È proprio il caso di dire “Giù la testa”, perché a lui, Ennio Morricone, gli dobbiamo solo riconoscenza…
A 92 anni si può anche morire, come nel caso suo, ma sarebbe un torto se pensassimo che la sua scomparsa ci ha privato di qualcosa, perché lui ha dato, alla musica e a noi tutti, ogni energia del suo grandissimo talento. Di origini semplici, era semplice anche il suo carattere tanto che nelle interviste che lasciava, molti si chiedevano se quell’uomo così tranquillo, forse mite, fosse proprio lui l’autore di così tanta bellezza musicale. Di se stesso diceva: «Sono un compositore come tanti altri». Eppure la sua musica non era come quella di “tanti altri”, perché ci ha fatto innamorare ed è stata riconosciuta tra le migliori del secolo appena trascorso. I premi che ha ricevuto sono talmente tanti che ci si chiede cos’altro ancora gli mancasse. Oscar alla carriera, Bafta, Grammy Awards ecc. Ma lui ha mantenuto sempre un profilo basso. Non si è mai montato la testa. E a dirci com’era, è stato il medico che l’ha curato negli ultimi due mesi di degenza ospedaliera. «Sapeva che stava arrivando il momento, ma è sempre stato lucido. Mi diceva che nell’aldilà gli sarebbe piaciuto conversare un po’ con Beethoven e con Bach. La cosa lo faceva sorridere ancora tanto».
In tutta la sua lunghissima carriera musicale Morricone non ha mai disdegnato collaborazioni con ambienti musicali forse frivoli, come quelli della canzone leggera. Ma è grazie ai suoi “arrangiamenti” se certe canzoni e certi cantanti hanno avuto successi inaspettati. A lui debbono tanto Edoardo Vianello se canzoni come Abbronzatissima, Con le pinne il fucile e gli occhiali sono state i tormentoni delle estati di quegli anni e poi Gino Paoli con Sapore di sale, per non parlare di Mina con una delle sue canzoni più belle di sempre Se telefonando.
Ma è stato il cinema che lo ha fatto conoscere al mondo. La collaborazione con Sergio Leone nelle sue trilogie western ha dato a quel genere una nuova carica, un modo nuovo di rivestire le storie con una musica così innovativa da strappare consensi ovunque la si sentisse… Per un pugno di dollari, ll buono, il brutto, il cattivo, Giù la testa e poi C’era una volta il West e C’era una volta in America sono state le colonne sonore che tutti i registi di genere avrebbero voluto avere. E poi Mission e quella davvero indimenticabile di Nuovo Cinema Paradiso di Giuseppe Tornatore.
Sono state 400 le colonne sonore realizzate da lui, sia per il cinema che per la televisione. Una mole di lavoro impressionante. E vien da chiedersi dove abbia trovato il tempo per fare tutto ciò. Lui, assieme a Nino Rota – il compositore di Fellini – è stato il vanto di un’Italia che veniva sempre ridicolizzata per i suoi disastri politico-economici. Grazie a lui siamo riusciti a mantenerci in quota, facendo emergere ciò che da sempre contraddistingue il nostro “marchio di qualità”: la genialità che ci appartiene più che ad altri popoli.
Qui a Venezia alcuni anni fa, gli fu offerta l’occasione di un grande concerto in una piazza S. Marco gremita come non mai, ci fece riascoltare alcune fra le sue più belle colonne sonore, portando il pubblico a volare attraverso le melodie indimenticabili di altrettanto indimenticabili film. Concerto che, chi volesse, può ritrovare su internet.
Massimo Rosin
Grazie, Massimo Rosin, per il buon articolo sul nostro grande Ennio Morricone. La sua musica, le sue colonne sonore sono indimenticabili e ci accompagneranno sempre.
Un cordiale saluto
Rosella Centanni