“E il mio maestro mi insegnò com’è difficile trovare l’alba dentro l’imbrunire”, cantava oltre trent’anni fa il maestro Battiato in “Prospettiva Nevski”, che interpretò pure Alice, suo alter ego al femminile, come lo erano Milva (scomparsa da pochissimo) e Giuni Russo.
Franco Battiato ci lascia, ma non le sue canzoni. Intense le interpretazioni di voce e musica, in versi intrisi di una poetica che emendava l’Altrove. Il suo Mediterraneo che lo vide nascere, in Sicilia, ai piedi dell’Etna, con lo sguardo verso lo Ionio. Era il 23 marzo 1945.
Cantautore, compositore, poeta e filosofo. E pure pittore e regista. Poliedrico e appassionato di mondi che sappiano raccontare il divenire e la storia. Musica e filosofia, poesia e oriente: i suoi testi espandono i suoi interessi, fra cui esoterismo, teoretica filosofica, mistica sufi e in particolare l’influenza dell’ascetico armeno Gurdjieff. Battiato era vegetariano e tenace difensore della natura.
Il personale incontro con la sua musica risale ai primi anni ‘70 con “Pollution”, suo secondo album sperimentale, pura avanguardia per quei tempi; l’LP lo comprò un amico e lo ascoltavamo spesso, senza capirci granché. Era avanti Battiato. Ogni sua fatica lasciava un segno, con la molteplicità degli stili che spesso ha coniugato e contaminato. Dalla musica di protesta al rock progressivo e avanguardia elettronica, musica leggera e canzone d’autore. Battiato vanta il maggior numero di riconoscimenti da parte del Club Tenco, con tre Targhe e un Premio Tenco. Si è cimentato con la musica etnica, quella elettronica e l’opera lirica. Sono stati numerosi i collaboratori, in particolare il violinista Giusto Pio e il filosofo Manlio Sgalambro.
Innumerevoli i brani che hanno accompagnato più generazioni, qualcuno persino diventando tormentone. Da “Fetus” del ‘72 a “Torneremo ancora” del 2019 una trentina di album con la sua voce, e molte altre canzoni interpretate da altri artisti. “Povera Patria”, “Centro di gravità permanente”, “Voglio vederti ballare”, e poi “La canzone dei vecchi amanti” ripresa da Jacques Brel, “La canzone dell’amore perduto” e “La cura”, restano fra i brani maggiormente identificativi. Collaborazioni ed amicizie da Lucio Dalla a De Gregori e Fabrizio De André (splendide le sue interpretazioni di brani del genovese), Giorgio Gaber, Ivano Fossati, Gianni Morandi, Fiorella Mannoia, Ranieri, Mango, Carmen Consoli, Tiziano Ferro, Baglioni, Sangiorgi e Avitabile.
La sua biografia riporta anche che per alcuni mesi nel 2013 è stato assessore al turismo della sua Sicilia, sfuggito in fretta.
Battiato pittore: scriveva di lui lo scrittore Gesualdo Bufalino: “La pittura di Battiato, qualora pretendessimo di canalizzarla in un comodo alveo di neoprimitivismo… ne vedremo i colori sposarsi affettuosamente alle note, alle parole, alle meditazioni dell’autore e in quest’alleanza, per non dire connivenza, spiegarci la cifra inconfondibile di un’anima”. Al grande scrittore, Battiato dedicò nel 2010 il documentario “Auguri don Gesualdo”.
Certo, il cinema lo affascinava: due almeno le regie importanti: “Perdutoamor” del 2003, il titolo tratto da una canzone del cantante italo-belga Adamo, famosissimo negli anni ’60. Dirà del film, che scrisse con Sgalambro: “Così la lezione di cucito, di tantra, l’esoterismo, la filosofia. Il mio intento era quello di comporre e rendere plausibili questi sprazzi di veglia. La macchina da presa è il vero protagonista”.
Sua seconda fatica è “Musikanten” due anni dopo sulla vita del compositore tedesco Ludwig van Beethoven. Ad interpretare il musicista è il regista cileno Alejandro Jodorowsky, personalità eclettica come i suoi film. “Musikanten” è stato presentato alla 62ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia del 2005 (sezione Orizzonti).
“Era di maggio” cantava Battiato, riprendendo dalla immensa tradizione napoletana. E di maggio ci lascia il maestro, con il sorriso sommesso di chi è artista vero. Perché: “C’è voluto del talento per riuscire ad invecchiare senza diventare adulti…”
Armando Lostaglio
«Torneremo ancora, la vita non finisce e come il sonno la nascita è come il risveglio…….»
♥ «Non è che io non sono cattolico e sono musulmano oppure buddista.
lo non sono niente, lo voglio precisare.
Sono una persona che cerca e che crede nella religione della vita, e basta.
Mi interessa il sacro, l’aspetto mistico del vivere, senza nomi né ricette.
Quello che sta sopra di noi è così totale e così universale che non può avere un nome:
è semplicemente tutto». – Franco Battiato (1994)
♥«Riportami nelle zone più alte
In uno dei tuoi regni di quiete
È tempo di lasciare questo ciclo di vite
E non abbandonarmi mai
Non mi abbandonare mai
Perché le gioie del più profondo affetto
O dei più lievi aneliti del cuore
Sono solo l’ombra della luce». – Franco Battiato
♥Battiato, La cura. La Fisica diventata amore: Supererò le correnti gravitazionali lo spazio e la luce per non farti invecchiare: