Lettera da Torino n°4 – B come Brutalista e A come Antagonista

«Lettere da Torino» nasce con un canovaccio ampio, non vuole essere soltanto una guida turistica in cui vengono raccontati i luoghi importanti della città.
Anche questo certo. Ma non solo.

Vuole essere anche un modo «altro» di raccontare la Torino di oggi, che sia cronaca, eventi o persone che puoi incontrare.
Consapevoli che la città non si può abbracciare tutta.
E tantomeno tutta insieme
Che la città per sua natura è tante cose (Italo Calvino docet), ed è anche un qualcosa che sfugge.

Ma…ma tutto questo alla fine del viaggio potrà lasciare un sapore, un profumo, una sensazione, un retrogusto, restituire il quadro di una città in movimento, con i piedi nella tradizione e lo sguardo aperto al futuro.

Con questo spirito approcciamo le lettere di oggi: B come brutalismo e A come antagonista
ricordandovi le precedente Lettere da Torino :
P come Piazza Vittorio Veneto
F come Fiume Po
M come Mirafiori (3 puntate)

Lettera B come Brutalista

La chiesa brutalista di Piazza Giovanni XXIII

Il Brutalismo è una corrente architettonica nata negli anni 50 in Inghilterra, che prende nome dal “beton brut” di Le Corbusier e fa sua stilisticamente la rudezza del cemento a vista.

Siamo lontani dal centro, in quelle che Renzo Piano chiama “le periferie che vanno rammendate, ricucite”.
Qui, dove non ti aspetteresti mai — con lo snobismo di chi abita la ZTL e la sorpresa conseguente — la chiesa di Corso Siracusa ospita un concerto di musica elettronica contemporanea :
« Urbaphonia presenta Neuf Voix, Music for Dimensions, una performance elettronica e acustica immersiva” (vedi : Recall Production di Torino) 

Performance elettronica e acustica immersiva nella chiesa brutalista di Piazza Giovanni XXIII a Torino

Il parroco, esistono ancora parroci, dice due parole di presentazione, rarità anche questa, la brevità : « Quando questa chiesa è nata, nel 1959, era un atto coraggioso di modernismo, una rottura con il passato, sorprendente in una zona operaia. 
Così, quando mi hanno proposto una musica elettronica che non ha nulla di sacro, mi sono detto che forse lo spirito primigenio di questo luogo era proprio quello : accogliere il nuovo. E con questo spirito siamo qui stasera. »

Questa è la colonna verbale – e verbosa – che ci ha ispirato l’ascolto della composizione di Neuf Voix nella Chiesa del Gesù Redentore.
 
“Chiesa come cassa acustica.
Un Cristo sofferente illuminato, in ascolto insieme a noi.

Fratture, sirene, motori, raffiche sintetiche, voci del sottosuolo, navi in partenza.
Siamo avvolti da suoni come da un mantello.
Il silenzio della notte è attraversato da flash acustici, da sirene e allarmi antiaereo

Chiesa come rifugio.
Silenzi, voci, campane,
cori umani digitali

Bombe lontane, universi,
ululati, sfrigolii,
uccelli metallici appollaiati sul beton brut

Sinfonia che non trova pace, inquietudine diffusa,
nevrosi
tremori ferrosi
acqua che stride
tram in frenata

Ritmica sacralità del suono, e del suolo,
stridore da corto circuito

Ferro torinese:
eco di catena di montaggio
degli anni 50’

Silenzio
pensieri
Chaplin e Tempi Moderni
Mattoni a vista e cemento a vista

Si chiudono porte
gong
voci femminili
Erinni
inferno
tam tam primordiale
fuochi d’artificio
bombardamento di frecce sonore,
tamburi in crescendo

L’inquietudine troverà pace?
Profanare un luogo o qualcosa il luogo ti restituisce?
Invasione di droni atterrati chissà dove
Silenzio come ristoro
Battiti, elicotteri, tromboni stonati

Melodia dalla cacofonia
come
Eleganza dal cemento grezzo
La Bellezza non va ricercata

La lunga e filiforme ombra del Cristo sulla croce
sembra farsi carico di tutti i suoni del mondo digitale:
un Cristo AI

Non siamo soli.”

Lettera A come Antagonista

La musica antagonista di Palazzo nuovo 

Palazzo nuovo, Torino

Palazzo nuovo è uno dei Palazzi torinesi che tutti conoscono, un riferimento toponomastico e antropologico, insieme a Mirafiori, le Molinette e pochi altri Palazzi storici.

È una tra le prime costruzioni interamente in acciaio a Torino, oggetto di critiche fin dalla sua costruzione.

Palazzo Nuovo è tradizionalmente la sede delle Facoltà Umanistiche.

È un Beaubourg atterrato in centro alla città, ritenuto da tutti bruttissimo, e che io trovo bello: perché il Beaubourg sì e Palazzo Nuovo no?
Perché non è fatto da Piano e perché non è a Parigi?

Certo è migliorabile, indirei un concorso tra aspiranti architetti per capire come, e a costo contenuto, si possa migliorare l’estetica esterna, aggiornarla, come è stato fatto con gli interni, razionali e belli.

Le rivoluzione a 33 giri

Oggi Palazzo Nuovo parla di musica, non di una musica qualunque, ma della « musica antagonista ».
Ospita una esperienza interattiva e un percorso multimediale, La rivoluzione a 33 giri, sulla musica antagonista e il ruolo del disco politico nella storia culturale e sociale italiana dagli anni 50’ agli anni 80’.

Antagonista è la musica “contro », contro il potere, quello costituito : estratti musicali di due minuti raccontano pezzi musicali significativi per il popolo di sinistra e di destra, gli anni di piombo e quelli degli opposti estremismi, momenti di storia italiana. Ad esempio Piazza della Loggia, l’attentato, c’è la registrazione della diretta di una radio locale, dal palco un oratore che parla e poi… improvvisamente la bomba, il rumore sordo della bomba, le  urla, “state calmi,  attenti, non facciamoci prendere dal panico”… e poi i morti e tutto quello che questo ha significato nella storia del Paese.

Palazzo Nuovo come tempio della musica, non sarà il teatro Regio o l’Auditorium, ma la musica antagonista, oltre ad avere un bel nome, è un bel modo di raccontare la storia del Paese attraverso i passi musicali del contropotere.

E per la cronaca, Palazzo Nuovo è da sempre sede di occupazioni studentesche, quindi il contropotere per eccellenza!

Eraldo Mussa

Per approfondimenti:

Brutalismo – it.Wikipedia 
Chiesa del Gesù Redentore (Torino) – it.Wikipedia
Palazzo Nuovo (Torino)
Discografia antagonista: Italia, 1958-1980


 LINK INTERNI DELLE PRECEDENTI LETTERE
-Lettera da Torino n°1 – P come Piazza Vittorio Veneto
https://altritaliani.net/lettera-da-torino-n1-p-come-piazza-vittorio-veneto/
-Lettera da Torino n°2 – F come Fiume Po
https://altritaliani.net/lettera-da-torino-n2-f-come-fiume-po/
-Lettera da Torino n°3/1 – M come Mirafiori (Valletta a passeggio per i corridoi) https://altritaliani.net/lettera-da-torino-n3-1-m-come-mirafiori-valletta-a-passeggio-per-i-corridoi/
-Lettera da Torino n°3/2 – La Palazzina di Mirafiori (Ricordi di un fornitore e di un ex dipendente) https://altritaliani.net/lettera-da-torino-n3-2-la-palazzina-di-mirafiori-ricordi-di-un-fornitore-e-di-un-dipendente/
-Lettera da Torino n°3/3 – Heritage Hub e quale futuro per Mirafiori?
https://altritaliani.net/lettera-da-torino-n-3-3-heritage-hub-e-quale-futuro-per-mirafiori/

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Eraldo Mussa
Torinese, cresciuto in Liguria al confine con la Francia, forse per questo mi sono sempre sentito un “altro italiano”. Laureato in Lettere, giornalista, rallysta e pubblicitario nella vita professionale. “Se unisco i punti della mia vita, le automobili sono state il mio fil rouge.” Contatto: eralmussa(at)gmail.com

1 COMMENTAIRE

  1. Grazie, Eraldo Mussa, per la memoria della serata e del concerto nella Chiesa del Gesù Redentore espressa sul vostro « blog »(?).
    Mi hanno fatto sorridere due cose.
    La prima è l’inciso iniziale sul fatto che esistano ancora parroci. Sì, di quelli ce ne sono: magari ci sono meno preti giovani, meno fedeli, ma ancora un po’ di parroci, magari pochi, ma con le spalle larghe.
    La seconda è relativa alla performance di quella sera. Di per sé, Elvio, in arte Neuf Voix, mi aveva ben detto che intendeva e intende la sua proprio come musica sacra, e nel pomeriggio avevamo disquisito un po’ su questa accezione. Gli avevo detto che, se da un lato la Chiesa non la intende come musica sacra, tuttavia la approccia come musica che esprime il sentimento del sacro: una cosa un pochino diversa, ma degna di trovare attenzione.
    In futuro spero riuscirò a trovare energie per accogliere ancora questo tipo di ricerca musicale e, quindi, per accogliere anche voi.
    Grazie e a presto!
    don Alberto Savoldi

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