Contro gli integralismi e per un’idea dello scambio e della conoscenza per il rilancio di una cultura europea comune, occasione di valorizzazione del patrimonio italiano e per lo scambio culturale. In primo piano l’impegno dell’europarlamentare Silvia Costa e della commissaria Federica Mogherini. Due donne al centro di questo grande progetto che contribuisce alla costruzione di un’idea comune d’Europa.
***
A due anni dalla strage del Bataclan, l’opposizione con la cultura agli integralismi auspicata alla Sorbona qualche giorno dopo la strage dagli allora Presidente del Consiglio Renzi e Ministra dell’Educazione Vallaud-Belkacem si concretizza con il seguito dell’approvazione del luglio scorso al Parlamento europeo della relazione di Elmar Brok e Silvia Costa « Verso una strategia dell’UE per le relazioni culturali internazionali », che la deputata italiana del PD (coordinatrice della Commissione Cultura) sta ulteriormente concretizzando.
Il coinvolgimento nella relazione e nel seguito della Commissaria/alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza Federica Mogherini testimonia di per sé l’importanza del binomio « cultura/sicurezza », in cui si integrano i richiami alla « comunicazione strategica dell’UE per contrastare la propaganda nei suoi confronti da parte di terzi » e i riferimenti alle precedenti Convenzioni del Consiglio d’Europa e dell’UNESCO sulla protezione dei patrimoni culturali.
A favore della sua efficacia, nella relazione sono coinvolti oltre al Consiglio d’Europa e all’UNESCO il Comitato Economico e Sociale dell’UE e quello delle Regioni.
I principi di difesa del patrimonio culturale europeo con le sue diversità etniche e linguistiche (per cui Silvia Costa ha ricevuto recentemente anche il « Premio Helena Vaz da Silva » dal Presidente della Repubblica e dal Ministro della Cultura in Portogallo), della cooperazione universitaria e scientifica e degli interscambi giovanili e tra artisti (Erasmus, Europa creativa, Europa per i cittadini e Orizzonte 2020), sono quelli per cui la Commissione è sollecitata ad attuarli con stanziamenti pluriennali. I quali devono essere estesi anche al di fuori dell’UE.
La relazione infatti « invita la Commissione a sostenere ulteriormente le relazioni culturali con i paesi del vicinato attraverso assistenza tecnica e programmi di rafforzamento delle capacità, formazione, sviluppo delle competenze e trasferimento di conoscenze, anche nel settore dei media, per migliorare la governance e favorire i nuovi partenariati a livello nazionale, regionale, locale e transfrontaliero, assicurando nel contempo un seguito ai programmi regionali nei paesi del vicinato meridionale e orientale ». E sempre per favorire il dialogo anziché il conflitto con le altre realtà, la relazione inoltre « chiede che il ruolo degli istituti di cultura degli Stati membri sia chiaramente definito per quanto riguarda l’influenza culturale dell’UE al di fuori dei suoi confini, nel contesto d’una narrazione europea inclusiva e condivisa », e « chiede un cambiamento di paradigma nella copertura mediatica incoraggiando la fornitura di informazioni culturali europee, con il lancio di un portale culturale UE, l’organizzazione di festivals e l’elaborazione del concetto delle Case europee della cultura, anche attraverso il dialogo strutturato con i mezzi di comunicazione locali ».
L’attualizzazione di tutti questi principi è stata ribadita il 30 ottobre nel seminario che Silvia Costa ha organizzato a Montecitorio, ove la partecipazione di Federica Mogherini (anche come Vice Presidente della Commissione) ha ancora una volta confermato l’importanza delle strategie culturali nelle relazioni politiche internazionali, e quelle del Vice Presidente del Parlamento Europeo Davide Sassoli e del Ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini hanno a loro volta confermato il coinvolgimento concreto delle rispettive istituzioni a questo fine. Ossia, come ha dichiarato Silvia Costa, al fine di « mettere in campo forze ad azioni non solo per difendere il patrimonio culturale, ma per realizzare veri e propri investimenti in cultura in grado di produrre sviluppo e di prevenire la radicalizzazione ».
Auguri, dunque, affinché nel 2018, “anno europeo del patrimonio culturale » (che sarà inaugurato il 7 e 8 dicembre a Milano al Forum europeo della Cultura dai Presidenti della Commissione UE Jean-Claude Juncker, del Parlamento europeo Antonio Tajani e della Commissione Cultura di questo Petra Kammerevert, oltreché da Silvia Costa e Dario Franceschini) l’auspicio alla Sorbona di due anni fa si concretizzi così ulteriormente.
Lodovico Luciolli