Quando si parla del capolavoro di Monicelli “La grande guerra”, immediatamente la memoria va agli incommensurabili Vittorio Gassman e ad Alberto Sordi, sfaccendati ma dignitosi eroi che hanno commosso il mondo. Eppure la memoria non si sofferma sull’autore di quella formidabile sceneggiatura che è Luciano Vincenzoni, appena scomparso all’età di 87 anni. E’ stato uno dei più stimati scrittori di cinema, noto negli ambienti come lo « Script doctor » anche perché era molto stimato ad Hollywood, dove poteva vantare la stretta amicizia con Billy Wilder e con William Holden (regista ed attore di “Viale del tramonto”), con Peter Sellers e Candice Bergen (suoi vicini di casa ad Hollywood). Ingrato destino dunque per gli autori di soggetti e sceneggiature, i cui nomi sfilano via nei titoli di coda.
Eppure fra il 1954 ed il 2000, Vincenzoni ha scritto ben 65 film, soprattutto di commedia, lavorando con registi di valore, a partire da Aldo Fabrizi a Giuseppe Tornatore. “Hanno rubato un tram” di Fabrizi segnò il suo esordio nel 1954, e via via ha scritto per Pietro Germi con il film “Il ferroviere” che tanto entusiasmò Woody Allen ed ancora al film “Sedotta e abbandonata” e “Signore e signori” sempre di Germi. Ma la consacrazione di Vincenzoni (oltre che economica) si avrà con Sergio Leone per quei capolavori che sono “Per qualche dollaro in più », “Il buono, il brutto, il cattivo” e “Giù la testa”. Ed ancora “Il bestione” con uno sbalorditivo Giannini diretto da Sergio Corbucci, fino a “Malena” di Tornatore, con una erotica Bellucci (mai così brava).
Il produttore Dino De Laurentiis gli farà realizzare “Il gobbo”, “I due nemici” e “La grande guerra”, appunto. In virtù del lavoro con Dino De Laurentiis, Vincenzoni visse per ben diciassette anni a Hollywood, avendo modo di instaurare in America amicizie importanti.
Sempre di settembre, ci ha appena lasciati un altro grande scrittore: il novantenne Alvaro Mutis. Nato a Bogotà nel 1923, si è spento a Città del Messico lo scorso 23 settembre, dopo una vita ricca di riconoscimenti. Narratore e poeta colombiano, molto amico di Garcia Marquez, è considerato uno dei maggiori autori della letteratura ispano-americana (Tra le sue opere più note, « La Neve dell’Ammiraglio », « Un bel morir » e « Ilona arriva con la pioggia »).
Avemmo modo di conoscerlo alla prima del film “Ilona arriva con la pioggia” presentato alla Mostra di Venezia nel 1996: era lì, applauditissimo, ad accompagnare il film diretto dal conterraneo Sergio Cabrera. Fra gli interpreti del film anche Davide Riondino e nella colonna sonora anche la notevole “Smisurata preghiera” di Fabrizio De André (con musiche di Fossati).
Mutis aveva dichiarato che “il sunto della propria opera nella canzone di De André è di una efficacia di cui egli stesso non sarebbe stato capace”. Il film racconta, con la Lady di Trieste, del più stravagante bordello mai visto al cinema (su un piroscafo) con momenti di raffinato esotismo e di vite “in direzione ostinata e contraria” (come canta appunto De André). Il film circolò poco però, destò l’entusiasmo del momento in quella 53^ Mostra, sebbene Mutis veniva acclamato per la sua straordinaria attività letteraria.
Armando Lostaglio