Erri De Luca: Purché la libertà di pensiero non sia solo la sua.

C’è un sito internet francese (http://soutienaerrideluca.net/) che reclama libertà per uno scrittore messo sotto processo per le sue dichiarazioni, e quello scrittore è Erri De Luca. Lo si vede, in una bella foto, in bianco e nero, le rughe pensose, lo sguardo intelligente che guarda lontano. Il testo le canta chiare: « la Lyon-Turin Ferroviaire (…) veut construire (…) un tunnel TGV au travers des Alpes pour nous entraîner encore plus dans une vie à grande vitesse ». Un tunnel ad alta velocità “per trascinarci sempre di più in una vita ad alta velocità”. E poi: « alors que la France vient de se mobiliser pour défendre la liberté d’expression, comment pourrait-elle laisser un écrivain risquer la prison pour ses déclarations publiques ? ».

La Francia si è mobilitata, tutti hanno detto «Je suis Charlie» per difendere la libertà di espressione, come si fa a lasciare che uno scrittore rischi la prigione per le sue dichiarazioni? E c’è l’appello a firmare. Hanno firmato in tanti. Nomi bellissimi. Li trovate sul sito Internet di Liberation (http://www.liberation.fr/terre/2015/03/01/liberte-pour-erri-de-luca_1212089). C’è Anne De Amézaga, che di mestiere è “productrice de spectacles vivants”. Spettacoli viventi. Giuro che non me lo sono inventato io. Ci sono degli spettacoli morti e degli spettacoli viventi, tutto lì, che c’è di strano? C’è Aurélie Filippetti (pronuncia: Filipetì), scrittrice ed ex ministro (o ministra? Diciamo ministra, dai) della cultura. C’è Fred Vargas, scrittrice e grande sostenitrice delle ragioni dell’ex terrorista Cesare Battisti. Cineasti, poeti, altri ex ministri, artisti, autori di performances. Come diceva un mio amico: in quella lista, il più scemo suona l’arpa.

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Insomma un mondo bello, fatto di gente colta. Tutti mobilitati per difendere Erri De Luca. Perseguitato per le sue opinioni! Perseguitato (ripeto) per le sue opinioni, mio Dio che orrore! Ve ne rendete conto? Erri De Luca su questa storia ci ha scritto pure un libro, “La parola contraria”. Sui giornali francesi se ne parla molto. L’estate scorsa, il quotidiano Libération ha pubblicato una lunga intervista e gli ha chiesto come mai era contrario alla TAV, alla linea ad alta velocità.

De Luca ha risposto che non è lui ad essere contrario, ma gli abitanti della valle coinvolta (si vede che li conosce tutti, uno per uno). Che nella valle c’è un’occupazione militare. Che è scandaloso che così pochi intellettuali italiani (meno male che ci sono i francesi, dico io) si siano interessati alla “lotta popolare” contro la TAV e contro l’arroganza dello Stato italiano.

Di cosa è accusato esattamente De Luca? Di essere contrario alla TAV? Non proprio. In alcune interviste, aveva detto che era giusto “sabotare” il cantiere, cose del tipo “basterà il sabotaggio del cantiere, l’opera non si deve fare e non si farà”. La realizzazione di quest’opera è stata approvata dal Parlamento, ma non importa: l’opera non si deve fare: l’ha deciso lui, Erri De Luca. E perché non si faccia – ecco il suo ragionamento – ogni mezzo è lecito. Da cui, il ragionamento fila liscio, l’elogio del sabotaggio.
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Dopo l’elogio del sabotaggio, De Luca si è beccato una denuncia da parte di una delle società che partecipano alla realizzazione dell’opera. Che si è appellata a un articolo del codice penale (414) che sanziona l’istigazione a delinquere. Nel suo libro De Luca fa tutta una filippica sulla parola sabotare che a suo dire è bella e santa. E sul fatto che non si devono processare le parole, e su questo ha senz’altro ragione. Ora, però. Però. De Luca in tribunale, a processo, fa una brutta impressione, d’accordo.

De Luca ha pure scritto delle belle cose, d’accordo. Però, amicus Plato, diceva quello, sed magis amica veritas. (Che poi chi sia “quello” che ha detto questa frase, non si è mai saputo: Socrate o Aristotele? Boh. Sono sicuro che De Luca lo sa. Egli sa tutto). Però, dicevo: c’è un giornalista della Stampa, Massimo Numa, che è stato aggredito e minacciato, e questo perché? Perché aveva osato esprimere un parere favorevole alla maledetta TAV. Cioè, è stato aggredito e minacciato per le sue parole. Stessa sorte più o meno per un collaboratore del giornale Cronaca qui Torino e per degli operatori di Corriere TV; sempre per la stessa ragione. Loro, o i giornali per cui lavorano, erano accusati di essere favorevoli alla TAV. E potrei andare avanti, perché gli esempi non mancano.

Se la libertà di espressione è giustamente così cara a De Luca, perché il caro Erri non si mobilita per difendere Numa e gli altri come Numa, aggrediti e insultati e minacciati per le loro parole e le loro opinioni che, anche se fossero sbagliate, porca miseria, valgono e hanno diritto ad esistere quanto le sue? Non sarà mica che la libertà di espressione gli è cara solo quando è la sua? La moglie di un senatore del Partito Democratico, che aveva votato a favore dell’opera, ha trovato tre molotov sul pianerottolo di casa. La libertà di un politico di votare un po’ come gli pare, non è altrettanto sacra della libertà di De Luca? Il fatto che un politico sia minacciato, o che sia minacciata la sua famiglia, per indurlo a votare “come si deve”, non vi ricorda niente? Trattasi di squadrismo.

Tutto questo per dire due cose. La prima: in Italia, almeno sulla carta, c’è lo stato di diritto, dove vige il “governo delle leggi”, non “quello degli uomini”, per usare le potenti espressioni di Norberto Bobbio; quindi (per spiegarla in modo diverso da come l’avrebbe spiegata Bobbio), non è che si fa un po’ alla cazzo caso per caso a seconda di quanto uno ci sta simpatico o no, si applicano le leggi e basta. “Chiunque pubblicamente istiga a commettere uno o più reati (2) è punito, per il solo fatto dell’istigazione”, e via di seguito: articolo 414. Quindi la società che si è stufata di ricevere minacce o aggressioni un giorno sì e uno pure, aveva pieno diritto di denunciare Erri De Luca, in applicazione dello stato di diritto.

È ovviamente possibile che questo articolo sia sbagliato, e secondo me lo è, perché dire una cosa non equivale a farla; e quindi sarebbe bene cancellarlo. Però se questa legge è sbagliata, la battaglia va fatta contro la legge, non a favore di De Luca perchè ci è simpatico o ha scritto dei bei libri o c’ha le rughe pensose. No, se la legge è sbagliata va cambiata anche e soprattutto per difendere i diritti di chi non è né bravo né pensoso né intelligente. La legge ingiusta va cambiata per difendere il diritto di tutti, siano essi intelligenti celebri e colti o stupidi sconosciuti e ignoranti come bestie. Questo è il principio della stato di diritto, porca miseria.
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Seconda cosa: il processo a De Luca è una fesseria e del resto lo sa pure il pubblico ministero. Il processo, dico. De Luca secondo me ha detto una scemenza, e deve finire lì. Se si dovessero punire le scemenze per legge, saremmo tutti in prigione. Io ad esempio sarei all’ergastolo. Però, detto questo, in Italia, le scemenze degli intellettuali alla Erri De Luca, le loro parole alate “senza compromessi”, hanno armato mani che hanno sparato. E lì non erano più parole, a volare, ma pallottole. Erri De Luca è stato a lungo in Lotta Continua. Il cui giornale scriveva cose carine come questa: “(…) più modestamente di questi nemici del popolo vogliamo la morte… ». (E i presunti nemici del popolo erano indicati con nome e cognome). E così via, ogni giorno o quasi.

Finché, a forza di sentire queste cose, dette da persone che parevano (ed erano) molto intelligenti e colte e preparate, qualcuno le armi le ha prese sul serio e ha cominciato a sparare. Erri De luca ha detto: “sottolineo il dono per la nobiltà della parola ‘sabotare’, la usava Gandhi: il verbo è nobile. Ha un significato molto più ampio dello scassamento”. È probabile che abbia ragione. Ma ci sarebbe una certa nobiltà, se vogliamo, anche nell’interessarsi della libertà di opinione degli altri (magari di coloro le cui opinioni sono diverse dalle nostre) e nell’evitare di incitare la gente a scannare i propri presunti nemici.

Maurizio Puppo

N.d.r.

LEGGI ANCHE SU ALTRITALIANI:

No Tav: Processo a Erri de Luca. La parola contraria.

Un articolo di Emanuela De Siati.

http://www.altritaliani.net/spip.php?page=article&id_article=2167

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Maurizio Puppo
Maurizio Puppo, nato a Genova nel 1965, dal 2001 vive a Parigi, dove ha due figlie. Laureato in Lettere, lavora come dirigente d’azienda e dal 2016 è stato presidente del Circolo del Partito Democratico e dell'Associazione Democratici Parigi. Ha pubblicato libri di narrativa ("Un poeta in fabbrica"), storia dello sport ("Bandiere blucerchiate", "Il grande Torino" con altri autori, etc.) e curato libri di poesia per Newton Compton, Fratelli Frilli Editori, Absolutely Free, Liberodiscrivere Edizioni. E' editorialista di questo portale dal 2013 (Le pillole di Puppo).

11 Commentaires

  1. Erri De Luca: Purché la libertà di pensiero non sia solo la sua.
    « Nulla è più diseguale che fare parti eguali fra diversi », diceva Don Milani. Orbene, al dilà della facile retorica benaltrista per cui: « Perché De Luca non si è mosso per X o per Y invece di muoversi per Z? », espediente retorico stantio quanto le ideologie che sovente lo muove, è evidente a chiunque sia un minimo informato nel metodo e nel merito che sulla questione TAV, l’affare del secolo, per non dir di peggio (Cfr. « Corruzione ad Alta Velocità », di F. Imposimato), la potenza di fuoco politico-mediatica, allineata quasi all’unisono a difesa di opere passate soltanto perché inserite nella famigerata « Legge Obiettivo » di Lunardi (per la quale, saltando qualunque valutazione di impatto ambientale e qualsiasi studio di fattibilità economica, l’assenso dipende esclusivamente dal « pollice » del Presidente del Consiglio, come la vita o la morte dei gladiatori al tempo dell’impero romano) è soverchiante ed è ancor più evidente che chiunque osi mettere in dubbio tale narrazione venga emarginato mediaticamente e persino socialmente (posso assicurare per diretta esperienza la « stigma » di cui hanno l’onere di fregiarsi i militanti no tav di fronte ad un’opinione pubblica sempre più uniformata dagli apparati di controllo biopolitico), quando non controllato, schedato, analizzato in ogni suo minimo movimento. In questo senso, De Luca, colpevole di lesa maestà come ai tempi di Tiberio, è stato colpito al fine di educarne cento: in un Paese nel quale gli intellettuali si sono trasformati in una pletora di melloprossimi genuflessi al Principe, è considerato inaccettabile che esista un’opinione colta alternativa a quella del potere: De Luca, dunque, è doppiamente colpevole: colpevole di essere contro il Tav e colpevole di essere un chierico traditore, « cattivo maestro » sempre pronto ad essere evocato dai buoni maestri reazionari di una borghesia tanto sovversivista nella sua spregiudicata gestione degli affari politici ed economici, quanto termidorianamente giustizialista nei confronti di chi viola una « legalità » buona solo a colpire gli oppositori.

    • Erri De Luca: Purché la libertà di pensiero non sia solo la sua.
      Sinceramente non avrei potuto dire meglio il mio sentire su questo articolo che, per chiunque sia un minimo edotto sulla question del TAV e delle grandi opere in Italia nonché delle lotte dei Valsusini (non li conosco tutt*, no, ma basta informarsi seriamente su quello che accade in Valsusa ormai da decenni), non informa nel merito, non cita fonti, non tieni conto del iter politico che ha imposto quest’opera, degli interessi che vi sono dietro, della posizione francese, tutt’altro che favorevole e non evoca neppure la sentenza che ha colpito gli attivisti no tav a fine gennaio…e così facendo non informa su nulla ma esprime un parere apriori. Troppe cose non dette, neanche vagamente citate e troppa acredine nel modo di esprimere la propria opinione.

    • Erri De Luca: Purché la libertà di pensiero non sia solo la sua.
      Grazie del suo commento, cortese Sig. Anonimo. Vedo che per lei tutto è evidente, mi fa piacere. Se qualcuno non la pensa come lei, è in malafede (per interessi loschi) oppure perché non è “un minimo informato” ed è vittima della propaganda “biopolitica” (bel termine, non sono sicuro di capire cosa voglia dire ma mi piace). La libertà dell’ “altro” di coltivare un’opinione autonoma, magari sbagliata, non è contemplata. Non c’è poi da stupirsi che, applicando un simile schema di ragionamento, si arrivi poi alle conclusioni di De Luca: e cioè che ogni atto è “lecito”, anche quello illecito dal punto di vista del contratto sociale, pur di fare prevalere la Verità. Il punto, cortese Sig. Anonimo, è che in una democrazia liberale non si lotta a mani nude per imporre “la Verità”, per evangelizzare gli infedeli. Si discute e si vota, come è stato fatto anche nel caso della TAV. Quanto al fatto che chi osa dissentire sia “emarginato mediaticamente”, be’, insomma, mi pare che il caso di De Luca dimostri il contrario. Un cordiale saluto da un infedele, da un manipolato dalla propaganda « biopolitica », insomma da tutto quel che vuole lei.
      Maurizio Puppo
      PS Ma perché non si è firmato? _

      • Erri De Luca: Purché la libertà di pensiero non sia solo la sua.
        Biopolitique: on part de Faucault; contrôle du pouvoir sur les corps, les comportements, le ‘bios’, la vie dans son ensemble; c’est cela la biopolitique par définition et ça ne date pas d’hier.
        J’aimerais que « l’editorialista » rentre un peu dans le vif du sujet: legge Lunardi, l’oeuvre d’Impasimato, « fattibilità economica e ambientale del TAV », le jugement tombé fin janvier contro les activistes NO TAV, l’historique des luttes dans la Vallée de Suse et j’en passe. On peut avoir une opinion, même deux ou trois. On peut aussi l’exprimer avec moins d’arrogance et des formules douteuses à la « il caro De Luca », « lui sa tutto » et d’autres aménités dans le genre. Mais cet argument, j’en convient, relève plus du goût que d’autre chose. Ce qui est dommage est que l’on exprime sa propre opinion sur un site qui veut, me semble-t-il, informer, éclairer un peu, intéresser les lecteurs italophones sur des sujets clés qui concerne l’Italie. Il faudrait donc exprimer ses opinions avec plus de recul et plus de serieux pour ce qui est des documents, des sources, des références. E rispondere nel merito ai lettori, anche se non si firmano. Non mi pare un delitto.

        • Erri De Luca: Purché la libertà di pensiero non sia solo la sua.
          Cortese Francesca, evidentemente non sono riuscito a spiegarmi: il punto di cui ho scritto non è sapere se De Luca abbia ragione o no sulla TAV, ma se sia legittimo o meno che sia chiamato a rispondere delle sue dichiarazioni « bellicose », sulla carta interpretabili come un’istigazione a delinquere e quindi reato secondo il codice vigente. Io penso che il processo non abbia senso, perché non ha senso processare le parole, anche quando sono un po’ « dal sen fuggite »; ma che allora, se battaglia va fatta, è per garantire a tutti – non solo a De Luca – libertà di espressione. Anche a coloro con cui siamo in radicale disaccordo, quindi ad esempio anche a Dieudonné, per restare a un caso francese; che ha subito diversi processi per istigazione al razzismo (considerato reato dal codice vigente). Se invece accettiamo che la libertà di espressione sia limitata dalla nozione di reato (è il principio attuale in Francia), allora non c’è nulla di strano che Dieudonné (per incitazione al razzismo) e De Luca (per istigazione alla violenza) rischino di subire processi per le loro dichiarazioni. Come vede la TAV non c’entra nulla. De Luca stesso cita Gandhi, ma il principio gandhiano è proprio quello di violare la legge in nome di una causa che si ritiene giusta, e di accettarne le conseguenze: ma lui prende la prima parte e lascia la seconda.

          La seconda cosa che ho detto: De Luca viene da una stagione in cui le incitazioni a farsi « giustizia » hanno armato mani stolte e influenzabili, e che quindi un po’ di memoria di questa brutta stagione secondo me non guasterebbe.

          Lei voleva leggere un articolo sulla legge Lunardi? E sull’opera di Imposimato? E sulla sentenza contro i « no-TAV » del gennaio scorso? Bene, bravissima, ha ragione. Ma mi scusi, perché ha deciso che devo scriverli io? Un saluto. Maurizio Puppo

          • Erri De Luca: Purché la libertà di pensiero non sia solo la sua.
            Comincio dal fondo: non pretendevo un articolo sulla legge Lundardi etc. Ma una risposta più nel merito al lettore/letrtice anonimo/a che ha sollevato diverse e per me interessanti questioni in relazione col suo post. Lei si è limitato a rimarcare l’anonimato il fatto che il termine biopolitica le pare proprio fantascientico; per uno che scrive “pillole” su temi socio-politici, potrebbe legittimamente non essere una parola così perregrina, ma forse sono io che ho attese eccessive da chi decide di trattare certi temi non in un blog personale ma su un sito per cui ho delle ambizioni di lettrice.
            Nella quantità di formule sarcastiche e accessorie – dalla “productrice de spectacles vivants” che le fa così specie alla pronuncia di Filippetti (perché poi?), dal ministro/ministra anche questo oggetto di ironia (perché, mi chiedo di nuovo?) a Cesare Battisti, dal Platone o Aristotele al “tanto De Luce sa tutto e ha le rughe pensose” et j’en passe – la sua tesi si perde, sinceramente. Si capisce solo che De Luca le sta personalmente antipatico per il suo impegno e per la sua provenienza politica. Spende troppo tempo per ironizzare su di lui e sugli intelluttuali della sua stregua che, proprio, le danno noia. Col risultato che gli argomenti a sostegno della tesi centrale – che esule dalle antipatie verso i singoli – non emergono, annegati in tutto questo corollario che, immagino, si vuole acaustico, pungente. Non so. Sta di fatto che non rende un buon servizio alla sua argomentazione. Così come il fatto che manchino le fonti anche minime dei fatti che cita.
            Garantire a tutti libertà di espressione. Bene. Sono d’accordo sul fatto che ci siano leggi a guidarci in materia di responsabilità individuale e reati.
            Quello che non colgo è questo: in che cosa la difesa di De Luca da parte di alcuni e la presa di posizione dello scrittore a favore del movimento NO TAV lederebbe il diritto di altri ad esprimersi? E perché De Luca dovrebbe prendere le difese del Senatore Esposito e magari pure di molti altri presi nel mirino per il loro impegno in vari contesti, Christian Abbondanza per citare un mio conterraneo? Perché lo ha deciso lei in una delle sue pillole?
            Lei riconduce le minacce a Esposito agli attiviti NO TAV quando il senatore stesso si è espresso in merito molto chiaramente, dicendo che coloro che lo minacciano nulla hanno a che fare con i NO TAV e la loro causa, anzi non sanno neppure di che si tratta: http://www.huffingtonpost.it/2014/01/13/stefano-esposito-no-tav-vita-blindato-spiato_n_4588085.html. Quanto alle minacce ai giornali, le prove non ci sono; sono solo illazioni. E per affermare come fa lei dei fatti così gravi, io userei prudenza e fonti affidabili.
            Che le parole armino le mani influenzabili mi pare una semplificazione senza nome e mi ricorda, quando ero adolescente, quando dissero che Suicide Solution di Ozzy Osbourne era all’origine del suicidio di un povero ragazzo fan di Ozzy. Se è per questo si dovrebbe smettere di insegnare il Futurismo italiano…Ma non voglio dire ovvietà.
            Grazie di aver fatto il punto sul suo billet.
            Francesca Irene Sensini

          • Erri De Luca: Purché la libertà di pensiero non sia solo la sua.
            Peccato signor Puppo, che abbia perso un’altra occasione per dimostrare di non essere LEI servo dei vari politicanti italiani, ma come altri le hanno già’ fatto notare, forse geloso o frustrato del successo di Erri De Luca. E si, De Luca e’ famoso perché non solo scrive bene, ma ha il coraggio di dire quello che pensa e di aiutare chi, in questa particolare situazione della Tav, non ha abbastanza voce per farsi sentire. Tirare poi fuori il passato politico di De Luca non solo e’ offensivo per la sua intelligenza, ma anche meschino. Non ha proprio altri argomenti di cui scrivere per infangare uno degli scrittori più’ apprezzati e conosciuti all’estero, se non resuscitare articoli di mezzo secolo fa??? Vuole la lista di quanti suoi amici di adesso facevano parte di Lotta Continua? Li conosce bene tutti anche lei. Le ripeto, ha perso un’altra occasione per stare dalla parte giusta, quella degli onesti.
            Paola

          • Erri De Luca: Purché la libertà di pensiero non sia solo la sua.
            Cortese Paola,
            alla sua frase « ha perso un’altra occasione per stare dalla parte giusta, quella degli onesti » mi verrebbe voglia di rispondere citando Brecht: « mi sono seduto dalla parte del torto perché dalla parte della ragione i posti erano già tutti occupati ».

            Fuor di paradosso brechtiano: mi sembra tremendo pensare che ci sia una parte « giusta », quella degli onesti, e che chi la pensa diversamente sia per forza dalla parte « sbagliata », e quindi « dei disonesti ». Sa, io credo che ci siano parti diverse, e che entrambe annoverino tra le proprie fila disonesti e onesti, giusti e ingiusti. Ma questa è una visione laica delle cose. Ma devo dire che del suo pacato messaggio, c’è una cosa che mi ha un po’ ferito. No, non è il sentirmi dare del « servo » (di chi poi? I suoi « politicati » non li conosco neppure), dell' »invidioso », e implicitamente, del disonesto o del sodale dei disonesti. No ,il fatto è che stamattina leggevo non De Luca (me ne scuserà) ma Voltaire, il « traité sur la tolérance ». E il passaggio da Voltaire, dai suoi dubbi, dalla sua visione delle cose, a quella sua frase, e alla sua prosa, alle sue certezze su « buoni » e « cattivi » è stato brusco. Grazie comunque. Un cordiale saluto

          • Erri De Luca: Purché la libertà di pensiero non sia solo la sua.
            Cortese Francesca,
            Vorrei precisare che l’aggressione ad alcuni operatori di « Corriere TV » (così come le altre situazioni di conflitto che ho citato) non me la sono inventata io (ad esempio, cf. http://www.corriere.it/cronache/12_febbraio_29/corrieretv-h24-aggrediti-notav-bussole_47e1b9ec-62ea-11e1-8fe6-00ac974a54fa.shtml?fr=correlati). Per il resto, credo che non ci siamo capiti e dispero che potrà accadere in futuro. Quindi mi limito ad osservare che, anche se a lei dà fastidio e me ne dispiace, si può anche prendere un pochettino in giro Erri De Luca, che ha sempre quell’aria ieratica, di chi è obbligato a salvare un mondo che si ostina a non capire. (Proprio qualche giorno leggevo « la paorla contraria » ed ero impressionato dal tono, mi permetterà? Davvero profetico, sacerdotale). Oppure chi si dichiara « creatrice di opere viventi ». Se De Luca reclama il diritto di incitare a « sabotare » un’opera in corso, io posso reclamare il diritto di fare un po’ d’ironia. « Sabotare », per De Luca, è parola nobile, gandhiana; ebbene, anche lì »ironia » è nobile. No? Non si può? Ma come? Ma non eravamo tutti Charlie? Un cortese saluto, Maurizio

          • Erri De Luca: Purché la libertà di pensiero non sia solo la sua.
            Complimenti a Maurizio Puppo per la sua analisi lucida; e direi coraggiosa perché va contro le « vacche sacre » partorite da un’ideologia falsamente « progressista » che si ammanta di un romanticismo fasullo, e che vuole a tutti i costi avere il monopolio delle idee permesse. Altrimenti sono pesanti accuse, botte e anche peggio.

          • Erri De Luca: Purché la libertà di pensiero non sia solo la sua.
            ‘ »Che vuole a tutti costi avere il monopolio delle idee permesse »: questa sua frase mi piace molto, la trovo molto azzeccata. Grazie, un cordiale saluto. Maurizio Puppo

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