Il Cardinale Ruffo e la sua impresa del 1799 a difesa del Regno di Napoli, in un libro di Giuseppe Caridi

Giuseppe Caridi, storico di grande vaglia, presidente della Deputazione di storia patria di Reggio Calabria, dedica alla figura del cardinale Fabrizio Ruffo di Bagnara un interessante saggio “Il cardinale Ruffo e la straordinaria avventura del 1799” apparso ora per la Rubbettino con un’ampia e nuova documentazione e una notevole capacità narrativa che riesce a conquistare il lettore medio.

Perché è così famosa e controversa la figura del Cardinale? Qual è la sua configurazione umana e storica nell’attualità?

Fabrizio Ruffo, nato nel 1744 a San Lucido in provincia di Cosenza e esponente di una illustre casata della nobiltà calabrese, dopo avere ricoperto importanti incarichi presso la Santa Sede, è nominato cardinale nel 1794 e si trasferisce a Napoli dove ricopre altri ruoli molto importanti.

Con l’avvento della Repubblica napoletana nel 1799 e la fuga in Sicilia di Ferdinando IV, si mette a capo della controrivoluzione in nome della Santa Fede. Partito fra lo scetticismo generale con pochi uomini e scarsi mezzi economici, il cardinale Ruffo è una figura di rilievo indiscutibile per avere compiuto una straordinaria impresa militare e politica. Riunito un esercito per combattere i repubblicani francesi, intraprende dal sud una spedizione che in quattro mesi, dal febbraio al giugno 1799, porta alla caduta della Repubblica ed al ritorno al potere dei Borboni, mentre i patrioti libertari vengono giustiziati ed altri come Vincenzo Cuoco finiscono esuli. La Repubblica napoletana e l’esperimento repubblicano giacobino devono quindi a lui, soprattutto a lui, la loro tragica fine.

L’ambiguità di giudizio sul cardinale attraversa come uno spartiacque il dibattito meridionale diviso tra le pulsioni rivoluzionarie e quelle reazionarie della società stessa. Le prime elitarie, dell’emergente classe borghese, estese e popolari le seconde.

Chi è il sanfedista Fabrizio Ruffo che si mette a capo dei Lazzaroni insorsi violentemente in funzione antifrancese? È un condottiero che scopre sul campo la sua vocazione o un homo novus che si improvvisa guerriero? La risoluzione dell’interrogativo è fondamentale per comprendere non solo una pagina di storia ma l’intero meridione.

Dalle testimonianze storiche e anche dal saggio di Caridi appare piuttosto un interprete della mentalità meridionale e un anticipatore della mentalità che avrà la sua affermazione nel Congresso di Vienna, una mentalità non solo e soltanto di conservazione ma di restaurazione.
Che egli sia interprete della mentalità popolare del sud è dimostrato dal fatto che la raccolta dei lazzaroni in massa sia avverata quasi spontaneamente in un moto, dunque, che affonda le sue radici in una diffusa pietas devozionale che si erge contro il laicismo giacobino.
Ruffo è anche anticipatore della cultura della restaurazione di cui si fa fautore il Congresso di Vienna. Non solo il ritorno dei legittimi sovrani, il legittimismo appunto, ma la restaurazione dei valori tradizionali e in primo piano la fede.
Non tanto condottiero, dunque, il cardinale quanto apostolo del rinnovamento della tradizione a livello nazionale ma soprattutto europeo.
Giuseppe Caridi è consapevole della lunga ed importante schiera degli studiosi che l’hanno preceduto.
La rivoluzione napoletana del 1799 ha avuto un cultore, il calabrese Gaetano Cingari con il volume fondamentale Giacobini e sanfedisti in Calabria (1957), opera straordinaria per acume storico
Ma molto prima, nel 1801, Vincenzo Cuoco ci ha lasciato un saggio storico ormai classico sulla rivoluzione napoletana.

Caridi può ben definirsi uno storico meridionalista e la sua opera La Calabria dai Normanni ai Savoia è davvero importante per la regione. Lo studio del Cardinale ora in libreria si aggiunge ad essa come pietra miliare.

Carmelina Sicari
(Da Reggio di Calabria)

P.S. Fabrizio Ruffo morì a Napoli il 13 dicembre 1827 e fu sepolto nella cappella di famiglia, dedicata a Santa Caterina d’Alessandria, nella Basilica di San Domenico Maggiore a Napoli.
È interessante ricordare che è uno degli eroi del romanzo La San Felice di Alexandre Dumas, che racconta la sanguinosa storia della Repubblica partenopea e dipinge un ritratto contrastato del cardinale.

Il LIBRO: Il cardinale Ruffo e la straordinaria avventura del 1799,  di Giuseppe Caridi, Rubbettino (esiste in formato cartaceo e e-book)

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Carmelina Sicari
Carmelina Sicari è stata Dirigente Scolastico del Liceo Classico di Melito Porto Salvo e dell'Istituto Magistrale di Reggio Calabria. Si occupa da tempo di letteratura contemporanea e di semiotica con opere su Pirandello e sull'Ariosto. Ha collaborato a molte riviste letterarie tra cui Studium, Persona, Dialoghi… Ha all'attivo numerose pubblicazioni su La canzone d'Aspromonte, Leopardi e il Novecento letterario. Continua a sostenere nel presente il Movimento culturale Nuovo Umanesimo di Reggio Calabria di cui è stata ideatrice.

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