Le elezioni sui social sono esilaranti ma istruttive. Li la campagna elettorale è nel “fiero” scontro tra grillini, piddini, leghisti e fascisti con estemporanee incursioni di salottieri e di “puristi” della sinistra, specie modello Liberi e Uguali con qualche affacciata finanche di “Potere al popolo” che “naturalmente” ce l’ha con questi ultimi. Il tutto offre uno spaccato realistico di una certa Italia di oggi.
A 5 anni dalla legge Merlin per l’abolizione dei bordelli, Pasolini con un suo eccellente film: “Comizi d’amore” rimarcava come a quella modernità democratica che segno’ nel 1958 la presa d’atto della insostenibilità etica di uno Stato che aveva ricavi dallo sfruttamento del corpo delle donne, facesse da controcanto un Paese che, ancora in pieno boom economico, culturalmente non si era modernizzato per niente. Dalla sua inchiesta emerse un’Italia che, seppure piena di frigoriferi e televisori, vestita alla moda e con tante auto, era arretrata culturalmente né più e né meno dell’anteguerra, quando il Paese era molto meno industrializzato ed aveva antiche e solide basi rurali.
Ebbene, a vedere il confronto sui social, appare evidente che quell’Italia degli anni ’50 non è poi molto diversa da quella di oggi. Rissosa, rancorosa. Una cosa che fa comprendere come il paese per cambiare davvero deve sprovincializzarsi, diventare moderno, evolvere di più la sua mentalità.
Ma andiamo ad illustrare la qualità della battaglia sui social con una premessa, i centristi non ci sono, a meno che con una forzatura non si voglia considerare il PD centrista. Egualmente è pressoché assente Forza Italia, il che dimostra che per alcune forze politiche la rete è ancora un oggetto scuro. Viceversa fanno presenza (saltuaria) i repubblicani, il vecchio PRI, si, esistono ancora.
La parte del leone la fanno il M5S, la Lega, il PD e Liberi e uguali. Lo scontro è senza esclusione di colpi degenerando spesso in risse verbali che quanto meno suscitano fragorose risate.
Tendenze. M5S assume un atteggiamento quasi religioso, pronto a negare ogni evidenza anche conclamata da dati certi, a volte matematici, per loro conta solo quello che dice il movimento tutto il resto è merda. Naturalmente sono facili, anche per carenza di informazione, a cadere in crisi innanzi ad alcune notizie del giornali.
Ad esempio: Alla notizia da Repubblica di Roma dell’assegnazione da parte della Raggi, di una casa popolare ad un esponente del clan Spada di Ostia, una prima grillina dice che è una fake news, un altro appare colpito e dice che vuole informarsi, la sua collega di partito, prima dice che chiederà direttamente alla Raggi, poi dice al suo amico: “non rispondere a questi post vogliono incrinare la tua fede”. Fede proprio cosi. L’altro che si chiama Davide risponde: “Controllero’ e poi ti faro’ sapere”, ma mentre controlla a testa bassa imputa di tutto e di più agli altri partiti. Il controllo alla fine si risolve con questa risposta: “Bene, fine della discussioni, le fonti autorevoli non escono e valgono le mie…mio caro….con me non hai fatto la tua campagna elettorale perché per anni mi sono informato… 🙂 » . Peccato, perché la notizia era vera. Ma come diceva un consigliere di Bush ad un giornalista del Post: “Oggi non è vero cio’ che è vero. E’ vero quello che noi desideriamo che lo sia”. Che dire…
Una giovane e paffuta leghista posta una sua foto con un cartello in mano che recita: “Meglio darla ad un nigeriano piuttosto che ad un piddino”. L’incauta è immediatamente subissata da improperi di ogni genere. Si va dal moralista al machista, dal piddino o nigeriano incazzato a quello che in vena di prestazioni. E’ tutto un fiorire di: “merdaiola!” “zoccola!” “sei una rotta in culo!” Un grillino romano (ce ne sono ancora) si spinge sulle sue preferenze gridando: “Sei brutta nculo meio con Anna a trans che con te » una scena non edificante e quel che peggio è che neanche una donna interviene almeno per solidarietà femminile. In tanta bolgia spicca un post almeno intelligente che pone un quesito: “E se uno è un piddino nigeriano?”
Di altro tenore LeU che mantiene un aplomb da vecchia sinistra. Dogmatici come i grillini, spesso chiusi in un compiacente dialogo tutto interno fra loro esibiscono foto di D’Alema (che ai suoi cultori e qualche cultrice sensibile al suo fascino politico), di Bersani e Boldrini con un mono-tema, l’attacco al PD. “Non siete di sinistra”, “Vergogna! Con Renzi mai!” La cosa curiosa è che si sentono detentori della verità assoluta dando sistematicamente degli arroganti al PD e alle altre sinistre in corsa per le elezioni.
Renzi è davvero divisivo, si va dagli adoratori che organizzano veri e propri gruppi di conversazione, con filtri spietati verso gli avversari, ai denigratori che si spingono ben oltre le fake news inventando ogni nefandezza su di lui e sulla Boschi che a sua volta è suscitatrice di amori ed odi.
Il PD si è dato il compito (imposto dall’alto) di cercare ad ogni costo il ragionamento, indicare proposte concrete, ma il compito è difficile, diremmo una mission impossible, perché il popolo della rete è un popolo alla ricerca di effettacci, di durezze, una piazza giacobina che non ammette analisi sia pure sommarie ma solo sintesi crude se non crudeli. Si tratta di un popolo che sogna la ghigliottina per i suoi avversari.
Cosi LeU cerca il confronto/scontro con il PD (il suo vero obbiettivo), ma questi dribblano nel nome della promessa di parlare (o cercare di parlare) di fatti. E se scontro deve essere l’obbiettivo principale per loro diviene il Movimento di Grillo (specie dopo la questione falsi rimborsi e massoni in lista) oppure con Berlusconi con un martellante ricordare ai cittadini le prove non sempre brillanti del cavaliere.
Il punto è, purtroppo per loro, che il popolo della reta e forse il popolo tout court è governato e spesso, in democrazia, i governati detestano il governo e li ci sono loro.
Quello che impressiona è che qualcuno ha lanciato un gruppo di discussione sul tema: “Se voi foste il capo del governo cosa fareste. Una proposta”. Molti intervengono, sono simpatizzanti di tutti gli schieramenti, ma quello che è evidente e che sembrerebbe da questo gruppo di discussione, che l’unica cosa che interessi sia la vendetta contro i politici e la politica. Ci sono, poche proposte o sogni positivi, perlopiù si desidera la resa dei conti contro il “nemico”.
Ecco alcuni commenti. Una signora propone: “Metà ‘ politici i se ne vanno a casa l’altra metà ‘ in galera .poi il resto”. Un’altra è ancora più determinata: “Butterei dalle. finestre tutti i politici corrotti poi rispedirei a casa gli immigrati illegali e poi penserei a tutto il resto !!!” qualcuno ci mette un po’ più di impegno ideologico: “nazionalizzazione di MPS” Un altro: “Aiutare i poveri italiani e togliere ai politici”. Ormai ricchi e politici sono considerati, nell’immaginario italiano, la stessa cosa. Un piddino disperato propone: “Scolarizzazione coatta ». Egidio è repubblichino, magari Casa Pound : « Fuori tutti gli extra, via dalla UE, via concordato e fuorilegge il comunismo”.C’è chi ha centrato il tema come Claudio: “Eliminerei la juve dal calcio”. Ma c’è chi come Ciro che a dispetto del nome propone: “secessione da napoli”, cosi con la enne minuscola.
Personalmente sono un fun di una giovanissima, una certa July, per me un’eroina, che per aver osato chiedere con ironia “Un minuto di raccoglimento per l’honesta in omaggio a M5S” con la acca (pare che spesso i grillini per errore lo scrivano cosi) è stata subissata di volgarità ed offese inenarrabili, anzi ne dico una di un tizio (evidentemente grillino) “Per la fortuna e prenderlo in culo c’è sempre tempo ed a te piace prenderlo in culo!” Diciamo che questa era la più elegante ed ancora una volta nessuna ragazza, grillina o meno ha sentito il bisogno di reagire a questi commenti cosi grevi e sessisti. Ed allora, si torna a Pasolini ed all’arretratezza culturale di questo paese.
Veramente vedere i social specie in campagna elettorale è istruttivo sulla qualità di una parte del nostro popolo. Le ultime sono su Corrado Augias che ha postato un suo appello sul rischio del populismo, accusando M5S ma credo pensasse anche alla Lega, di fare come fece ai suoi inizi il Partito Fascista di Mussolini. Anche l’anziano giornalista e scrittore è oggetto di attacchi furibondi che spesso raccolgono anche like (e numerosi). Un certo Giuliano: “Augias, il duce dei centri sociali ». Ve lo vedete ad Augias alla testa di feroci centri sociali ? Un napoletano che si fa chiamare calcisticamente Felipe Melo: “Ma va cac, nat pappone” (ma vai a cacare un altro pappone ndr). Maurizio è un grillino indignato con lui: “troppo, troppo pieno di se, vergognoso nel difendere i pidioti e il loro capo. Vergogna!” Antonio è un populista apocalittico: “Non sapete tenere la bocca chiusa. Ve la chiuderà Dio, serpenti a sonagli. Vergognatevi e guardatevi allo specchio prima di parlare male degli altri.”
C’è da ridere a leggere i social, ma forse ora che ho letto mi sento un po’ triste. Leo Longanesi, di cui sono un adoratore diceva: “ Che cos’è un luogo comune? Nulla d’irrimediabile: è una frase, un pensiero che si dice una volta, poi due, poi tre, poi un numero infinito di volte, finché diventa una consuetudine, un vizio, una regola. Il luogo comune è una frase facile, un pensiero banale che fa strada, che incontra, come si suol dire. E se i proverbi sono la saggezza dei popoli, i luoghi comuni sono la saggezza della borghesia”.
Mettiamola cosi: io non so se gli italiani sono saggi ma so che oggi vivono di luoghi comuni, si vede che il mio è un paese borghese, magari un po’ provinciale.
Veleno