La consegna dei premi César, avvenuta venerdi 25 febbraio all’Olympia di Parigi ha confermato il grande successo del film di Xavier Giannoli Illusioni perdute che conquista il record di sette César e quindici nomination, inclusa la più prestigiosa: quella per il Miglior Film.
Ed era uscito anche in Italia lo scorso dicembre, dopo aver convinto pubblico e critica alla Mostra di Venezia di settembre, dove un po’ tutti lo valutavano per il Leone d’oro.
È sontuoso e ben costruito nella sceneggiatura, girato con attori alquanto convincenti, della portata di Gérard Depardieu, Cécile de France, Xavier Dolan, Jeanne Balibar, mentre il protagonista è Benjamin Voisin, encomiabile nel ruolo del giovane e ambizioso Lucien de Rubempré. Parte dalla sua città natia Angoulême per sfidare la Capitale francese in piena Restaurazione (1814-1830). Il film rilegge l’omonimo romanzo di Honoré de Balzac, pubblicato fra il 1837 e il 1843 in tre parti: “I due poeti”, “Un grande uomo di provincia”, “Eva e David” noto anche come “La sofferenza dell’inventore”. Momento fondamentale nella vastissima serie di opere che compongono la (incompiuta) “Comédie humaine” del grande scrittore realista, “Illusions perdues” fu annunciato dallo stesso Balzac come “l’opera capitale nell’opera”.
Il film di Giannoli (in quasi due ore e mezza, e in costumi eccellenti) ripercorre la vicenda di Lucien, che si misura con una Parigi accogliente e cinica, nella speranza di affermarsi sia come poeta che nella società altolocata. Sul filo del romanticismo, le sue illusioni dovranno scontrarsi con la crudele realtà della capitale nella quale l’unica legge è quella del vendere e del comprare. Incoraggiato dall’amante, la nobile e più matura Louise (la misurata Cécile de France), il giovane la segue a Parigi in cerca di un editore. Il loro è un amore clandestino, e vede Lucien soccombere spesso prima di incontrare l’illusorio successo: si imbatte in Lousteau, un altro scrittore proveniente dalla provincia riciclatosi da critico sul giornale “Le Corsaire”. Nasce quindi un’amicizia professionale nell’ambito di un giornalismo che alimenta e manifesta polemiche artate e recensioni di romanzi secondo i voleri di editori spregiudicati. Eppure, in tali scontri e misfatti, Lucien ravvisa l’occasione di una velata vendetta verso quella classe influente che inizialmente lo aveva escluso.
La vicenda balzachiana anticipa di ben due secoli la nostra attualità, che intravvede l’occulto obbrobrio delle notizie false, e quella “società dello spettacolo” preconizzata, peraltro, a metà del secolo scorso da un altro intellettuale francese, Guy Debord.
L’opera letteraria di Balzac ha avuto nel 1966 un’altra trasposizione da Maurice Cazeneuve con la miniserie dall’omonimo titolo. Il regista sceneggiatore Xavier Giannoli si era in precedenza imposto all’attenzione sempre alla Mostra di Venezia con “Superstar” del 2012 e “Marguerite” (2015).
Illusioni perdute, un film da non perdere se non l’avete ancora visto.
Armando Lostaglio