Italia: Repubblica delle banane

Sia l’italiano medio, sia Calderoli (vedi il suo insulto alla Kyenge) sia adesso Carlo Tavecchio sia i tanti altri personaggi da osteria che in Italia parlano a vanvera non sembrano avere la minima idea di cosa vogliano dire per gli altri identità collettiva, Patria, Nazione, onore, dignità nazionale, etnia… Forse anche perché non sono mai andati alla scuola dell’estero, ma solo a quella dell’osteria del villaggio natale… A costoro ricordo che noi italiani espatriati siamo il bersaglio, da sempre, di stereotipi sia ridicoli (pizza) sia infamanti (mafia); stereotipi che non possono che trarre nuovo alimento da queste tristi arlecchinate provenienti dal teatrino dei saltimbanchi italiani mai stanchi di recare ingiuria – anche senza rendersene conto – all’italianità, bene prezioso per gli espatriati. Perché questa battute confermano l’idea che tanti all’estero si fanno degli italiani, da loro considerati personaggi da barzelletta.

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I commenti da sfottò di tanti che insultano « scherzosamente » e « goliardicamente » i neri « mangiatori di banana » rivelano un’incredibile mancanza di sensibilità. Avviene come alle elementari, dove il gruppo dei piccoli animali insulta il « diverso » per una sua caratteristica fisica, senza rendersi conto della propria crudeltà e vigliaccheria. Ma per questi comici di un’Italia da avanspettacolo, in cui abbondano scorregge, smorfie e pernacchie, chiamare un arbitro cornuto è in fondo la stessa cosa che chiamare un nero « orango » o « mangiatore di banana ». Il legame tra un individuo e la propria patria o il proprio gruppo etnico, il proprio Paese o il proprio continente per questo tipo d’italiani « antinazionali » non conta nulla. L’insulto etnico abbonda nelle loro bocche proprio per questa mancanza di sensibilità ai valori di appartenenza e fedeltà ad un’identità collettiva. E del resto, da anni, gli italiani si lasciano collettivamente insultare (vedi Hollywood, cloaca massima di cliché nei nostri confronti), senza reagire.

Claudio Antonelli

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Claudio Antonelli
Claudio Antonelli (cognome originario: Antonaz) è nato a Pisino (Istria), ha trascorso la giovinezza a Napoli, oggi vive a Montréal (Québec, Canada). Bibliotecario, docente, ricercatore, giornalista-scrittore, è in possesso di diverse lauree in Italia e in Canada. Osservatore attento e appassionato dei legami che intercorrono tra la terra di appartenenza e l’identità dell’individuo e dei gruppi, è autore di innumerevoli articoli e di diversi libri sulle comunità di espatriati, sul multiculturalismo, sul mosaico canadese, sul mito dell’America, su Elio Vittorini, sulla lingua italiana, sulla fedeltà alle origini e la realtà dei Giuliano-Dalmati in Canada, sull’identità e l’appartenenza...

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