Il Tennis italiano: Un’estate da miracoli

È cominciata il 19 maggio 2024 al Foro Italico l’estate dei massimi successi del tennis italiano: lì nel doppio Sara Errani e Jasmine Paolini avevano battuto in finale Coco Gauff (al 5 agosto: 2a mondiale nel ranking singolo e 13a nel doppio) ed Erin Rouliffe (1a nel doppio), riscattando così l’assenza a quel torneo per il malessere di allora del connazionale Jannik Sinner (1o mondiale nel ranking maschile singolo, dopo le vittorie in finale a Melbourne in gennaio contro il 5o mondiale Daniil Medvedev, a Rotterdam in febbraio contro l’11o Alex De Minaur e a Miami in marzo contro il 12o Grigor Dimitrov).

È proseguita in giugno, poiché nel doppio Errani e Paolini sono state finaliste contro Gauff e Katerina Siniakova (2a mondiale nel doppio) al Roland-Garros, dopo che Paolini lo era stata nel singolo contro Iga Swiatek (1a mondiale nel singolo dal 2022), e dove la sconfitta di Sinner in semifinale da parte di Carlos Alcaraz (3o mondiale nel singolo) aveva ancora confermato l’alto livello del tennis italiano non meno dell’arrivo lì, alla finale del doppio, di Simone Bollelli (10° mondiale nel doppio) e Andrea Vavassori (9o), e alle semifinali-juniors del diciottenne Lorenzo Carboni.

Se, allora, il Foro Italico “prepara” al Roland-Garros, quest’anno ha anche preparato al medesimo successo Paolini a Wimbledon essendovi in luglio ancora arrivata come finalista (contro Barbora Krejcikova, 19a mondiale nel singolo), dov’è così divenuta la quinta tennista mondiale nel singolo. E dove intanto come semifinalista contro Novak Djokovic (2o mondiale) era arrivato Lorenzo Musetti (16o mondiale), contribuendo così con Paolini a far dimenticare la sconfitta di Sinner ai quarti di finale da parte di Medvedev. Non meno spettacolari erano state lì le partite tra il 37enne Fabio Fognini (69o, ex 9o nel 2019) e il 36enne Roberto Bautista Agut (72o, pure ex 9o nel 2019) che, anche subendo 23 aces, lo aveva sconfitto in 5 sets di cui 2 con il tie-break; e tra Matteo Berrettini (41o, ex 6o nel 2022, finalista a Wimbledon nel 2021 contro Djokovic e nel giugno 2024 a Stoccarda contro Jack Draper, 28o) e Sinner, per il quale erano stati necessari i tie-break nei 3 sets sui 4 per sconfiggerlo (prima che egli vincesse i tornei successivi di Gstaad e Kitzbühel).

Ma anche senza il contributo di Sinner i successi dell’estate italiana del tennis sono stati coronati il 4 agosto da quello olimpico nel doppio in finale di Errani e Paolini contro Diana Shnaider (20a, 24a nel doppio) e Mirra Andreeva (17a, 23a nel doppio), con l’oro conquistato per l’Italia dopo che Musetti aveva conquistato il bronzo vincendo il 29 luglio contro il canadese Felix Auger-Aliassime (19o).

Errani e Paolini

Al Roland-Garros, dunque, il successo olimpico di Errani e Paolini in finale ricorda non solo quello loro al Foro Italico, ma anche quelli loro in ottobre a Monastir e in febbraio a Linz, e quelli ancora precedenti di Errani nei doppi con Roberta Vinci di cui: 5 nei Grandi Slam (Parigi e New York nel 2012, Melbourne nel 2013 e 2014, e Wimbledon nel 2014); e più di 15 dal 2010 al 2015 negli altri maggiori campionati (tra i quali: Roma, Palermo, Madrid, Barcellona, Monterrey, Acapulco, Pattaya, Auckland, Hobart e Stoccarda). E perdipiù anticipa quello in finale di Errani nel doppio misto con Andrea Vavassori (insieme sono al 5o posto in questa classifica) contro Taylor Townsend e Donald Young del 5 settembre a New York (dove, a seguito dell’arresto nel singolo agli ottavi di finale di Paolini impostole dalla ceca Karolina Muchova, la vittoria di Sinner dell’8 settembre in finale contro lo statunitense Taylor Fritz, 12o mondiale, conferma ancora una volta i successi tricolori).

Tutto ciò con la tecnica che Errani, 37enne, coetanea di Djokovic ha mantenuto per vincere (come lui al singolo) la medaglia d’oro olimpica, e che ha trasmesso a Paolini, 28enne, ma anche con l’eleganza nello stile suo e delle precedenti campionesse della sua generazione: tra cui (oltreché Roberta Vinci) Flavia Pennetta e Francesca Schiavone, le quali alla “Casa Italia” al “Pré Catelan” hanno ricordato che i campionati di tennis, essendo giocati per 11 mesi all’anno, implicano quei sacrifici per cui Sinner è stato suo malgrado assente alle Olimpiadi. Sacrifici che, dopo la sconfitta da parte di Rublev (6o mondiale) nei quarti di finale a Montreal il 5 agosto, gli hanno fatto vincere la finale il 12 agosto a Cincinnati contro Tiafoe (27o mondiale), dopo aver vinto i quarti di finali contro Rublev e le semifinali contro Zverev (4° mondiale) e ancora la finale l’8 settembre a New York. Senza di lui la squadra italiana alla Coppa Davis a Bologna dal 10 al 15 settembre è comunque da ritenersi al meglio con Berrettini, Vavassori e Bolelli dopo i loro recenti successi (oltreché con Matteo Arnaldi e Fabio Cobolli).

Sinner numero uno al mondo

Un’estate con le vittorie italiane anche a Parigi che merita dunque d’essere ricordata più della chiusura della stazione della metropolitana della Concorde (poiché poteva essere più opportunamente chiusa quella dell’Assemblée Nationale per il rinvio alla fine delle Olimpiadi dei giochi all’interno di quest’emiciclo!), a meno che il Jeu de Paume ricordi che proprio questo gioco è all’origine del tennis, e allora quello sulla Concorde mette in secondo piano quello a Versailles ove con i giuramenti del 1789 i giochi politici erano “un po’” cambiati!

Lodovico Luciolli

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