‘L’album di famiglia’, un ritorno alle radici toscane di Valentina Olivastri

Spaesamento, labirinto, svelamento, auto-ironia: sono queste le parole chiave, e chiavi di lettura, del nuovo romanzo ‘L’album di famiglia‘ di Valentina Olivastri. Il romanzo inizia con il ritorno a Borgo, Toscana bella e solare, luogo di origine della scrittrice, che è anche luogo di memoria, identità, appartenenza comunitaria. Tutto bene, dunque, se non fosse che proprio quegli spazi, fra utopia e realtà, saranno ridefiniti quando un oggetto inquietante rimetterà in discussione consolidate certezze. Una recensione del grande dantista, Prof. Lino Pertile, Harvard University.

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L’album di famiglia” è l’ultimo romanzo di Valentina Olivastri. Ne è protagonista Edi, una giornalista che disamorata della vita londinese decide di trasferirsi a Borgo, in Toscana, dove l’aria ha “un sapore domenicale” e il tempo è “ciclico, elastico, regressivo… I minuti persi come spilli”. Insomma, una vita senza ansie, ma il ritrovamento casuale di una vecchia raccolta di foto viene a scuotere gli equilibri dell’intero paese.

La copertina del libro è del pittore toscano Paolo Gheri

Ho trovato il libro molto attraente e l’ho letto con piacere e interesse. Dico ‘attraente’, non soltanto perché grazioso e gradevole, ma perché pieno di brio e intelligenza, un sorriso, un’aria scherzevole e leggermente ironica che sembra percorrerlo dall’inizio alla fine. Per una buona metà non se ne intravvede una vera e propria trama, ma non importa, un capitolo tira l’altro, come le ciliege. La narrazione di Edi sembra tutta presa dalla quotidianità dei rapporti umani e, per così dire, ambientali con il paese e la sua gente. Domina sovrano il tema gastronomico associato alla storia, alla cultura, alla lingua, insomma alla vita locale. La lingua mi sembra quella colta, spigliata, fluida, parlata oggi in Toscana da persone colte che sanno mescolare con buon gusto il livello alto e il popolare ma senza mai finire nell’astruso o nello sguaiato. L’uso di modi di dire e espressioni comuni la rendono autentica, facendola sembrare più parlata che ‘scritta’: lo provano i dialoghi. Un personaggio, Fosca, parla esclusivamente in toscano, un toscano trascritto a regola d’arte. La cosa è indubbiamente divertente, anche se c’è il pericolo che il lettore venga distratto da queste schegge di puro dialetto.

E veniamo alla ‘storia’ che, come dicevo, per un bel po’ non si vede e poi sembra consistere nel progetto di Edi di sedurre Lorenzo. Questo progetto arriva a un approdo definitivo col riferimento improvviso a “quella notte”, una notte di fuoco illustrata nel capitolo seguente. La cosa bella e spiazzante è che la ‘storia’ vera si scopre solo dopo, quasi alla fine del racconto, quando l’album finisce sotto gli occhi della persona giusta. A questo punto il lettore ritorna indietro e scopre che in effetti la narrazione è disseminata di segnali che puntavano in quella direzione ma, ahimè, lui non li aveva notati, non se n’era accorto. Il segreto che emerge alla fine getta una luce nuova sul paese e sul racconto.
Ora in paese non tutto è rose e fiori come poteva sembrare prima. Dietro alla serena, gradevole, spiritosa quotidianità si nascondono segreti indicibili che un vecchio album di fotografie, riemerso inaspettatamente per puro caso, rivela, sconvolgendo personaggi e il lettore. Nonostante la sua aria giocosa e svagata, dunque, un libro da leggere con attenzione.

Lino Pertile
Harvard University e Accademia dei Lincei

IL LIBRO:
L’album di famiglia
di Valentina Olivastri
YoucanPrint – ottobre 2022 – pp. 162
Facilmente reperibile su internet (circa 15€) – Esiste anche in versione ebook (4,99€)
Rassegna stampa: https://www.valentinaolivastri.it/news/

SINOSSI – Nulla come la fotografia mostra la realtà per quello che è, ed è proprio per questo che un album di vecchie fotografie di famiglia viene tenuto gelosamente nascosto per molti anni, fino a quando il caso lo fa riemergere e lo trasforma in un formidabile strumento di consapevolezza, capace di mettere in subbuglio un intero paese. È ciò che accade a Borgo, un luogo abbarbicato sui poggi toscani, dove Edi, affermata professionista londinese che a Borgo ha trascorso gli anni dell’infanzia e dell’adolescenza, decide di trasferirsi. Ed è a Borgo che Edi ritrova una dimensione atemporale e pragmatica, scandita da una vita sociale fatta di cose semplici e di schiettezza. L’improvvisa morte di Ludovico Franceschi, scapolo impenitente e chiacchierato viveur, scuote non solo il tranquillo tran tran del paese, ma anche i destini familiari di Cinzia e Giuliana, sanguigne cugine legate in modo diverso ma inscindibile, spesso inconsapevole, alle imprese amorose di Ludovico. La casuale scoperta dell’album da parte di Edi dipana una matassa orgogliosamente incrostata dagli anni e dallo sbiadirsi della memoria, dando una luce completamente diversa ai non pochi misteri che il tempo, autentico protagonista del racconto, ha saputo custodire sotto gli occhi ignari, ma non troppo, di un’intera dinastia familiare.

Valentina Olivastri, foto di Maurizio Camagna

L’AUTRICE

Valentina Olivastri è originaria di Cortona e abita a Oxford, Gran Bretagna, dove per oltre venti anni ho lavorato presso la biblioteca Bodleiana dell’Università di Oxford. Ha al suo attivo due altri romanzi: Prohibita Imago (Mondadori & Oscar Bestsellers), La donna del labirinto (Miraviglia Editore & Bòveda – Spagna) e alcuni racconti tra cui La casa della palma pubblicato su Paragone Letteratura. Ha un dottorato in Studi Rinascimentali dalla University College London dove ha anche svolto l’attività di insegnamento. Oltre alla scrittura creativa, ha anche varie pubblicazioni di natura accademica e pubblicistica avendo lavorato per il quotidiano britannico The Guardian. Ha curato gli apparati critici delle ristampe degli Oscar Mondadori e tradotto vari testi tra cui la biografia James Joyce. Gli anni di Bloom (Mondadori) di John Mc Court.

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Lino Pertile
Lino Pertile è Professore di Lingue e Letterature Romanze alla Harvard University. Si è laureato all’Università di Padova dove ha studiato lettere antiche e letteratura francese, ha insegnato letteratura italiana in Francia e in Italia (1964-1968) e in Inghilterra (1968-1995), prima di giungere a Harvard nel 1995 come Professore di Letteratura italiana nel Dipartimento di Lingue e Letterature Romanze. Dal 2010 al 2015 è stato direttore di Villa I Tatti, il Centro per gli studi rinascimentali della Harvard University a Firenze. Ha pubblicato ampiamente sul Rinascimento francese (in particolare su Montaigne e i viaggiatori francesi in Italia), il Medioevo latino e italiano (Dante), il Rinascimento (Bembo e Trifon Gabriele), e la letteratura italiana del XX secolo (Pavese e il romanzo del Novecento). Ha curato e ha contribuito a diversi volumi sulla letteratura italiana da Dante al XX secolo.

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