con i rinnovamenti contemporanei dell’arte europea, allora in pieno continuo esaltante fermento: stava arrivando il Secol Breve, infatti.
È davvero la nascita di una nazione – per parafrasare il titolo del capolavoro cinematografico proprio del 1915 dello statunitense David Wark Griffith – la nostra, nazione, all’inizio dei suoi passi, alla ricerca della sua identità sociale e culturale e linguistica – come ha sottolineato uno dei curatori, Fernando Mazzocca (l’altro è Francesco Leone, n.d.r.), pure curatori dell’ottimo catalogo èdito da Silvana Editoriale.
Maria Cristina Nascosi Sandri
+ Info: www.mostraottocento.com
Forlì, Musei San Domenico
Piazza Guido da Montefeltro
DA VISIONARE IL BEL VIDEO DEI MUSEI DI FORLÌ CON INTERVISTA AI CURATORI