Libri per il Natale 2023… come ormai tradizione

È sempre bello regalare un libro, Natale o meno, fa chic, non possiamo negare che dire “Ho visto questo titolo e ho subito pensato a te” garantisce stima, rispetto e una gran bella figura: chi non si sentirebbe lusingato se un contenuto letterario gli fosse immediatamente associato. Personalmente, non esiste giorno senza libro, ma un albero addobbato senza un libro sotto mi pare una bestemmia. E siccome a Natale siamo tutti buoni ed educati, allora, eccovi una lista di libri che, spero, non abbia nulla di natalizio, perché vorrei che durasse molto più a lungo che qualche giorno di festa.

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Inizio con quattro titoli che ci vengono da due premi letterari animati da lettori italiani che vivono all’estero, cosa che ci garantisce un margine di sicurezza in più, almeno quanto all’indice di gradimento.

Il primo premio letterario è quello bandito per il quinto anno dal Circolo Leonardo da Vinci di Parigi che per i romanzi italiani in italiano e in particolare per il “Prix du coeur Camandona” hanno voluto segnalare “La Villa del Seminario” di Sacha Naspini, edizioni E/O. Da tutte le parti raccolgo commenti estremamente lusinghieri per lo scrittore toscano e per questa sua storia che si svolge nella Maremma, nel novembre ’43, in un borgo lontano da tutto e di René, il ciabattino del paese. Tutti lo chiamano Settebello, nomignolo che si è tirato addosso in tenera età, dopo aver lasciato tre dita sul tornio. Oggi ha cinquant’anni – schivo, solitario, taciturno. Niente famiglia. Ma c’è Anna, l’amica di sempre, che forse avrebbe potuto essere qualcosa di più. Poi ecco la guerra, che cambia tutto. Villa del seminario evoca fatti realmente accaduti: Grosseto fu l’unica diocesi in Europa ad aver stipulato un regolare contratto d’affitto con un gerarca fascista per la realizzazione di un campo d’internamento. A Roccatederighi, tra il ’43 e il ’44, nel seminario del vescovo furono rinchiusi un centinaio di ebrei italiani e stranieri destinati ai lager di sterminio. Soprattutto Auschwitz.

Per il “Prix Macchiavelli” lo stesso Circolo Leonardo da Vinci ha voluto segnare di Viola Ardone il suo “Oliva Denaro” (Einaudi) e la storia di un “no” clamoroso e storico. Ci interessa anche perché agli inizi di gennaio uscirà il film “Primadonna” di Marta Savina che ispirandosi a questa vicenda narra, appunto, della prima donna che disse “no” al matrimonio riparatore in quella stessa Sicilia narrata dalla Ardone. Visti gli ultimi tragici episodi di cronaca, ci sembra che riprendere in mano questo fatto del passato possa essere di grande utilità ad una sana e pacata riflessione sulle questioni di genere e di auto-determinazione.

Il gruppo di lettura “Tè Letterario” di Expatclic (The platform for all expatwomen) ha lanciato quest’anno “La Fata Verde”, un premio a sostegno della letteratura femminile intersezionale, testimone del proprio legame con l’Italia. La scrittrice sarda Milena Agus è stata la vincitrice del concorso, il romanzo che ha catturato la nostra attenzione è Un tempo gentile (Edizioni Nottetempo), premiato perché affronta un argomento di grande urgenza di questi tempi: le migrazioni, l’accoglienza o non accoglienza, l’apertura (o chiusura) al diverso/a, la scossa che il contatto con ogni diversità porta alle nostre vite. Un tempo gentile è un sogno, un possibile, qualcosa che potrebbe succedere e forse succede, quando ci si avvicina a situazioni inaspettate e a esseri umani che ci portano ventate di altri mondi. Ironico, divertente, e con un ritmo incalzante, questo romanzo ci fa riflettere sul dolore della migrazione forzata, sui legami tra esseri umani e proprio sul « possibile » che, in fondo, sta a tutti noi disegnare nelle nostre vite e in quelle che incrociamo.

Voglio restare in ambito femminile, ma offrire un punto di vista maschile proponendovi Lorenzo Marone e il suoLe madri non dormono mai (Einaudi): Diego ha nove anni ed è troppo buono per il quartiere di Napoli in cui è cresciuto. I suoi coetanei lo hanno sempre preso in giro perché ha i piedi piatti, gli occhiali, la pancia. Ma adesso la cosa non ha più importanza. Sua madre, Miriam, è stata arrestata e mandata assieme a lui in un istituto a custodia attenuata per detenute madri. Lì il ragazzino acquista sicurezza in sé stesso. Si fa degli amici; trova una sorella nella dolce Melina, migliora addirittura il proprio aspetto. Anche l’indomabile Miriam si accorge con commozione dei cambiamenti del figlio e, trascinata dal suo entusiasmo, si apre a lui e all’umanità sconfitta che la circonda. Diego, però, non ha l’età per rimanere a lungo nell’Icam, deve tornare fuori. E nel quartiere essere più forte, più pronto, potrebbe non bastare.

Restando in tema familiare, un’autrice interessante è Cynthia Collu e molto apprezzato dai lettori il suo L’amore altrove (Dea Planeta Edizioni), in cui si parla di famiglie apparentemente normali, ma che forse non lo sono. Licia ha diciassette anni e si concede agli uomini sbagliati, sorveglia che a Giada, la sorellina, non capiti nulla. La loro madre, Amanda, è “strana”: ogni tanto sparisce di casa e quando rientra, sempre stanchissima, porta con sé giocattoli rotti che sostiene di dover “curare”: una donna enorme, alta e grossa, ma fragile, incapace di usare la forza persino per difendersi dall’uomo che ha sposato: Luca, il padre delle due ragazze: minuto, addirittura ridicolo passa il tempo al bar ma a casa sa come incutere paura, inveendo contro la sorte che gli ha dato in moglie una donna “così tonta”. Poi, un giorno, qualcuno scioglie alcune pastiglie di un medicinale nel bicchiere di vino dell’uomo… ogni parola calibrata al millimetro, Cynthia Collu restituisce emozioni feroci e non ha paura di essere cruda come lo è la vita reale.

Cambiamo decisamente argomento e passiamo a un autore giovanissimo e di grandi ambizioni letterarie e non a caso vincitore del Campiello, Bernardo Zannoni e “I miei stupidi intenti” (Sellerio), una storia originale in cui si narra la lunga vita di una faina e a raccontarla è proprio lei. Fra gli alberi dei boschi, le colline erbose, le tane sotterranee e la campagna soggiogata dall’uomo, si svela la storia di un animale diverso da tutti. Archy nasce una notte d’inverno, assieme ai suoi fratelli: alla madre hanno ucciso il compagno, e si ritrova a doverli crescere da sola. Intuendo la debolezza del figlio la madre baratta Archy per una gallina e mezzo a Solomon, una vecchia volpe piena di segreti. Fra terrore e meraviglia, con il passare delle stagioni e il pungolo di nuovi desideri, si schiuderanno fra le sue zampe misteri e segreti. Archy sarà sempre meno animale, un miracolo silenzioso fra le foreste, un’anomalia. Una narrazione trascinante, che accompagna il lettore in una dimensione non più umana, proprio quando lo pone di fronte alle domande essenziali del nostro essere uomini e donne.

Per finire vi propongo il romanzo storico di Maria Luisa Bianchi, “Storia di Firenze”. La preziosa eredità dell’ultima principessa Medici che ha reso grande il destino della città. Anna Maria Luisa de’ Medici, anche nota come “Elettrice Palatina”, è stata l’ultima rappresentante della dinastia dei Medici, unica figlia femmina del Granduca di Toscana Cosimo III. Nel 1737 fece redigere la cosiddetta “Convenzione”, più famosa come il “Patto di famiglia”, un contratto che sancì il passaggio allo stato toscano della vastissima collezione artistica che apparteneva ai Medici da secoli. È dunque a lei che dobbiamo il privilegio di poter ammirare i tanti tesori d’arte collezionati per secoli dalla dinastia medicea, a lei che dobbiamo la grazia riservata alla città di Firenze d’essere risparmiata dalla triste spoliazione di capolavori che investì tanti altri centri di cultura del Rinascimento italiano. L’autrice Marialuisa Bianchi si immedesima nell’omonima Elettrice raccontandoci la storia della Firenze medicea dalle origini fino al barocco Seicento. Il volume, attestandosi su un tono tra la confessione e la narrazione in prima persona, guida il lettore attraverso i luoghi e gli angoli più inediti della città, come se a condurlo fossero proprio gli occhi dell’Elettrice. Un libro dal punto di vista inaspettato e originale, quello della coraggiosa donna con cui si è coronata la vita di una delle famiglie più rinomate al mondo.

Non ho finito! Non posso finire senza offrirvi una raccolta di poesie, che Natale sarebbe! E allora, la mia ultima lettura poetica, che mi piace segnalarvi non solo per la bravura di questa poetessa, ma anche perché la dà alle stampe una giovane e piccola casa editrice di Catania che assolutamente voglio mettere in evidenza. Vi regalo, a mano aperta, senza neanche incartarlo, nudo, il bellissimo “Tace l’umanodi Iolanda Cuscunà, edito dalla gran bella e, spero, resistente, editrice, tutta al femminile, “Nous”. Un esordio poetico quello della Cuscunà che brucia come lava, una poesia materica e sinuosa, grembo che accoglie senza giudicare e come grembo risale all’origine: radici, lingua, terra, sangue e solitudine e frastuono.

Sperando di avervi trascinato fino al fondo di questo articolo, non mi resta che augurarvi buone letture e un sereno Natale, che buono sia!

Carla Cristofoli per Altritaliani

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Carla Cristofoli
Carla Cristofoli è nata a Cagliari. Dal 2008 vive e lavora a Parigi, dove insegna italiano. È autrice di due racconti per bambini. Scrive regolarmente brevi racconti, pubblicati su riviste online. È co-fondatrice e responsabile di FormaRes.fr, centro online di formazione per la lingua italiana. Dal 2015 collabora con il magazine Altritaliani.net, per il quale pubblica recensioni su romanzi, raccolte di racconti e poesia a tematiche contemporanee.

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