È iniziata a Forlì, presso i Musei di San Domenico, la ‘grande bellezza’ di una mostra da lungo attesa: si tratta di “LIBERTY. Uno stile per l’Italia moderna”. Propone una lettura innovativa di un periodo straordinario della storia dell’arte italiana: quella della stagione che sotto la seducente insegna di Liberty, altrimenti denominato Art Nouveau in Francia, Jugendstil in area tedesca e mitteleuropea e Modern Style nei paesi anglosassoni, ha visto tra Otto e Novecento l’ampia diffusione a livello internazionale di un nuovo stile e di un gusto intesi a superare lo storicismo e il naturalismo che avevano dominato gran parte del XIX secolo.
Intende identificare, per la prima volta rispetto alle diverse rassegne dedicate nel passato al Liberty, le specificità di uno stile attraverso una serie di capolavori della pittura e della scultura, che, seppur di artisti di formazione, poetica e linguaggio diversi, come Segantini, i grandi ferraresi Gaetano Previati e Giovanni Boldini, Sartorio, De Carolis, Longoni, Morbelli, Nomellini, Kienerk, Chini, Casorati, Zecchin, Bistolfi, Canonica, Trentacoste, Andreotti, Baccarini rivelano contenuti e messaggi comuni, attraverso i quali son cadenzate le sezioni dedicate al mito, all’allegoria, al paesaggio teso tra atmosfere simboliste ed una ricerca dell’Assoluto che ci fa incantare davanti ai dipinti dedicati alla rappresentazione dei ghiacciai, visti come l’immagine della ‘ Zauberberg- la montagna incantata’ di Thomas Mann.
Dell’esposizione è protagonista indiscussa la Donna, figura ad un tempo fragile, superba e carnale, immagine del piacere e della libertà, al culmine dell’estetismo più ricercato e puntuale, fino allo sfinimento.
Il rilievo dato alle Arti Maggiori, che non ha escluso anche confronti con modelli ed interlocutori stranieri come Klinger, Klimt, von Stuck, Beardsley, Khnopff, Burne-Jones, ha voluto favorire un dialogo nuovo con le altre tecniche ed espressioni artistiche in una identificazione di quei valori decorativi che vengono confrontati con quelli pittorici e plastici nelle sezioni dedicate alla grafica, all’illustrazione, ai manifesti pubblicitari e alle infinite manifestazioni dell’architettura e delle arti applicate, le cosiddette handcraft o Arts & Craft di morrissiana memoria. Così i ferri battuti di Mazzucotelli e Bellotto; le ceramiche di Chini, Baccarini, Cambellotti, Spertini, Calzi; i manifesti di Dudovich, Hohenstein, Boccioni, Terzi, Mataloni, Beltrame, Palanti; i mobili di Zen, Issel, Basile, Bugatti, Fontana; i vestiti di Eleonora Duse, i merletti di Aemilia Ars e gli arazzi di Zecchin vivono di nuovi confronti. Ne emerge una figura del Liberty che è nella sostanza, come in effetti, fu, uno stile di vita, uno degli ultimi –ismi culturali davvero a tutto tondo.
La mostra è ideata e realizzata dalla Fondazione della Cassa dei Risparmi di Forlì in collaborazione con il Comune di Forlì e i Musei San Domenico.
Curatori della mostra sono Maria Flora Giubilei, Fernando Mazzocca e Alessandra Tiddia; il prestigioso comitato scientifico è presieduto da Antonio Paolucci. La direzione generale dell’esposizione è affidata a Gianfranco Brunelli.
Maria Cristina Nascosi Sandri