Giunge folgorante la notizia data dal Direttore del Museo egizio di Torino del ritrovamento della tomba regale di Tutmosi II.
Mi coglie mentre sto riflettendo su Oriana Fallaci, una donna in particolare, di cui in televisione si è tracciato di recente un efficace ritratto.

Immediatamente l’immagine di un’altra donna, egiziana, le si affianca, giacché Tutmosi II è noto soprattutto per avere sposato la sorellastra Hatschepsut, divenuta Faraone alla sua morte, regnando, cosa straordinaria, per più di vent’anni. Lei fece costruire la sua tomba in Deir el-Bahari e si fece raffigurare con la barba, esaltando la sua origine divina.
Le immagini delle due donne si affiancano nella mia mente giacché pur a distanza di millenni, entrambe hanno interpretato il potere e la storia al femminile per così dire coniugandoli con il sentimento, la tenerezza e insieme una guerriera indipendenza.
Di Oriana Fallaci l’episodio che narrerò ne dimostra ugualmente l’unicità. Probabilmente mi torna in mente proprio perché legato a una tomba: gita scolastica ad Atene. Le allieve mi chiedono insistentemente di visitarne il cimitero anziché il Partenone. Una volta giunte lì chiedono al custode di indicar loro una tomba, dinanzi alla quale con profusione di pianti, si gettano in ginocchio. La tomba di Alexandros Panagulis, l’eroe di Un uomo della Fallaci.
La serie RAI su Oriana Fallaci (Miss Fallacci) ha individuato efficacemente l’elemento principe della sua personalità: l’energia mentale, la chiarezza della prospettiva in contrasto con un’apparente fragilità e soprattutto l’indipendenza del giudizio.

Doti che dovettero essere anche patrimonio di Hatschepsut: entrambe emanano il fascino di due personalità capaci di aggregazione e di valutazione dell’attualità.
L’appartenenza della Fallaci alla civiltà occidentale e ai suoi valori è ampiamente dimostrata dalla posizione assunta dopo la caduta delle Torri gemelle in La rabbia e l’orgoglio, così come l’altezza dell’ingegno di Hatshepsut, una delle costruttrici più prolifiche dell’antico Egitto, che ha avviato diverse centinaia di progetti nell’Alto e nel Basso Egitto
Una proiezione per entrambe nell’oltre e nell’immortalità.
Carmelina Sicari