“Il maestro”, di Francesco Carofiglio – Recensione

Lo scrittore pugliese Francesco Carofiglio, autore di romanzi bellissimi come Ritorno nella valle degli angeli, L’estate del cane nero, Voglio vivere una volta sola… è anche un uomo di teatro e questa è forse la sua vera passione. Nel suo ultimo libro “Il maestro” (edizioni Piemme, 2017) rende un formidabile omaggio ad un grande attore italiano da poco scomparso : Giorgio Albertazzi con il quale Carofiglio ha lavorato in teatro per parecchi anni.

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Il testo pero’ lavora sull’eterna icona dell’attore che sfugge ad ogni identificazione. Carofiglio non si cura dell’immagine, vuole creare un simbolo senza tempo. Sappiamo dall’autore che una pièce il cui impianto ha ispirato il romanzo, era destinata ad Albertazzi ma che poi non se ne fece nulla. Non possiamo parlare quindi soltanto di romanzo nel caso de Il maestro ma di una drammaturgia che presenta vari registri di scrittura e di lettura.

Siamo in un appartamento vuoto, in un palazzo deserto e l’azione si svolge in una stanza che è tutto il mondo dove «Le parole si mettono insieme in una danza, tirano i fili di un giocattolo di latta e il giocattolo si muove.Tutto sembra vivo, ogni ricordo prende forma, la forma precisa di allora.»

Il potere evocativo delle parole, del testo, ricostruisce le architetture della storia personale dell’attore; in questi spazi multipli si muove il protagonista lottando contro la memoria e la realtà cui l’attore vuole imporre la sua visione. Un gioco contraddittorio che sfida le tesi, dolorosamente ancora dibattute, sulla sensibilità e sul dominio delle emozioni dell’attore evocato dal «Paradosso sull’attore» di Diderot per il quale bisogna «Imitare la natura e le emozioni altrui senza lasciarsi dominare dalle proprie». «Questo è il problema» che Carofiglio sottende anche citando abbondantemente Shakespeare.

Corrado Lazzari, l’attore, l’unico, il grande, ora è solo e ha davanti a sè la Nemica di tutti. Inoltre è vecchio, quindi Incalza la Memoria, riveste tutte le maschere, invoca le testimonianze della sua prestigiosa carriera, schiva le trappole del corpo, ma deve lottare contro un’altra Furia moderna : la noia. Allora la trasforma in Nausea cosi’ come Sartre la propone durante un incontro parigino in cui lo scrittore incensa l’attore, impavido campione dell’Orgoglio, ossia dell’esilio, della rinuncia, forse anche fratello dell’Ignavia. Ma un angelo passa e si chiama Alessandra, studiosa di teatro, giovane Ofelia, simbolo della felicità kafkiana perché ha la capacità di vedere la bellezza.

Quest’incontro è la rottura del monologo ma il dialogo fra i due si trasforma in una dolcissima reminiscenza, unico dono concesso dalla Nemica di tutti ai poveri mortali. Lui, Corrado, si abbandona, insieme ad Alessandra, al famoso gioco del Paradosso e infine cede al personaggio Amleto perché «Le grandi opere del teatro, quelle che sono state scritte cento, mille anni fa sono una sostanza senza forma, senza tempo. Sopravvivono ai loro autori, ai registi, agli attori. Sono il respiro della terra. La linfa…che nutre». Sono immortali.

Cala in sipario che non c’è. L’attore non lo vede più perché è oltre la soglia : là dove vivono le persone che appaiono e scompaiono, che infine dolcemente spariscono nel- «Posto dove ci piove dentro» – la Fantasia di Italo Calvino nelle Lezioni americane.

Carofiglio diventa, in questo libro, maestro delle parole che «Hanno un suono, che vivono e prendono vita restando impresse», quelle declamate a teatro. Anche se per il suo attore: «Quando la fine si avvicina non restano le immagini del ricordo, ma solo le parole» (Jorge Luis Borges, L’immortel in L’aleph).

Il MAESTRO
di Francesco Carofiglio
edizioni Piemme, 156 pagine
Serie Narrativa
Settembre 2017
€ 16.50 – in formato Ebook € 9,99

Corrado Lazzari è stato il più grande attore del Novecento. Il volto della tragedia shakespeariana, l’interprete sofisticato e potente, acclamato dalle platee di tutto il mondo, è oggi un uomo solo. La fama, il successo, gli amici, tutto perduto. Le giornate si inseguono, uguali, in un appartamento di un palazzo abbandonato nel centro di Roma. Corrado riordina l’archivio di una vita intera, giornali, fotografie, copioni, mescolando la fragilità del presente ai ricordi del passato: gli anni all’Accademia di Arte Drammatica, le tournée in giro per il mondo e il grande amore perduto per Francesca. Sembra che tutto debba continuare così, identico a se stesso, fino alla fine. Poi un giorno arriva lei, e tutto cambia. Alessandra è giovane, poco più di vent’anni, e studia lettere con indirizzo teatrale, così dice al Maestro presentandosi. Timida e impacciata, cerca di entrare nella vita di Lazzari. L’iniziale ritrosia dell’uomo viene spazzata via dall’ansia di sapere della giovinezza. E attraverso le parole del teatro, quelle che hanno riempito la sua essenza, Corrado forse scoprirà, insieme con quella ragazza, il modo di accettare la propria caduta e di rendersi immortale nello stesso, perfetto istante.

L’autore

Francesco Carofiglio

Francesco Carofiglio. Scrittore, architetto e regista, è nato a Bari. Oltre a L’estate del cane nero, Ritorno nella valle degli angeli e Radiopirata (tutti usciti per Marsilio), ha pubblicato per BUR il romanzo With or without you e per Rizzoli, in coppia con il fratello Gianrico, nel 2007, la graphic novel Cacciatori nelle tenebre e nel 2014 La casa nel bosco. Per Piemme, ha scritto Wok e Voglio vivere una volta sola.

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Maria G. Vitali-Volant
Maria G. Vitali-Volant : nata a Roma, laureatasi all’Università di Roma; abilitata in Lettere, storia e geografia; insegnante e direttrice di biblioteca al Comune di Roma, diplomata in Paleografia e archivistica nella Biblioteca Vaticana, arriva in Francia nel 1990 e qui consegue un dottorato in Lettere, specializzandosi in Italianistica, con una tesi su Giuseppe Gorani, storico viaggiatore e memorialista nel Settecento riformatore. Autrice di libri in italiano su Geoffrey Monthmouth, in francese su Cesare Beccaria, Pietro Verri, è autrice di racconti e di numerosi articoli sull’Illuminismo, sulla letteratura italiana e l’arte contemporanea. In Francia: direttrice di una biblioteca specializzata in arte in una Scuola Superiore d’arte contemporanea è stata anche insegnante universitaria e ricercatrice all’ Université du Littoral-Côte d’Opale e à Paris 12. Ora è in pensione e continua la ricerca.

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