“L’Unione europea deve essere un presidio di libertà, democrazia e diritti. Per questo il Manifesto è ancora attuale, una lezione senza tempo.” Con queste parole si può riassumere il senso dell’intervento del Presidente della Repubblica al seminario federalista di Ventotene, in risposta alle domande dei giovani partecipanti, in occasione della sua 40° edizione e dell’80° dalla stesura del “Manifesto per un’Europa libera ed unita” redatto dagli antifascisti Spinelli e Rossi.
Il Presidente della Repubblica ha introdotto il suo intervento ponendo l’attenzione sull’attualità del documento del 1941, cioè la straordinaria idea di unire i popoli europei superando le divisioni di secoli.
Ma l’idea di Europa affonda le sue radici nella storia delle idee del nostro continente attraverso i secoli e ha costituito un tenue filo conduttore di progresso e di crescita etica e spirituale attraverso le tempeste delle guerre di religione, le eresie, l’intolleranza, le discriminazioni, gli interessi anche economici contrastanti, le guerre di potere, i governi, l’alternarsi delle élites al potere etc.
Di questo parla un libro importantissimo: “L’idea di Unione Europea. Dal Rinascimento al Manifesto di Ventotene”, a cura di Alberto Cappelletti, Luisa Simonutti, Castelvecchi editore, 2021, che tende a farci prendere coscienza della forza dell’idea di Europa intessuta di ideali di fraternità, uguaglianza, libertà e giustizia. Queste idee, a volte deboli e sommesse come piccole voci nelle tormente in montagna, hanno abitato spiriti e intelligenze, personalità potenti, filosofi, giuristi, umanisti, regnanti, etc. Questo percorso della speranza e questa lotta titanica contro la barbarie delle guerre e delle discriminazioni si snoda nel tempo dell’epoca moderna abitato da personalità straordinarie che bisogna conoscere e approfondire per capire questo nostro presente burrascoso. Questo libro erudito e documentato ci aiuta a farlo in fretta.
Siamo infatti in un momento delicato e controverso per l’idea di Europa, costruita da comunità in pace, animata da spirito solidale che tiene e si rinforza di fronte alla pandemia che ci insidia e alla povertà anche culturale che ovunque dilaga, un Europa bastione di sicurezza dove trovano spazio i popoli in fuga dalle guerre e di cambiamenti climatici. Questa Europa è attaccata da forze oscure che niente hanno a che vedere con le Guerre Stellari ma che riflettono gli interessi e le aspirazioni di lobbies, di gruppi finanziari potenti e che sono usate a scopi elettorali da forze politiche reazionarie in lotta per il potere e avverse alla democrazia. Conoscere la genesi dell’idea dell’Europa che vogliamo serve a individuare questo processo evolutivo europeo. È a questo scopo che un bel gruppo di ricercatori e di storici hanno redatto quest’opera fondamentale per chi vuole capire come la storia abbia creato da un mito di rapimento (Zeus e la bella Europa) un contesto di unione.
I saggi raccolti nel volume mettono in evidenza come questa speranza non sia un prodotto del Novecento con i suoi conflitti mondiali, ma abbia una lunga storia antecedente alla celebre dichiarazione di Winston Chrurchill del 1946, in favore degli Stati Uniti d’Europa. Una storia che nasce nel Medioevo, attraversa il Rinascimento fino ad arrivare al secolo scorso, dando vita a una pluralità di posizioni, caratterizzate da un filo conduttore comune : la condanna radicale della guerra non solo per motivi morali ma anche, in taluni casi, soprattutto economici. Insieme alla morte e alla sofferenza, essa produce infatti miseria… » (F.A. Cappelletti e Luisa Simonutti, Introduzione, Firenze, ottobre 2020).
Andrea Suggi alza il sipario con un saggio su Bodin, sugli Irenisti e i «politici» nell’Europa delle guerre di religione, segue un capitolo su Niccolò Cusano, Giovanni Pico della Mirandola, i 7 saggi intorno a un mondo nuovo ove regni la pace fra le confessioni religiose, segue Erasmo da Rotterdam e la sua splendida opera politico-religiosa in armonia con le tesi di Tommaso Moro in dialogo complicato con Martin Lutero, e gli «eretici italiani» con le loro teorie umaniste di concordia e di tolleranza… luci degli incendi dei roghi.
In seguito il ricercatore José Maria Perez Fernandez introduce l’idea di Europa dal 1539 con un problema di linguaggio comune, di traduzioni… di pacifismo europeo in questo secolo di Rinascimento ma a volte sanguinosamente di conflitti fra gli stati e i governanti per l’egemonia. Sprazzi di Umanesimo che illuminano dipinti di Jheronimus Bosch… Sempre dal Rinascimento ci va di citare, fra i documenti sulla tolleranza religiosa e sull’utilitarismo di una visione «aperta» sul mondo degli scambi e delle sue culture Le Leggi Livornine, 1591-1593 di Don Ferdinando Granduca dé Médici A tutti voi mercanti, nelle quali si fonda il porto franco della città di Livorno che garantiva la possibilità di risiedere in città alle comunità straniere anche non cattoliche. Greci, armeni, inglesi, olandesi e ebrei sefarditi, accolti e protetti, contribuirono allo sviluppo dei traffici commerciali e alla diffusione di una cultura europea in pieno periodo di lotte e di guerre sanguinose (n.d.r. link Altritaliani: « L’illuminata accoglienza degli ebrei a Livorno dal Cinquecento« ).
I saggi si susseguono citando il De jure belli (1588-1589) di Alberico Gentili che anticipa le tesi di Grozio sul diritto internazionale, spostando il problema verso l’etica, la morale di una ipotetica confederazione europea equidistante dal Papato e Impero ; segue un saggio eccellente di Luisa Simonutti su Ugonotti e quaccheri : dalla religione alla politica. William Penn, John Bellers e l’idea di Europa. Siamo nell’Europa del XVII° secolo dell’Editto di Nantes. Si arriva a Newton, Montesquieu e la loro visione degli Stati Uniti d’Europa passando per Saint-Simon e il discorso continua verso i nostri tempi sempre con un ritmo incalzante di scoperte e di citazioni, di opere e ritratti di autori europei decisi a imporre la loro visione dell’Europa come sola soluzione etico-politica.
Arriviamo al secolo dei Lumi dove si incrociano le tesi di un nuovo Umanesimo sotto il segno della Ragione riformatrice della Grande Rivoluzione che immaginava un altro ordine mondiale e quindi europeo ; citiamo Galdi e L’Aurora con le loro utopie. Guardando alla fine del secolo XIX° e all’inizio del Novecento, suggeriamo per i cultori dell’idea di Europa il bel libro di Stefan Zweig Il mondo di ieri. Ricordi di un europeo, dove la fine dell’Impero asburgico segna lo spartiacque fra un mondo e un altro : dalla Felix Austria degli Asburgo alla Germania di Hitler e all’Italia fascista.
Eccoci al Prof. Valdo Spini e al suo eccellente e utilissimo saggio (per la storia europea e italiana recente): L’europeismo del filone politico e ideale rosselliano, nel quale si parte dall’opera magistrale di Federico Chabod: Storia dell’idea di Europa che fa rimontare l’idea di Europa al pensiero liberaldemocratico. Un ideale che vuole superare i conflitti e l’espansionismo militare proprio delle guerre di Napoleone e segue questo pensiero via via nelle sua aspirazioni alla pace, alla convivenza dei popoli, allo sviluppo della libertà e della democrazia fino all’europeismo socialista. Dice il prof. Spini : «L’europeismo costituisce una grande componente del pensiero democratico del nostro paese». All’interno di esso spicca per innovazione e originalità concettuale la corrente di Carlo Rosselli col suo libro del 1930, Socialismo liberale. Rosselli si proponeva di conciliare il socialismo col liberalismo. Dopo l’assassinio dei fratelli Rosselli nel 1937 in Francia, ordinato da Mussolini e perpetrato da sicari francesi, il movimento di Giustizia e Libertà contribuì al Partito d’Azione nell’ideale della Resistenza.
Azionismo ed europeismo erano componenti essenziali dell’antifascismo che non poteva che aspirare a un progetto di unità federale dell’Europa per scongiurare nuove guerre e creare una nuova cultura europea democratica. Il saggio di Spini approfondisce le radici risorgimentali della posizione rosselliana e del Partito d’Azione, in un excursus di storia italiana di grande interesse storico e politico fino ai giorni nostri. Segue uno strumento di approfondimento e di analisi sul Manifesto di Ventotene e la sua duplice idea di Europa, saggio di Francesco Petrillo che ne mette in luce la contraddizione ideale. Per finire un bel saggio attuale di Yves-Charles Zarka sull’Europa e le nazioni. Una doppia crisi della democrazia, nel quale si analizzano i problemi della crisi attuale dell’Europa : interna e esistenziale davanti ai sovranismi risorgenti e alle tentazioni antidemocratiche.
Finiamo con una bella considerazione del prof. Valdo Spini che ci invita a costruire la nostra idea di Europa nel rispetto dei valori democratici e di uguaglianza: « Siamo di fronte, oggi, alla necessità che l’Unione Europea riacquisisca un rapporto di fiducia e di coesione sia con i suoi stati membri che con i suoi popoli, con i suoi cittadini. Essa ripresenta peraltro l’esigenza di essere protagonista di una politica volta a uscire dalla stagnazione e ad avviare uno sviluppo economico e sociale sostenibile ed equilibrato. Si tratta di un passaggio storico, cruciale per le generazioni più giovani e il loro futuro… »
Maria G. Vitali-Volant
IL LIBRO:
L’ idea di Unione Europea. Dal Rinascimento al Manifesto di Ventotene
Franco Alberto Cappelletti e Luisa Simonutti (Curatori)
Castelvecchi, 2021 – p. 276 – 24€ – data di uscita: aprile 2021
Descrizione:
L’Europa unita, per come l’abbiamo in mente oggi, non nasce dal nulla nel 1992 con la UE, e nemmeno nel ’57 con la CEE, ma è il frutto della lunghissima evoluzione di un’idea. La sua storia rimonta al Rinascimento ed è costellata di personaggi straordinari: da Enrico IV, il « re della tolleranza », e il suo fedele ministro Sully, al quacchero William Penn, teorico dell’unità europea dalle sponde del nuovo mondo; e poi il socialista Henri de Saint-Simon; i fratelli Rosselli e Altiero Spinelli, uniti nel tentativo di scongiurare le miserie della guerra. « L’idea di Unione Europea » è il racconto delle esperienze intellettuali che produssero l’Europa, e delinea la mappa di una geografia culturale. Con i saggi di Daniele Archibugi, Franco Alberto Cappelletti, José María Pérez Fernández, Francesco Petrillo, Glauco Schettini, Luisa Simonutti, Valdo Spini, Andrea Suggi, Yves-Charles Zarka. In appendice, il « Discorso intorno alla pace presente e futura dell’Europa » di William Penn.