È mancato il 5 dicembre a Parigi Giovanni Caracciolo di Vietri, Consigliere Aggiunto del Presidente della Repubblica Cossiga dal 1985 al 1992, Console Generale a Parigi dal 1992 al 1996, Direttore Aggiunto per l’Immigrazione al Ministero degli Esteri dal 1996 al 2000, Ambasciatore a Belgrado dal 2000 al 2004, Direttore per l’Europa al Ministero degli Esteri 2004 al 2006, Ambasciatore alle Nazioni Unite a Ginevra dal 2006 al 2009, a Parigi dal 2009 al 2012 e Segretario Generale dell’InCE (Iniziativa Centro-Europea) a Trieste dal 2013 al 2018.
In tutte le sue funzioni è stato un esempio nell’anteporre il multiculturalismo alle contingenze politiche nei rapporti tra gli Stati: non solo, probabilmente, per la sua formazione basilare al Liceo Châteaubriand a Roma, ma anche perché apparteneva a quelle dinastie di campani che riconoscono sul posto questo multiculturalismo più dei litigi storici: sua sorella Maria Teresa Arizzoli Clémentel, napoleonista di rilievo negli ambienti accademici ed editoriali, ha dedicato nei libri al regno di Caroline e Joachim Murat a Napoli un riconoscimento culturale pari a quello della statua di questi sulla facciata del Palazzo Reale, insieme a quelle degli altri Re che vi hanno portato conflitti e culture.
Caracciolo ha perciò fatto parte di quei consiglieri di Cossiga che lo confortavano intellettualmente: anche quando alle picconate sul muro di Berlino erano conseguite le prime sui bipolarismi est-ovest, destra-sinistra e, così, sulla cosiddetta prima Repubblica; e anche dopo la sua presidenza, quando questo conforto era meno infastidito dalle allucinazioni quotidiane.
Poi il suo periodo di Console a Parigi gli ha consentito di fare non solo un’ulteriore esperienza per l’incarico successivo, ma pure di avere un’ulteriore conoscenza di quegli ambienti nei quali poi è stato pienamente accolto da Ambasciatore, in funzione e successivamente a riposo, come ad esempio quelli accademici fino al punto di riuscire per esempio con successo a far inserire il dottorato « honoris causa » della Sorbona nella visita di Stato del Presidente Napolitano a Parigi nel 2010, e fino al punto di essere successivamente accolto con i suoi interventi editoriali presso la fondazione Lecanuet e (tramite gli storici di rilievo come Maurice Vaïsse che lo stimavano) le altre che lo richiedevano.
Il multiculturalismo è allora stato la sua credenziale migliore anche per gli incarichi presso le Organizzazioni internazionali, sia a Ginevra che a Trieste dov’era arrivato all’InCE (organizzazione di cooperazione regionale nei Balcani e in Europa centrale) non solo con le esperienze di Ambasciatore a Belgrado e di Direttore per l’Europa al Ministero degli Esteri, ma anche con la passione che deve sconfiggere gli scoraggiamenti in questi organismi.
Ricevendo il “Sigillo Trecentesco” (tra i più elevati riconoscimenti della città) Caracciolo aveva risposto: “Grazie Trieste straordinaria capitale di cultura, di affetti, di tradizione”: proprio come egli è stato, ispirando tra l’altro i successori che insistendo con questi elementi anziché sulle contingenze politiche sono arrivati al successo del trattato del Quirinale tra la Francia e l’Italia del 2021 (da lui dunque visto con soddisfazione), e ispirando quei colleghi che combattono senza altre armi negli ambiti internazionali.
La Fondazione Ugo La Malfa lo commemorerà, presentando il suo libro “Lettere da Parigi, Francia e Italia nel nuovo millennio” (da marzo 2021 a ottobre 2022) l’11 gennaio 2024 alle ore 18 presso la Fondazione Primoli, Via Giuseppe Zanardelli 1, Roma.
Lodovico Luciolli
Dal sito dell’Ambasciata d’Italia: 6 dicembre 2023:
«L’Ambasciata d’Italia in Francia esprime le sue più sentite condoglianze per la scomparsa dell’Ambasciatore Giovanni Caracciolo di Vietri, avvenuta ieri a Parigi. L’Ambasciatrice Emanuela D’Alessandro e il personale dell’Ambasciata si uniscono con commozione al cordoglio della sua famiglia e dei suoi cari.
Ambasciatore d’Italia in Francia dal 2009 al 2012, Giovanni Caracciolo aveva in precedenza ricoperto l’incarico di Console Generale d’Italia a Parigi dal 1992 al 1996. A testimonianza del suo legame speciale con la Francia e dell’eredità da lui lasciata dopo gli anni di servizio diplomatico in questo Paese, ancora oggi è fortemente vivo e sentito lo straordinario ricordo che conservano di lui numerosissimi esponenti del mondo delle istituzioni, della politica, dell’economia, dell’arte e della cultura francese, così come della collettività italiana.
L’Ambasciatore Caracciolo ha prestato servizio, all’inizio della carriera, come addetto al Gabinetto dell’allora Ministro degli Affari Esteri Aldo Moro e successivamente presso le Ambasciate di Addis Abeba e Washington. A Roma, ha collaborato in qualità di Consigliere Diplomatico aggiunto con il Presidente della Repubblica Francesco Cossiga per tutto il settennato. Al Ministero degli Esteri, ha quindi ricoperto gli incarichi di Vice Direttore Generale dell’Emigrazione e degli Affari Sociali e di Direttore Generale dei Paesi dell’Europa. Oltre a Parigi, è stato Ambasciatore d’Italia a Belgrado e presso le Organizzazioni Internazionali di Ginevra. Terminato il servizio diplomatico, nel 2013 gli è stata affidata la guida, per i successivi sei anni e in qualità di Segretario Generale, dell’InCE (Iniziativa Centro-Europea), la più antica organizzazione di cooperazione regionale operante nei Balcani e in Europa centrale.
Poche settimane fa è stato pubblicato dalla Fondazione Ugo La Malfa “Lettere da Parigi – Francia e Italia nel nuovo millennio”, raccolta di scritti dell’Ambasciatore Caracciolo.»