I giorno del Covid-19 #iorestoacasa con Daniela Pia, di Sestu, in Sardegna.
Affacciata al balcone di casa mia ascolto Rino Gaetano che racconta come “il cielo è sempre più blu” un colore indispensabile come una medicina in questi giorni di isolamento necessario. Un cielo capace di raccontare la bellezza di una primavera che “non bussa, lei entra sicura, come il fumo lei penetra in ogni fessura”. Un cielo quello che ci sovrasta, che apre a spiragli di speranza.
Sì, perché in tempi di Covid 19 questo nostro paese ha dato prova di essere capace di dare il meglio di sè. Abbiamo medici e operatori sanitari che stanno lavorando senza risparmiarsi in una situazione di emergenza mai sperimentata prima, la loro abnegazione e competenza sono la nostra forza.
Nel giro di una settimana la popolazione, salvo i soliti furbastri, ha saputo comprendere l’importanza dell’isolamento, le strade sono deserte: da Milano, Firenze, Roma, Napoli, Palermo e Cagliari ci giungono immagini di città vuote, silenziose e composte. Gli amministratori e le forze dell’ordine sono presenti nel far rispettare le necessarie restrizioni e stiamo imparando che prevenire è meglio che curare.
L’Italia si è trovata nella scomoda posizione di fare da rompighiaccio in Europa nell’affrontare questa pandemia. Lo ha fatto in una solitudine desolante, in un’Europa che, non solo non ha aiutato ma ha remato contro gli sforzi del nostro paese, mentre era in difficoltà : vedansi le esternazioni giunte dalla Gran Bretagna o le improvvide dichiarazioni di Christine Lagarde.
La negazione e la sottovalutazione del problema “corona virus” da parte dell’Europa sarà il problema dell’Europa intera che all’Italia dovrà fare riferimento per poter affrontare l’emergenza ormai palese. Le parole di circostanza pronunciate, tardivamente, da Ursula Von der Leyen come riparazione a quelle della presidente della BCE, dovranno essere seguite da fatti inoppugnabili che dimostrino l’esistenza di una comunità europea che non sia solo finanziaria. Questo ci aspettiamo.
Intanto si lavora da casa, nelle scuole e in tanti altri posti di lavoro, si sperimenta lo Smart working con i mezzi a disposizione sino a quando « ha da passà ‘a nuttata » e passerà, ne siamo sicuri.
Prima che faccia notte però, all’ora dell’aperitivo, dalle finestre e dai balconi delle nostre case la creatività si sprigiona e la musica non si ferma ma prende il volo in una condivisione, a distanza di sicurezza, di emozione mista a commozione. Così accompagnati da una tromba, da una chitarra i flash mob susseguitisi nella nostra penisola hanno ricreato comunità cantando a squarciagola per esorcizzare il male perché “l’impresa eccezionale, dammi(teci) retta È essere normale”.
Daniela Pia
(Da Sestu – Sud Sardegna)