Fine estate in Tirolo di un’italiana che vive in Francia e che avrebbe voluto passare le vacanze in Italia, alta montagna, presso le mitiche Dolomiti. Dove più che l’orgoglio italiano sembra resistere l’orgoglio austro-ungarico.
Visto al Telegiornale un diario per gli studenti altoatesini che risuscita i miti e le immagini dei terroristi antitaliani. Io sono qui e constato che la lingua italiana è sempre meno praticata e parlata in modo corretto dagli abitanti di Brunico, di Falzes, di Chienes etc. dunque provincia di Bolzano : Italia. (Per la vostra curiosità : al supermercato superfornito Conad di Falzes non sapevano cosa fossero le lenticchie!!!!, a Brunico, sempe supermercato, non sapevano cosa volesse dire la parola «infusione», i tre bambini del proprietario del maso dove abito non capiscono né parlano l’italiano e il papa’ ragiona ancora in « talleri »!!!!!, si fa pagare 50 cent. al litro il latte buonissimo delle sue mucche che pascolano a 1400m. sul livello del mare, in un paesaggio splendido; il giovanotto lavora giorno e notte e la sua famiglia vive in un maso ristrutturato con tutti i conforts affittando a prezzi ragionevolissimi mini-appartamenti supermoderni e ben riscaldati ai turisti; estate e inverno). Stiamo parlando quindi di un mondo accessibilissimo e molto vicino, ben collegato sia con l’Italia che con il resto d’Europa.
Sono andata in una biblioteca pubblica a Falzes (Bolzano) e non c’era nemmeno un libro al prestito per adulti e 2 o 3 libri per i bambini in lingua italiana, proibito dalla legge! eppure è vero, ma legge di quale paese?
Se il paese è il nostro, l’Italia, allora non ci siamo. Qui Vienna è vicina e Roma è lontana, lontanissima e forse è meglio non vedere quello che succede in patria. Capiamoci. Qui si vive di autonomia, economica locale, di scambi con il mondo germanico. La cultura è germanica e la lingua principale è, cosi parrebbe, il tedesco.
Bisogna ammetterlo. Poi quello che si vede e si sente sull’Italia, fa scandalo in queste contrade di montagna dove si lavora moltissimo, si fa turismo tutto l’anno, si crea benessere e certamente si inciucia come dappertutto e si fanno affari d’oro con la regione a statuto speciale, con le autonomie locali, le industrie, l’artigianato etc.
Esattamente come altrove. Solo che qui il modello culturale, mitico, popolare, atavico, è quello dell’Austria-Ungheria, robe di un secolo fa. Contraddizioni ? Certo E allora ? Noi siamo e saremo sempre il paese dei campanelli, ops, degli ossimori, ops, degli inciuci, di Berlusconi e &…. Questo è un paese di montagna, florido, bello, interessante, di frontiera, con l’Austria, con l’Italia… Poi, sinceramente l’Italia di oggi con Berlusconi che la tiene in ostaggio e tutte le beghe che conosciamo e di cui sofffriamo ? Qui non ne vogliono sapere, e si puo’ anche capire, no ? Ma ci sto male, anzi malissimo perché penso ai morti ammazzati del terrorismo, alle vittime innocenti che non sono neanche commemorate nelle strade di Bolzano, qui poi…contano solo i terroristi separatisti, ma dove siamo ?
Ancora con queste problematiche antidiluviane, nel 2013 !!! Qualcuno è responsabile, certo non la gente comune ma ci devono essere i responsabili, altrove. Per questo scrivo a noi tutti italiani all’estero e anche a questi addormentati, stregati dalle varie Santanché o dai miraggi di Arcore e anche di casa neo-pd-democristiana, colle compreso.
Ma nessuno se ne occupa in quel del Ministero delle autonomie locali e delle regioni a Roma? Nessuno pensa che qui la cultura italiana sta sparendo molto di più che in Argentina o nella stessa Germania –dove almeno gli italiani sono presenti- Io mi sento, ancora una volta, in terra straniera; vivo in Francia, volevo passare le vacanze in Italia, ma dove sono ? Qui non mi sento in Italia e forse neanche in Austria, ma in un altro mondo e in un altro secolo, eppure in piena modernità, contemporaneità, sto vivendo ancora una contraddizione, certo, sono italiana… Saluti con stelle alpine.
Maria G. Vitali-Volant
Il Tirolo « italiano » con rassegnazione
Anch’io ho provato un’esperienza simile a Brunico. In una cartoleria sono stata servita con distacco: chiedevo una penna e dei quaderni, sembrava che non parlassero una parola d’italiano…eppure erano forniti di materiale scolastico, cartelle, zaini, diari e quanto occorre per « la scuola di tutti », italiani e non. E’ chiaro che in Tirolo parlano due lingue, italiano e tedesco. Ma perché mai – mi domando – sono così refrattari a esprimersi anche in italiano? Non lo studiano a scuola?
La lingua germanica, parlata ostinatamente, è un modo per tenere le distanze dall’Italia, per ribadire l’appartenenza
a un’altra cultura: ovviamente superiore alla nostra. Rispettiamo questa loro nostalgia, ma il paesaggio di cui vanno tanto fieri è terra italiana, che lo si voglia o no.
Mi sono sentita straniera nel mio Paese. Va bene l’antico retaggio austro-ungarico. Possiamo capire. Quello che non ci piace è sentirci tollerati, noi italiani, che oltretutto spendiamo parecchi soldi come turisti da quelle parti. Tanto vale cambiare aria: in Italia ci sono anche il Trentino, il Veneto, la Val d’Aosta che non mancano di stupendi paesaggi montani né di cortesia. E non mi si venga a dire, per favore, che la causa di tanta ostilità sono i soliti luoghi comuni sull’Italia e sul berlusconismo. Questo atteggiamento è piuttosto frutto di una mentalità e di pregiudizi antichi ben radicati.
Per fortuna noi italiani – saremo forse meno « precisini » di loro -, ma di sicuro siamo più aperti alle diverse culture del mondo. E mi si permetta, anche più simpatici.