Intervista a Stefano Maurizi: Nostalgie de l’Avenir.

Stefano Maurizi è un virtuoso del pianoforte jazz che ha trovato una fortissima ispirazione nelle sonorità etniche della world music. Ha voluto dedicare il suo nuovo disco “Nostalgie de l’Avenir”, un album raffinato, ricchissimo di spunti musicali geniali, proprio alla città di Parigi. Stefano Maurizi “Paris” Quartet sarà in concerto al famoso Sunside Jazz Club il 28 Gennaio. Un appuntamento da non perdere. Ecco la nostra intervista:

Pietro Bizzini: Puoi parlarci del tuo progetto Paris 4tet e del cd “Nostalgie de l’Avenir” con cui sarai in concerto a Parigi?

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Stefano Maurizi: Con piacere. Il progetto è nato alla fine del 2010 in uno dei miei viaggi parigini nei quali frequentavo molto i musicisti italiani che si erano trasferiti in Francia, in particolare il caro collega pianista Giovanni Mirabassi e il contrabbassista Mauro Gargano, attraverso i quali ho conosciuto la scena jazz parigina che mi ha subito colpito positivamente per la grande apertura a tradizioni e culture diverse nella ricerca di nuovi stili e sonorità del jazz contemporaneo.

Dopo una serie di frequenti viaggi fra la fine del 2011 e l’estate del 2012, durante i quali vivevo la città di Parigi come una fonte infinita di bellezza e creatività, ho iniziato a sentire il bisogno di raccontare questa mia esperienza artistica e umana attraverso il CD “Nostalgie de l’avenir”, che ho voluto condividere con tre grandi musicisti come David Venitucci , Mauro Gargano e Antoine Banville.

P.B.: Per te cosa vuol dire sedersi di fronte alla tastiera e suonare?

S.M.: E’ come sedersi davanti allo specchio dell’anima… Si ha la possibilità di esprimere e condividere emozioni uniche sia con te stesso che con il pubblico e gli ascoltatori.

P.B.: Nella tua musica si sentono forti radici jazz mischiate in un sapiente ibrido con la musica folk, come ti è nata la passione per il jazz e quando hai incontrato la world music?

S.M.: Ho conosciuto il jazz quando ero piccolo grazie alla passione di mio nonno materno che era pianista e appassionato di jazz appunto, mentre l’influenza della world music è stata una conseguenza naturale nella mia continua ricerca di linguaggi e tradizioni che hanno poi contribuito a creare il mio stile pianistico, nel quale si sente l’amore per le sonorità e i ritmi del Medio Oriente che sono parte del mio sangue viste le mie origini libanesi proprio da parte di mio nonno materno.

P.B.: Come riesci a bilanciare la tua capacità tecnica mettendola a servizio della poesia?

S.M.: E’ una bella domanda… In effetti quando si tende a scrivere in modo virtuoso c’è spesso il rischio di mettere in secondo piano l’aspetto poetico della musica.

Diciamo che la poesia più vera spesso non ha bisogno di troppe note..

P.B.: Piano e fisarmonica, due strumenti a tastiera così vicini ma anche molto lontani, li hai usati molto: secondo te, cosa li rende così attraenti?

S.M.: Devo ammettere di essere innamorato delle sonorità che il piano e la fisarmonica riescono a creare insieme, ed è meraviglioso il punto di incontro degli armonici fra la nota lunga della fisarmonica e la risonanza della tavola armonica del pianoforte.

Ho scoperto questa magica interazione ascoltando “le pas du chat noir” di Anouar Brahem, nel quale trio suonavano Francois Couturier al piano e J.L. Matinier all’accordeòn.

P.B.: Hai ricevuto molti consensi in Russia, durante il “Sonorità Visive” dedicato a Tarkovskij. Nelle tue canzoni hai suggestioni orientali e contatti con la canzone slava, quali consapevolezze umane e professionali hai acquisito avvicinandoti a sonorità musicali differenti dall’ambiente jazzistico?

S.M.: Beh, senza alcun dubbio l’esperienza del concerto a Mosca con Andrej A. Tarkovskij jr. è stata per me una delle più importanti crescite a livello artistico e umano al tempo stesso.

La mia passione per le melodie popolari ha senza dubbio influenzato la mia scrittura e mi ha portato a conoscere nuovi linguaggi nella composizione e una maggiore libertà nelle improvvisazioni rispetto alla tendenza ormai un po’ troppo classica di suonare gli standard jazz che spesso rischiano di essere ripetitivi sia nei fraseggi che nelle soluzioni armoniche.

P.B.: Cosa provi a suonare al Sunside Jazz Club di Parigi?

S.M.: E’ un grande piacere e un onore al tempo stesso essere stato invitato a suonare in uno dei più famosi Jazz club di Parigi e del mondo.

P.B.: Ti appaga la produzione musicale che sei riuscito fin’ora ad esprimere, o sei in ricerca di qualcos’altro?

S.M.: Devo dire di essere abbastanza soddisfatto dei miei ultimi lavori discografici, in particolare di « Nostalgie de l’avenir » che ha ricevuto diverse belle recensioni dalle più importanti riviste di musica jazz.

Al momento sto lavorando su un nuovo disco in piano solo che uscirà fra settembre e ottobre 2014.

Pietro Bizzini

Il sito di Stefano Maurizi

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STEFANO MAURIZI “PARIS” QUARTET au Sunside, Paris 1er
Concert à l’occasion de la sortie de l’album “Nostalgie de l’avenir”
Stefano Maurizi – piano ; David Venitucci – accordéon ; Mauro Gargano – c.basse ; Antoine Banville – batterie

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Stefano Maurizi est un projet basé sur la recherche de l’expressivité à travers les nouveaux langages de la musique improvisée. Les compositions originales, caractérisées par un travail soigné sur l’harmonie et le rythme, créent une dimension époustouflante et rêveuse qui exalte la musicalité éclectique et parfois acrobatique du pianiste transalpin Stefano Maurizi. Le quartet est complété par trois extraordinaires personnalités du jazz contemporain qui valorisent le jeu collectif avec un dialogue fascinant plein d’interplay. Maurizi, un pianiste dans le digne lignée de Giovanni Mirabassi, qui sera lui aussi en concert au Sunside, les jeudi 30 et vendredi 31 janvier 2014 à 21h

Réservations pour le concert au Sunside (20€)

SUNSIDE JAZZ CLUB
A 21 heures, le 28 janvier
60, RUE DES LOMBARDS – PARIS 1ER
INFOLINE +33 (0)1 40 26 46 60

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